Maggio Musicale Fiorentino

Maggio di nuovo all'Opera: La Boheme, il capolavoro di Puccini sulla scena per sei rappresentazioni

Torna la regia di Bruno Ravella, già sperimentata nel 2017 e nel 2019, ma la direzione e il cast sono tutti nuovi. Sul podio il maestro Giacomo Sagripanti, al suo debutto al Maggio

di Domenico Del Nero

Maggio di nuovo all'Opera: La Boheme, il capolavoro di Puccini sulla scena per sei rappresentazioni

Torna l’opera al Maggio Musicale, come una festa a lungo attesa; e nel segno di Giacomo Puccini, di cui l’anno prossimo ricorre il centenario della morte. Martedì 14 novembre il sipario si apre su uno dei titoli più amati del compositore lucchese: La bohème. Lo spettacolo, riproposto nell’allestimento di Bruno Ravella  -  già apprezzato negli spettacoli del 2017 e del 2019,  ripreso da Stefania Grazioli - è diretto dal maestro Giacomo Sagripanti, con un cast giovane e talentuoso: prima rappresentazione martedì 14 novembre alle ore 20 (sala grande), repliche il 16,22 e 29 novembre alle ore 20 e  il 19 e il 25 novembre alle ore 15.30.  il 141622 e 29 novembre alle ore 20 e il 19 e 25 novembre alle ore 15:30. 

Mimì è interpretata da Mariangela Sicilia - che torna al Maggio dopo le applaudite recite del Rigoletto dell’ottobre 2021 – mentre il ruolo sarà sostenuto da Aida Pascu negli spettacoli del 16 e 25 novembre; Galeano Salas e Kang Wang (recite del 16, 22 e 25 novembre) interpretano il pittore Rodolfo; Elisa Balbo e Aleksandrina Mihaylova (nelle recite del 16 e 25 novembre), entrambe al debutto al Maggio, si alternano nella parte di Musetta mentre il pittore Marcello è interpretato da due talenti formati all'Accademia del Maggio: Min Kim e Qianming Dou, quest'ultimo negli spettacoli del 16 e 25 novembre. William Hernandez e Matteo Torcaso (recite del 16 e 25 novembre) danno voce al musicista Schaunard mentre il filosofo Colline è interpretato da Francesco LeoneDavide Piva interpreta la doppia parte di Benoît, il padrone della casa dove vivono i bohémien, e il vecchio e ricco Alcindoro; chiudono la compagnia gli Artisti del Coro Maggio, Leonardo Sgroi che veste i panni di Parpignol, Luca Tamani nel ruolo di Un venditore ambulante; Nicolò Ayroldi come Un doganiere e Egidio Massimo Naccarato come il Sergente dei Doganieri. In questo allestimento del Teatro del Maggio le scene sono di Tiziano Santi, i costumi di Angela Giulia Toso,  le luci, riprese da Emanuele Agliati, sono di D.M. Wood. Il maestro del Coro del Maggio è Lorenzo Fratini, il maestro del Coro di voci bianche dell’Accademia del Maggio è Sara Matteucci

Quando l’opera fu rappresentata per la prima volta a Torino nel gennaio 1896, molti  critici e sapienti intenditori la stroncarono impietosamente, profetizzando nientemeno che una effimera durata sui palcoscenici. “La Bohème, come non lascia grande impressione sull'animo degli uditori, non lascerà grande traccia nella storia del nostro teatro lirico, e sarà bene se l'autore, considerandola come l'errore di un momento, proseguirà gagliardamente la strada buona e si persuaderà che questo è stato un breve traviamento del cammino dell'arte”, Così Carlo Bersezio, critico della Stampa. E non fu certo l’unico.

Quando l’opera fu rappresentata per la prima volta a Torino nel gennaio  1896, vari critici e soloni  la stroncarono impietosamente, profetizzando nientemeno che una effimera durata sui palcoscenici. “La Bohème, come non lascia grande impressione sull'animo degli uditori, non lascerà grande traccia nella storia del nostro teatro lirico, e sarà bene se l'autore, considerandola come l'errore di un momento, proseguirà gagliardamente la strada buona e si persuaderà che questo è stato un breve traviamento del cammino dell'arte”, Così Carlo Bersezio, critico della Stampa. E non fu il solo a lasciarsi andare a esternazioni di questo tipo.

  Aveva ragione Camille Saint Saens a beffarsi dei critici musicali nel Carnevale degli animali!   Almeno dalla metà del secolo scorso, questi giudizi sono stati progressivamente ribaltati . La prima prima rappresentazione però, diretta da un giovane Arturo Toscanini con cui Puccini ebbe sempre un rapporto tormentato, non impressionò più di tanto il pubblico; complice forse il fatto che poche settimane prima, sempre a Torino, Toscanini aveva diretto la prima italiana del monumentale Crepuscolo degli Dei, ben diversa dallo stile breve e conciso di Bohème che tra l’altro, a differenza di Manon, non presenta richiami o echi wagneriani.  Bisognerà aspettare la rappresentazione di aprile a Palermo perché l’opera spiccasse davvero il volo”.  E a 120 anni dalla sua nascita, contrariamente alle previsioni iettatorie, non solo gode di ottima salute, ma è sicuramente uno dei capolavori più popolari di tutto il repertorio operistico; una popolarità che nulla toglie alla raffinatezza e al genio che innerva ogni singola nota di questo lavoro straordinario.

Quello che colpisce in quest’opera è anzitutto uno straordinario “gioco” di equilibri e contrasti.  Il primo e l’ultimo atto iniziano entrambi in modo scherzoso: il primo si conclude poi in modo serio, il quarto in maniera tragica.  Il secondo atto, con la sua festosa atmosfera scapigliata, dà l’idea di uno … scherzo agitato, mentre il quarto, litigio tra Rodolfo e Musetta a parte, appare come un andante dolce e malinconico.

Non è certo facile riassumere la complessità e la vivacità di un’opera straordinaria, che solo una incredibile miopia e superficialità ha potuto per moto tempo bollare come sdolcinata e patetica. Punto di forza è sicuramente l’ottimo libretto, dalla storia quanto mai complicata e … turbolenta. Alle radici di Boheme c’è infatti un vero e propri “duello musicale”, tra due artisti che, se in precedenza erano stati amici, da allora si detestarono cordialmente: il “bisbestia” , così pare che Puccini appellasse Ruggero Leoncavallo, autore dei Pagliacci e suo rivale in … Bohème.  All’inizio del 1893 infatti i due compositori lavorano intorno al medesimo soggetto: scènes de la vie de Bohème,  romanzo di ispirazione autobiografica di Henri Murger  (1822-1861) pubblicato a puntate sul Corsaire Satan tra il 1845 e il 1849, poi raccolto in volume ed anche adattato per le scene nel 1849.  Si tratta della vicenda di un gruppo di artisti “da soffitta”, scanzonati e vivaci, ma anche abbastanza scalcinati. Genio, sregolatezza e povertà, insomma, tanto che con la Bohème fu identificata anche la Scapigliatura italiana, che era davvero geniale e sregolata. Comunque sia, i due musicisti avrebbero appreso per caso, incontrandosi in un caffè milanese,di questa “coincidenza artistica”.  Ne nacque una polemica alimentata anche dalla stampa; Leoncavallo accuserà Puccini di slealtà e malafede e la frattura fra i due non si risanerà più: “ Egli musichi, io musicherò. Il pubblico giudicherà”, concluderà filosoficamente Puccini. E il pubblico giudicò: l’opera di Leoncavallo, su libretto proprio, andò in scena alla Fenice di Venezia il 6 maggio 1897. Ebbe un destino esattamente opposto a quella di Puccini: bene accolta alla prima, cadde poi nel dimenticatoio, con buona pace di Gustav Mahler che spregiava l’opera pucciniana preferendole l’altra, che oggi viene ripresa di rado e malgrado alcune pagine indubbiamente gradevoli non regge decisamente il confronto.

Con quest’opera, anche Puccini sperimenta il “quotidiano” sulla scena; ma è un quotidiano molto diverso da quello verista. Non per nulla, Puccini viene in questo stesso periodo attratto dalla Lupa di Verga e ha persino un incontro con lo scrittore siciliano; ma poi scarta il soggetto e torna a Murger, il cui “quotidiano” non ha niente che fare con il “vero” di Zola e Verga, non descrivendo scene di crimini o di degrado sociale. 

Il successo dell’opera è senz’altro merito  anche del tormentato libretto, primo frutto dell’accoppiata Luigi Illica  e Giuseppe Giacosa: vulcanico e fantasioso il primo, particolarmente versato nel lavoro di riduzione e sceneggiatura, ma  non sempre felice nella versificazione (i famigerati “illicasillabi”); più attento al labor limae Giacosa, che era tra l’altro un importante commediografo di successo nell’età umbertina, particolarmente sensibile alla psicologia femminile e ai ritratti d’ambiente borghese.  E i due  poeti insieme riescono a preparare per Puccini, che vigila e interviene costantemente nella loro attività, una eccellente fusione di tragedia e commedia: “vita gaia e terribile”, appunto,come riporta una didascalia del testo.  Niente di più remoto dal naturalismo rusticano fatto di sangue, onore e coltelli, distacco che riguarda anche l’espressione musicale: un canto che non si esprime con una vocalità prorompente e sanguigna (che comunque, soprattutto nelle opere migliori dei cosiddetti veristi, non manca del suo fascino, ma è altra cosa), ma con un fraseggio morbido e disteso e una orchestrazione sempre raffinata. Non per nulla è stato fatto il nome del Falstaff come punto di riferimento artistico: rimandi che possono trovarsi nel dinamismo dell’azione, nell’alternarsi di comico e sentimentale,  “nell’ imprimere alla più piccola cellula di parlato rimandi melodici allargando la lezione dell’ultimo Verdi,”  come scrisse Alberto Cantù.

Il direttore di questa edizione di Boheme, il maestro Giacomo Sagripanti, è al suo debutto al Maggio: “ Debuttare al Maggio e farlo con La bohème mi entusiasma moltissimo; lavoriamo con due veri e propri cast, giovani e talentuosi che, per un’opera come questa, possono davvero risultare un’arma vincente. Io ho cercato di dare una lettura quanto più vicina a quello che effettivamente era Giacomo Puccini come compositore: un musicista aperto e attento a quanto accadesse artisticamente intorno a lui e negli altri Paesi, capace di ‘farsi contagiare’ da quelle che erano la cultura francese o tedesca per poi modulare questo sviluppo artistico nelle sue partiture. La bohème è un’opera che amo definire “di colori”, con un’orchestrazione profondamente raffinata. 

Credo inoltre che, sul piano narrativo, Bohème sia in assoluto l’opera più ‘giovane’ scritta da Puccini, e ho soprattutto cercato di evidenziare questo nei numerosi momenti in cui, grazie alla musica o a quanto vediamo in scena, si notano quelle che sono le caratteristiche della giovinezza, come l’impulsività o il farsi trascinare quasi sempre dalle emozioni. Anche la morte è presente, naturalmente, essendo il finale dell’opera tragico. Ma anche in questo caso la tragedia della morte di Mimì è raccontata con una calma quasi serafica; questo rende il momento del ‘distacco’ dalla protagonista quasi parte dello scorrimento naturale di ciò che abbiamo visto, anche se noi che osserviamo non vorremmo mai separarci da Mimì. Credo che Bohème ci insegni non solo a vivere determinate emozioni, ma anche e soprattutto a specchiarci in esse.” 

 

Piaciuto questo Articolo? Condividilo...

    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da Ciao e felice anno nuovo 2024: ecco la tua seria offerta di prestito il 07/01/2024 23:59:53

    AIUTO FINANZIARIO PER TUTTI QUELLI CHE HANNO BISOGNO DI FINANZIAMENTO Sono Lucia Perillo e vivo in Italia. Sono un prestatore particolare che concede prestiti a chiunque abbia bisogno di finanziamenti per espandere il proprio progetto. Concedo prestiti in diverse categorie (acquisto di veicolo, casa, progetto, investimento ecc...). Per motivi di fine anno abbiamo ridotto il tasso di interesse legale al 3% qualunque sia l'importo desiderato. Faccio prestiti da 5.000€ a 950.000€ a breve e lungo termine. Quindi cari privati ​​per qualsiasi informazione aggiuntiva o qualsiasi esigenza non esitate a contattarmi tramite email: luciaperillo.it@gmail.com

  • Inserito da tokpe il 16/12/2023 11:26:21

    https://www.voyances-amour-richesse.com/richesse voyant-tokpe@hotmail.com Whatsapp : +22957772427 Grand maître spirituel, puissant médium voyant spécialiste des travaux occultes de rituel de richesse, de rituel de retour affectif rapide et voyance. Je suis le Maître spirituel Tokpe, je peux vous aider où que vous soyez dans le monde. Rituel pour gagner aux jeux de hasard et au LOTO?-PMU Euro million... Rituel pour devenir star (Artiste, footballeur, influenceur...?) Rituel pour devenir très riche Rituel pour attirer la richesse? Rituel pour attirer le bonheur? Rituel pour avoir la prospérité? Rituel pour avoir la fortune? Rituel pour avoir d'enfant et la longévité? Rituel pour attirer l'amour? Rituel de retour affectif rapide https://www.voyances-amour-richesse.com/richesse voyant-tokpe@hotmail.com Whatsapp : +22957772427

Inserisci un Commento

Nickname (richiesto)
Email (non pubblicata, richiesta) *
Website (non pubblicato, facoltativo)
Capc

inserisci il codice

Inserendo il commento dichiaro di aver letto l'informativa privacy di questo sito ed averne accettate le condizioni.

TotaliDizionario

cerca la parola...