Maggio Musicale Fiorentino

LA RONDINE: capolavoro o composizione minore? L'opera viennese di Puccini torna sul palcoscenico del Maggio.

La bellissima commedia di Adami musicata dal genio lucchese viene riproposta nella edizione di Denis Krief; dirige Armiliato.

di Domenico Del Nero

LA RONDINE: capolavoro o composizione minore? L'opera viennese di Puccini torna sul palcoscenico del Maggio.

Era stato un bel volo, tre anni fa, quello della Rondine di Giacomo Puccini sul palcoscenico del Maggio Musicale Fiorentino. Quello che in diversi definiscono un capolavoro poco apprezzato e conosciuto del grande compositore lucchese aveva infatti  trovato il pieno consenso del pubblico e di buona parte della critica, che aveva apprezzato l’edizione curata dal regista Denis Krief e diretta dal maestro Valerio Galli.

L’opera viene riproposta in questi giorni al teatro del Maggio, a partire da stasera per un totale di quattro recite (22, 25,29 settembre ore 20; 27 ore 15.30) sempre con l'allestimento di Denis Krief e con il maestro Marco Armiliato a dirigere l'Orchestra e il coro del Maggio. Tra gli interpreti, debuttano al Maggio Ailyn Pérez nel ruolo di Magda e Dmytro Popov (che sostituisce in tutte le recite Roberto Aronica, indisposto) in quello di Ruggero.

Un’opera come la Rondine prevede però, soprattutto nel secondo atto, una presenza massiccia del coro in scena e questo in tempi di Covid non poteva non creare qualche problema: “ Siamo il primo teatro in Italia che ha aperto e prosegue la sua attività con una produzione scenica nell'epoca del Covid19 – ha detto il sovrintendente Alexander Pereira -. Non è affatto semplice pensare una ripresa in questa situazione, pensiamo ad esempio al coro, che deve cantare sul palco tenendo conto del distanziamento, così come i solisti. Abbiamo dovuto ripensare molti dettagli ma ce l'abbiamo fatta e siamo convinti che sia questa la direzione da seguire, sia per il teatro, sia per il nostro pubblico. Avevamo già da tempo stabilito che chiunque andasse in scena avrebbe dovuto fare il test sierologico ma per essere ancora più scrupolosi e garantire a tutti la possibilità di lavorare in serenità abbiamo aggiunto al nostro protocollo, di concerto con la Menarini che ce lo ha messo a disposizione, un test a cui tutti siamo sottoposti”

Il regista  ha così dovuto ripensare alcuni dettagli, anche se l’impostazione di fondo rimane quella di tre anni fa: “Per rispondere alle giuste esigenze sanitarie, rispetto alla prima edizione del 2017, devo rispettare delle regole che non appartengono alla tecnica di regia usuale – ha spiegato Denis Krief -. Per i solisti devo evitare baci, come quello richiesto da Puccini nel secondo atto, e evitare abbracci, ma le “intenzioni” di ognuno sono sempre molto chiare, anche quando non corrispondono alle azioni. Così l'intenzione di quel bacio mancato sarà facilmente comprensibile dal pubblico, che non ne percepirà l'assenza. Per gli artisti del coro dovrò rispettare le regole del distanziamento variando certe scene, come quella del valzer del secondo atto e inoltre certe regole sanitarie ci impediranno di usare i camerini quindi di usare tutti i costumi o i trucchi previsti. Ma anche a questi disagi abbiamo rimediato, facendo danzare insieme alcuni artisti del Coro che sono coppie anche nella vita di tutti i giorni oppure chiedendo di ovviare all'impossibilità di utilizzare i camerini chiedendo ai coristi di venire già vestiti da casa. Quest'opera – vista l'ambientazione – ce lo consente. Così sono e siamo riusciti a non alterare il significato delle scene”.

Ed è una fortuna, perché la lettura del regista è sicuramente molto interessante.  Krief, che anche in questa occasione  ha curato anche le scene, le luci e i costumi ci presenta una ambientazione molto  vicina a noi nel tempo (probabilmente anni novanta) anche se, più che di rivisitazione,  sarebbe opportuno parlare di “attualizzazione” nel senso positivo del termine:  “ Attraverso queste lunghe conversazioni che sembrano inutili, Puccini ci descrive un mondo di persone oziose, nullafacenti (…) un mondo alla Bel Amì di Maupassant. (…)  Un po’ un mondo di oggi, di figli di buona famiglia che hanno tutto senza fare nulla e si annoiano, correndo da un posto all’altro”, aveva dichiara il regista per l’edizione di tre anni fa.  Ed ecco che nel primo atto troviamo un loft nel mezzo del palco, dove gli amici chiacchierano con nonchalance: una “conversazione in musica”, novità assoluta nell’opera italiana resa perfettamente sia sul piano musicale che registico. Nel secondo atto  il loft cede il passo al Cafè Bullier, la cui struttura può ricordare i cocktail bar e le discoteche: sullo sfondo, una veduta di Parigi che ci ricorda che comunque la Ville Lumiere è sempre di scena, mentre nel terzo atto una casetta sullo sfondo del mare di Nizza ci mostra il nido di una coppia destinata ben presto a sciogliersi in una tragedia senza sangue e senza morte (almeno, non fisica) ma pur sempre con profondo dolore. Uno sfondo che grazie anche al gioco di luci, dei costumi, dei movimenti scenici degli attori e del coro, ha saputo creare una atmosfera incantevole e avvincente.  Una impostazione che non può definirsi né tradizionale né … “avveniristica, e che tre anni fa aveva decisamente colto nel segno. Ma l’esperienza passata ha fatto riflettere il regista, che ha dunque arricchito la sua interpretazione di nuove sfumature e attenzioni, soprattutto per quanto concerne i protagonisti:  “La situazione di Magda mi è apparsa più ricca psicologicamente di quanto mi aspettassi. Puccini ci lascia un ritratto di donna straordinario. Una donna alienata in una società maschilista preferisce rimanere una mantenuta o meglio ritornare a questo stato sociale piuttosto che subire una suocera, una famiglia, un’alienazione da donna sposata. Non è forse Nora di Ibsen, ma poco ci manca (…) La scena della rottura fra i due amanti diviene straziante e esibisce il dolore del ragazzo in un modo quasi impudico, nuovo, una specie di nouvelle vague operistica. Raramente la disperazione maschile è stata così esibita ed espressa con così tanta sincerità su un palcoscenico di opera. Senza nessuna rabbia, come avviene per Don José lasciato da Carmen per esempio. La rondine rimane un’opera, un ritratto psicologico e sociale ben lontano da un’operetta o da una Traviata sotto tono, come è stata sbrigativamente definita con una conoscenza molto superficiale di quest’opera rara!

La storia in breve: il 27 marzo 1917 vedeva la luce, al teatro dell’Opera di Montecarlo, un lavoro almeno apparentemente “atipico” di Giacomo Puccini. Originariamente avrebbe dovuto essere un’operetta: del resto anche Mascagni e Giordano non avevano disdegnato il genere e quando nell’ottobre 1913 il compositore ricevette un’offerta allettante del  Carl-Theater di Vienna,  dopo un iniziale disinteresse fu tentato di accettare.  Si trattava di comporre una decina di numeri di partitura, da inserire tra brani parlati: compenso duecentomila corone, senza dubbio una bella cifra. Ma i …. cordoni della borsa non bastarono a far vibrare la corda dell’ispirazione :  “io operetta non la farò mai” scriveva il maestro  nel 1913 all’amico viennese barone  Eisner. Benissimo un soggetto leggero, che soprattutto nel finale presentasse una soluzione non “catastrofica” come quelle di Manon o Bohème; ma Puccini non aveva gradito poi il soggetto proposto, giudicato troppo banale.  Chiese dunque ai viennesi uno diverso e migliore: si arrivò così alla Rondine su testo di Giuseppe Adami, uno dei futuri librettisti di Turandot .  A complicare ulteriormente le cose ci si misero dei dissapori con l’editore Tito Ricordi e naturalmente la guerra. Sulla seconda purtroppo ci si poté fare ben poco, ma per il primo problema c’era l’editore rivale, Sonzogno, che ottenne la partitura in comproprietà con la Universal Edition di Vienna. Dopo varie vicissitudini, la prima fu fissata al teatro dell’Opera di Monte Carlo, il 27 marzo 1917, dove ottenne un vivissimo successo; mentre le successive esecuzioni, sia italiani che viennesi, risultarono più problematiche. Puccini peraltro si tormentò con quest’opera sino all’ultimo anno della sua vita, insoddisfatto soprattutto del finale che avrebbe voluto cambiare. Magda è un personaggio molto diverso dalle eroine tipiche pucciniane; un personaggio di una Belle Èpoque che si sta spegnendo sotto i foschi bagliori della guerra e a cui Puccini guarda con atteggiamento non troppo diverso dallo Strauss del Cavaliere della Rosa, con qualche vago tocco addirittura di Offenbach. L’opera rientra dunque nell’ultima fase della creazione pucciniana, caratterizzata da una intensa sperimentazione:  a mezzo tra la Fanciulla del West (1910) e il Trittico  (1918), presenta una partitura straordinariamente ricca e elaborata: l’ambientazione Secondo Impero legittima l’uso del valzer, ma il compositore  non disdegna affatto l’utilizzazione di danze più moderne (e piacevolmente anacronistiche) come  Il fox, di derivazione nordamericana; ma fanno capolino  il tango, la polka e altri ancora, che hanno sempre un ruolo di conferire un carattere ben preciso a scene e situazioni. Un ritorno dunque quanto mai gradito, un’opera che con la sua grazia e la sua levitas può portare un soffio di gradita leggerezza in tempi non certo sereni.

 

La trama dell’opera

Atto I
Magda, giovane amante del ricco banchiere Rambaldo, discute con le amiche dell'ultima moda parigina, l'amore romantico, e confida loro di una sua passione giovanile, esprimendo il desiderio di provare ancora quel sentimento. Giunge Ruggero, un giovane amico di Rambaldo di passaggio a Parigi; la discussione divaga sul modo più piacevole di trascorrere una serata nella capitale e, mentre Magda conversa con il poeta Prunier, le altre ragazze consigliano a Ruggero di recarsi da Bullier, un celebre locale notturno della città. Quella sera Magda va al Bullier vestita in modo semplice, senza sospettare che lì andrà anche la sua cameriera Lisette, con gli abiti della padrona ed accompagnata da Prunier, che è il suo amante.

Atto II
Al Bullier. Indifferente all'allegria ed alla confusione, Ruggero si annoia. Magda arriva e si siede al tavolo del giovane presentandosi come Paulette; fra i due si stabilisce un'intesa via via più intensa. Giungono Prunier e Lisette: quest'ultima crede di riconoscere nella compagna di Ruggero la padrona, ma Prunier, che capisce la situazione, la smentisce. L'arrivo di Rambaldo è un fulmine a ciel sereno: Prunier vorrebbe che Magda si allontanasse, ma la giovane è intenzionata ad affrontare la situazione e confessa al banchiere la serietà dei suoi sentimenti. Mentre Rambaldo si allontana, Magda torna da Ruggero.

Atto III
Magda e Ruggero vivono insieme, felici e lontani da Parigi. Il giovane, che ignora il passato della fanciulla, ha scritto una lettera alla madre per avere il consenso alle nozze; Magda sente crescere l'imbarazzo. Giungono Prunier e Lisette e, mentre quest'ultima chiede alla padrona di un tempo di riprenderla a servizio, il poeta informa che i sentimenti di Rambaldo non sono mutati. La lettera di risposta giunge con il consenso materno e a questo punto Magda, comprendendo che l'illusione non può durare più a lungo, racconta tutta la verità. Nonostante le proteste di Ruggero, disposto a tutto pur di non perderla, Magda parte, portando dentro di sé il bel ricordo dei giorni passati, per ritornare alla vita di sempre.

 

La Rondine

di Giacomo Puccini

 

Maestro concertatore e direttore Marco Armiliato

Regia, scene, costumi e luci Denis Krief

Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Maestro del Coro Lorenzo Fratini

 

 

Magda Ailyn Pérez

Lisette Roberta Mameli

Ruggero Dmytro Popov

Prunier Francesco Castoro

Rambaldo Francesco Verna

Périchaud Nicolò Donini

Gobin Alfonso Zambuto

Crebillon Shuxin Li

Yvette Francesca Longari

Bianca Marta Pluda

Susy Valentina Corò

Un maggiordomo Giovanni Mazzei

Rabbonier Diego Barretta

Georgette/Voce di sopranino Elena Bazzo

Gabriella Cristina Pagliai

Lolette Chiara Chisu

Tenori Massimiliano Esposito, Dean David Janssens, Luca Tamani, Fabrizio Falli

Un giovane Fabrizio Falli

 

Piaciuto questo Articolo? Condividilo...

Inserisci un Commento

Nickname (richiesto)
Email (non pubblicata, richiesta) *
Website (non pubblicato, facoltativo)
Capc

inserisci il codice

Inserendo il commento dichiaro di aver letto l'informativa privacy di questo sito ed averne accettate le condizioni.

TotaliDizionario

cerca la parola...