Maggio Musicale Fiorentino

MAGGIO: Una ripartenza davvero in stile. Un grande programma per un grande teatro. Daniele Gatti da marzo direttore principale.

Dal 30 agosto 2021 al 9 aprile 2022, in otto mesi, 9 opere liriche, un intenso ciclo sinfonico con 13 concerti. A dicembre si inaugura l'auditorium

di Domenico Del Nero

MAGGIO: Una ripartenza davvero in stile. Un grande programma per un grande teatro. Daniele Gatti da marzo direttore principale.

Una foto di scena da Linda di Chamounix

Sarà il Maggio della “ripartenza”; su questo sia il sindaco di Firenze Dario Nardella che il sovrintendente Alexander Pereira non hanno dubbi. E in effetti, a vedere il programma della prossima stagione presentato giovedì dal Maggio Musicale Fiorentino, c’è da restare impressionati: un cartellone davvero ricco sia di titoli che di interpreti, tale da soddisfare anche i palati più esigenti.

La prima notizia conferma quel che già si pensava e si auspicava: la nomina del maestro Daniele Gatti a direttore principale del teatro fiorentino, con contratto triennale dal  primo marzo 2022 al 2025, con un impegno minimo di 15 recite operistiche e cinque concerti singoli l’anno. Una scelta che colma il “vuoto” creatosi con le dimissioni del maestro Fabio Luisi che si dimise, non senza uno strascico di polemiche, nel 2019. “Firenze lo accoglie a braccia aperte”, ha dichiarato entusiasta il sindaco Nardella. I dettagli della collaborazione saranno comunque resi noti in una conferenza stampa il prossimo otto luglio.

E Zubin Mehta? Su questo Pereira è categorico: non solo la nomina di Gatti è stata presa in pieno accordo con il direttore onorario a vita, ma la sua presenza e il suo “peso” all’interno della stagione non saranno per nulla ridimensionati: Mehta salirà infatti sul podio ben trenta volte, 22 per la rappresentazione di 4 opere e otto per concerti.

Ma Pereira ha in serbo un’altra notizia di notevole impatto: l’inaugurazione della seconda grande sala del teatro, l’auditorium, che avverrà il 22 dicembre con un grandioso concerto, diretto da Zubin Mehta, all’insegna di Dante: ci sarà infatti una novità assoluta commissionata dal Maggio, Divina Commedia di Luca Francesconi; poi in omaggio a un altro grande toscano, la messa di gloria di Giacomo Puccini e infine, per restare sul sacro, il Te Deum in do maggiore di Anton Bruckner.

Quando tutto il complesso del nuovo teatro (salone principale, auditorium, cavea) sarà completato, la sede del Maggio si troverà ad essere il polo operistico e sinfonico più importante d’Italia, sia per grandezza che per innovazione tecnologica. C’è però un ultimo passo da fare: da gennaio a settembre 2022  la sala principale chiuderà, come previsto, fino a settembre per permettere il completamento della “mitica” torre scenica, complessa  macchina collocata sotto il palcoscenico. L’auditorium, che però ha una capienza più limitata rispetto alla sala principale, dovrà dunque ospitare anche alcuni spettacoli operistici ma Pereira ha intenzione in qualche caso di chiedere il “soccorso” del teatro della Pergola, soprattutto per il festival. E poi, come ricorda anche Nardella, la grande sfida sarà per l’appunto riempire tutte queste sale: ci sarà bisogno di tutto il supporto della città e della regione.

Tornando ai direttori, non poche le  bacchette eccellenti: Riccardo Muti, Christoph von Dohnányi, John Eliot Gardiner, Charles Dutoit, Riccardo Frizza.  solo per citarne alcuni; mentre tra i registi Sven-Eric Bechtolf, Davide Livermore, Cesare Lievi, Chiara Muti,  Josef E. Köpplinger, Rosetta Cucchi. La lista degli artisti poisomiglia  per lunghezza … al catalogo di Leporello, per cui  se ne parlerà per i singoli spettacoli.

Per quanto riguarda il cartellone operistico, tutti nuovi allestimenti tranne due, che però in fondo sono tali per il pubblico:  Così fan tutte e Linda di Chamounix, programmate forzatamente in streaming ma mai viste direttamente dal pubblico. E proprio al capolavoro mozartiano spetta l’onore di dare al via al programma il 30 agosto con tre repliche: 1,4 e 6 settembre, con la direzione di Zubin Mehta e la regia di Sven-Erich Bechtolf, e sul palco un grande cast con le voci di Valentina Naforniţă che dalla Wiener Staatsoper ha spiccato il volo affermandosi nei più importanti teatri europei nel ruolo di Fiordiligi, lo strepitoso mezzosoprano Vasilisa Berzhanskaya (Dorabella), una delle stelle tra i tenori americani Matthew Swensen (Ferrando), l’affermatissimo Mattia Olivieri (Guglielmo), Benedetta Torre nel ruolo di  (Despina) e il celebre baritono  Thomas Hampson (Don Alfonso). [1]

Ancora Mehta sul podio per il secondo previsto, la Traviata di Verdi per la regia di Davide Livermore, prima il 17 settembre con repliche il 22, 24, 28 e il 2 e 5 ottobre. Livermore ha già realizzato Rigoletto nella stagione scorsa (purtroppo visibile solo in streaming) e nella prossima completerà la trilogia verdiana con il Trovatore.  Nel ruolo di Violetta il soprano Nadine Sierra, al suo debutto sia come Violetta che al Maggio, acclamatissima oramai in tutto il mondo. Con lei un trio di grandissimi artisti: nel ruolo di Alfredo, Francesco Meli e nel ruolo di Germont si alterneranno nientemeno che Leo Nucci e Placido Domingo. Le scene sono di Giò Forma, i costumi di Mariana Fracasso e le luci di Antonio Castro.

Quasi in contemporanea con Traviata  (prima il 21 settembre e le repliche il 23, 30 e il 3 ottobre)  Linda di Chamounix  di Gaetano Donizetti è il secondo titolo che è stato messo in scena lo scorso 15 gennaio per registrarlo e trasmetterlo al pubblico sul sito del Maggio.[2] Un melodramma semiserio del 1842, una vicenda che per certi aspetti può ricordare quella dei Promessi Sposi, la cui edizione definitiva, la cosiddetta quarantana, fu pubblicata proprio tra il 1840 e il 1842: tra i protagonisti spiccano gli umili   (in questo caso,  poveri abitanti della Savoia, a cui appartiene anche Linda), il nobilastro alla Don Rodrigo (Il Marchese di Boisfleury) e il Visconte di Sirval, Carlo, nobile d’animo (almeno in parte) oltre che di stirpe.  Con questo soggetto tra il montanaro e il salottiero, verseggiato dal rinomato librettista Gaetano Rossi che lo aveva tratto da una commedia francese, Donizetti conquistò la platea viennese: si trattava, all’incirca, della sua settantesima opera, un anno prima che la malattia lo obbligasse a un penoso e definitivo silenzio. La critica fu da subito favorevole, apprezzando il linguaggio armonico raffinato e la cura dei dettagli musicali.

Sul podio Michele Gamba annoverato tra i più affermati giovani italiani, che ha già raccolto successi e apprezzamenti alla Scala ed è stato assistente di Daniel Barenboim e Antonio Pappano e che al Maggio ha diretto prima di quest’opera  il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini nel pur discutibile allestimento di Damiano Michieletto; la regia è firmata da Cesare Lievi e sul palco un grande castcon le voci di due stelle del belcanto come Jessica Pratt (Linda) e Teresa Iervolino (Pierotto), poi il tenore Francesco Demuro nella prima recita seguito da Giulio Pelligra (Carlo) nelle altre recite, Vittorio Prato (Antonio), Marina De Liso (Maddalena), Fabio Capitanucci (marchese di Boisfleury), Michele Pertusi (prefetto)e Antonio Garés (un intendente). Le scene e i costumi sono di Luigi Perego le luci di Gigi Saccomandi.

Il 19 novembre dopo le lunghe tournée in Cina e in Europa di ottobre e novembre, ecco un nuovo allestimenti dell’ultimo capolavoro verdiano, nato dalla straordinaria collaborazione con un altro genio, Arrigo Boito, che ha saputo offrire a Giuseppe Verdi uno straordinario e quasi unico esempio di contaminatio di due testi shakespeariani, l’Enrico IV e le allegre comari di Windsor: Falstaff con la regia affidata a Sven-Erich Bechtolf (con il suo rodato staff: Julian Crouchalle scene e Kevin Pollard ai costumi, Alex Brok alle luci e Josh Higgason ai video) e la direzione di uno dei massimi direttori dei nostri tempi, il maestro John Eliot Gardiner. Nel ruolo del titolo Nicola Alaimo, (che ha recentemente interpretato con grande successo i ruoli di Michonnet e Fra’ Melitone ) che lo ricoprì per la prima volta a Pisa nel 2006 e poi consacrato nel 2013 a New York con la direzione di James Levine, da allora una delle sue interpretazioni più acclamate che gli è valsa anche un Premio Abbiati nel 2016. Con lui nel ruolo di Ford Simone Piazzola, Xabier Anduaga (Fenton), Paolo Antognetti (dottor Cajus), Antiono Garès (Bardolfo), Alessandro Spina (Pistola). Ailyn Pérez che torna al Maggio dopo La rondine di Giacomo Puccini dello scorso settembre 2020, sarà Alice Ford, Sara Mingardo sarà Mrs. Quickly, e Meg Page sarà Vasilisa Berzhanskaya; Francesca Aspromonte sarà Nannetta. Repliche il 21, il 23, il 30 novembre e il 3 e 5 dicembre.

In dicembre con la prima il 9 e repliche il 12, il 14, il 17 e il 19  in scena Madama  Butterfly di Giacomo Puccini nel nuovo allestimento di Chiara Muti e la direzione di Francesco Ivan Ciampa. Si tratta di un titolo molto amato e frequentato al Maggio e questa nuova edizione  era prevista in cartellone nel novembre dello scorso anno  ma sospesa a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia. Le scene sono diLeila Fteita, i costumi di Alessandro Lai, le luci di Vincent Longuemare. Butterfly sarà Svetlana Aksenova una delle voci che più si stanno affermando nel panorama internazionale e ha trionfato nel ruolo a Zurigo e in varie piazza prestigiose. Nel ruolo di Pinkerton Sergej Skorokhodov uno dei tenori favoriti da Valery Gergiev e vera star del Teatro Mariinsky di San Pietroburgo Laura Verrecchia sarà Suzuki, Alessandro Luongo sarà Sharpless e con loro Alessio Cacciamani (zio Bonzo) e  Paolo Antognetti (Goro).

Falstaff è l’ultimo spettacolo operistico prima della pausa per lavori: la stagione passa poi in auditorium (o in alternativa, alla Pergola). Il  23 dicembre con repliche il 28, il 30 e in seguito il2, 5, 7 gennaio 2022, in scena  nuovo allestimento di Fidelio di Ludwig van Beethoven, con la direzione Zubin Mehta. La regia dell’unico, straordinario capolavoro operistico del genio di Bonn, che ci lavoro per ben undici anni con tre differenti versioni,  è affidata a Matthias Hartmann che ha immaginato una scena con teli e veli sui quali saranno proiettate e dipinte le celebri immagini delle Carceri di Giovanni Battista Piranesi. Florestan sarà Peter Seiffert, Don Pizarro sarà Tomasz Konieczny, Leonore sarà Lise Davidsen, uno dei soprani più contesi al mondo per le interpretazioni straussiane, che si alternerà nel ruolo con Elisabeth Strid anche lei acclamatissima interprete di questo repertorio; Rocco sarà Franz Josef Selig, uno dei bassi più celebri al mondo, Marzelline Francesca Aspromonte.

Ma il 2022 s inaugura anche con un po’ di verve straussiana: Die Fledermaus di Johann Strauss jr. La prima è programmata il 16 gennaio e le repliche il 18, 20, 21, 23. Sul podio Zubin Mehta. La regia e luci sono Josef E. Köpplinger, le scene di Rainer Sinell e i costumi di Alfred Mayerhofer. Nel cast troviamo Markus Werba (Gabriel von Eisentstein), Valentina Naforniţă (Rosalinde), Giorgio Berrugi (Alfred), Regula Mühlemann (Adele), Reinhard Mayr (Frank), Marina Viotti (Orlofsky), Liviu Holender (Falke); Daniel Prohaska (Blind), Miriam Albano (Ida), Tobias Moretti, celebre attore austriaco (notissimo anche in Italia per le sue interpretazioni nella serie televisiva del “Il Commissario Rex”), sarà la voce recitante nel ruolo di Frosch.

Ancora un titolo “comico” ma questa volta fiorentino (o meglio, fiorentino – veneziano): il 22 gennaio, con repliche il 24 e il 4, 6, 8 febbraio a Lo sposo di tre e marito di nessuna, di Luigi Cherubini. Questo titolo di ben rara esecuzione avrebbe dovuto inaugurare l’edizione del Festival nel 2020; mai rappresentata a Firenze prima d’ora, viene presentata in un nuovo allestimento  che vedrà sul podio Diego Fasolis, la regia di Cesare Lievi e tra gli interpreti Sara Blanch (Donna Lisetta), Ruzil Gatin (Don Martino), Fabio Capitanucci (Don Pistacchio), Arianna Vendittelli (Donna Rosa), Mattia Olivieri (Don Simone), Benedetta Torre (Bettina) e Giulio Mastrototaro (Folletto). Le scene e i costumi sono di Luigi Perego, le luci di Gigi Saccomandi. Si tratta di un’opera giocosa in due atti, l’unica che il compositore scrisse per Venezia dove debuttò con successo nel 1783 nel glorioso teatro San Samuele. Cherubini poco più che ventenne, si cimentò in un lavoro sullo stile della tradizione della scuola napoletana.

Ed è ancora un titolo della “giovane scuola” a chiudere la stagione 21/22 prima dell’avvio del festival: l’Amico Fritz di Pietro Mascagni,  l’opera che seguì il clamoroso trionfo di Cavalleria, molto amata dai “mascagnani” e che ebbe al suo apparire (1891)  un notevole successo, ma a partire dal secondo adopoguerra raramente ripresa (come del resto quasi tutti i lavori di Mascagni). Al Maggio manca da 80 anni, quando a dirigerla fu lo stesso Mascagni, valente direttore d’orchestra. La prima è programmata  per il 1 marzo con le repliche il 3, 6, 9 e 12. Il nuovo allestimento con la regia di Rosetta Cucchi  sarà diretto da Riccardo Frizza, nei ruoli principali Charles Castronovo (Fritz Kobus), Salome Jicia (Suzel) e Teresa Iervolino (Beppe lo zingaro). Riccardo Frizza uno dei più importanti direttori italiani, direttore musicale del Festival Donizetti con una intensa attività al Metropolitan, a Monaco, al Covent Garden che torna a Firenze dopo il Rigoletto di Verdi, con la regia di Davide Livermore dello scorso febbraio.

Per quanto riguarda invece il festival, una veloce “carrellata” dei titoli: Il 22 maggio per cinque recite una nuova produzione di I due Foscari di Giuseppe Verdi. Direttore Carlo Rizzi e la regia di Grischa Asagaroff con Plácido Domingo nel ruolo di Francesco Foscari e la sorprendente voce di Jonathan Tetelman come Jacopo. Dal 7 giugno in alternativa all’Auditorium e probabilmente sul palcoscenico di La Pergola e fino al 18 con 5 recite, Ariadne auf Naxos di Richard Strauss con la direzione di Daniele Gatti e la regia di Matthias Hartmann. Ariadne sarà Krassimira Stoyanova, Zerbinetta sarà Jessica Pratt e per sé il sovrintendente Pereira ha riservato il ruolo del Haushofmeister che ha sostenuto come un cameo in moltissime produzioni delle stagioni da lui disegnate. In giugno, sempre o all’auditorium o a La Pergola, Alceste di Lully, diretto da Federico Maria Sardelli e con la regia di Robert Carsen.

I concerti

La stagione sinfonica, preceduta da due trasferte il 14 agosto a Grafenegg e il 15 agosto a Budapest con due concerti diretti da Zubin Mehta e il pianista Rudolf Buchbinder, prende avvio con
 Zubin Mehta il 10 settembre con la ripresa del “Ciclo Beethoven” in programma le sinfonie n. 3 in mi bemolle maggiore, Eroica e la n. 5 in do minore op. 67.
 Il 12 settembre Daniele Gatti, dirige l’Orchestra Mozart in un programma con musiche
 di Igor Stravinskij (Apollon Musagète, balletto in due scene) e Wolfgang Amadeus Mozart
 (Sinfonia in do maggiore K. 551, Jupiter).
 n occasione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, lunedì 13 settembre Riccardo Muti, dirige l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e il Coro del Maggio, con i professori d’Orchestra del Maggio e i professori d’Orchestra e dell’Arena di Verona in un concerto con musiche di Tigran Mansurian (Purgatorio - Commissione del Ravenna Festival), Franz Liszt
 (Dante-Symphonie S 109), e di Giuseppe Verdi le Laudi alla Vergine Maria.
 Il concerto sarà eseguito anche il 12 settembre a Ravenna e il 15 a Verona.
 Il “Ciclo Beethoven” prosegue il 25 settembre con il concerto diretto da Zubin Mehta che affronta la sinfonia 1 in do maggiore op. 21, la sinfonia 2 in re magg. op 36 e la sinfonia 4 in si bemolle maggiore op. 60; e che continua il 29 settembre con sinfonia n. 6 in fa maggiore op. 68 Pastorale e la sinfonia n. 7 n la maggiore op. 92.
 L’1 ottobre Christoph von Dohnányi, poco dopo aver festeggiato i suoi 92 anni (è nato l’8 settembre 1929) sale sul podio dell’Orchestra del Maggio per affrontare il concerto che avrebbe dovuto dirigere lo scorso 20 febbraio. In programma musiche di Charles Ives (The Unanswered Question), di György Ligeti con il Concerto doppio per flauto, oboe e orchestra (Henrik Wiese, flauto; Tobias Vogelmann, oboe) e per chiudere la sinfonia n. 6 in si minore op. 74, Patetica di Pëtr Il'ič Čajkovskij.
 Prima della trasferta europea, il 28 ottobre Zubin Mehta dirige di Alban Berg Drei Bruchstücke aus Wozzeck con il soprano Asmik Grigorian e la Sinfonia n. 9 in re minore di Anton Bruckner e l’Adagio dalla 10 sinfonia di Gustav Mahler.
 Sabato 20 novembre, sir John Eliot Gardiner impegnato nelle recite del Fastaff, dirigerà un concerto sinfonico il cui programma verrà presto annunciato.
 L’11 dicembre sarà la serata dedicata all’Orchestra del Teatro Mariinsky di San Pietroburgo diretta da Valery Gergiev.
 

Il 22 dicembre è in programma la solenne inaugurazione del nuovo Auditorium e a battezzare la sala sale sul podio del Coro e dell’Orchestra il direttore a vita del Maggio, il maestro Zubin Mehta (v. supra)  Per la fine dell’anno il 31 dicembre 2021, il maestro  Mehta dirigerà la sinfonia n. 8 in fa maggiore op. 93 e la sinfonia n. 9 in re minore op. 125 per soli, coro e orchestra di Ludwig van Beethoven. Interpreti: Elisabet Strid, soprano, Marie-Claude Chappuis, mezzosoprano, il tenore Giorgio Berrugi e il basso Franz-Josef Selig.
 
Il 4 gennaio 2022 il “Ciclo Beethoven” chiude la sua programmazione con l’esecuzione delle ultime due sinfonie beethoveniane eseguite nella sera dell’ultimo dell’anno; il cast vocale resta il medesimo.
 
Il 10 gennaio il Teatro del Maggio ospiterà l’Orchestra di Montecarlo diretta da Charles Dutoit con una solista d’eccezione: al pianoforte Martha Argerich.
 
Il 22 gennaio, Zubin Mehta in un programma ancora in via di definizione dirigerà un concerto sinfonico corale.
 Appuntamento il 26 febbraio in Auditorium con James Conlon alla guida dell’Orchestra del Maggio in un programma da definire.
  Sempre all’Auditorium l’11 marzo torna Daniele Gatti per dirigere, di Maurice Ravel, il Concerto in sol maggiore per pianoforte e orchestra con Hélène Grimaud al pianoforte.
 In chiusura prima dell’avvio del Festival, il 9 aprile, il concerto diretto da Franz Welser-Möst il grande direttore per la prima volta al Maggio; il programma in via di definizione verrà comunicato successivamente e sarà eseguito nell’Auditorium.


 Le tournée

Sebbene l’avvio di stagione sia già anticipato da due concerti sinfonici eseguiti in trasferta a Grafenegg il 14 agosto e a Budapest il 15 agosto con Zubin Mehta alla guida dell’Orchestra del Maggio per la sinfonia n. 6 di Ludwig van Beethoven e il concerto per pianoforte e Orchestra di Johannes Brahms n. 1 con Rudolf Buchbinder, sono due le importanti e impegnative trasferte programmate dal Maggio tra i mesi di ottobre e novembre entrambe capitanate dal maestro Zubin Mehta: il tour in Cina e un tour europeo. Molto significativo e impegnativo quello previsto in Europa dal 30 ottobre al 7 novembre dove verranno toccate Amburgo, Linz, Vienna, Lussemburgo, Dortmund. Il maestro Mehta emblema e portabandiera del Teatro del Maggio nel mondo dirigerà nelle differenti serate alcune composizioni di Alban Berg, Franz Schubert, Gustav Mahler, Anton Bruckner.

 



[1] Per la recensione dello spettacolo in streaming cfr. http://www.totalita.it/articolo.asp?articolo=9337&categoria=1&sezione=8&rubrica=8

[2] Per la presentazione di quello spettacolo cfr https://www.totalita.it/articolo.asp?articolo=9307&categoria=1&sezione=8&rubrica=8

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