Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
icordi, la memoria che non si cancella riemergono spesso dalle brume del
passato per rammentarci come eravamo e quali siano stati i passaggi
fondamentali nella ricostruzione del
nostro paese dopo la tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Sono alcuni personaggi
che ci permettono di riavvolgere il nastro della storia, anche di quella più
recente e che ci costringono a fare dei paragoni, a porre parallelismi, a
guardare al futuro senza scordare ciò che è stato prima. Per uno di quei
fortunati casi che capitano a chi si occupa di storia, ci sono giunti
inaspettatamente tra le mani gli appunti, scritti di pugno da Paolo Rossi, dal
1947 membro dell'Assemblea Costituente, esponente di spicco del partito
socialista democratico, Ministro della Pubblica Istruzione dal 1955 al 1957,
nonchè presidente della Corte Costituzionale dal 1975 al 1978. E' grazie a sua
figlia, la celebre scrittrice Francesca Duranti che abbiamo potuto leggere
quegli appunti che risalgono al 1970. "Ciò che ricordo con particolare
nostalgia - scrive Paolo Rossi a proposito dei lavori della Costituente - è il
clima di sincero e costruttivo attivismo, dell'impegno morale in cui si
svolsero i lavori della Commissione dei Settantacinque e poi del Comitato dei
Diciotto per la redazione del testo definitivo [ della Costituzione n.d.r. ].
Non si verificava allora lo scandalo delle aule semideserte. Alle sedute i
commissari c'erano sempre tutti". La "prebenda" che era
destinata ai commissari era di venticinquemila lire dell'epoca, ben poca cosa,
corrisponderebbero oggi a circa ottocento euro, fatto salvo il potere
d'acquisto dell'epoca rispetto a quello di adesso. "Anche la nostra vita
era spartana - prosegue Paolo Rossi -" sottolineando come fossero
costretti a restare a Roma per intere quindicine: " interrotte da un
viaggio a casa lunghissimo e disagevole. La Presidenza ci aveva munito di un
carnet di tagliandi, con i quali potevamo frequentare la mensa del circolo
militare a Palazzo Barberini, pagando, se ricordo bene, centocinquanta lire a
pasto". Tempi duri quelli del dopoguerra, senza dubbio, tuttavia rispetto
agli ostentati privilegi di cui godono oggi i rappresentati delle istituzioni,
nate proprio in quel periodo grazie all'impegno di uomini come Paolo Rossi, il
paragone, come si suole dire, sorge spontaneo. Scorrendo quelle pagine fitte
scritte con una bellissima grafia, i ricordi si fanno ancor più
personali:" L'onorevole Ghidini - prosegue Rossi - vicepresidente della
Commissione [Gustavo Ghidini, membro della Commissione dei 75 per il Partito Socialista
n.d.r.] prestigioso avvocato, scoprì che si poteva mangiare, non peggio, in un
locale dell' Onarmo, a via del Bufalo, per lire novanta". C'è un passaggio
altamente significativo che Paolo Rossi ha voluto sottolineare con forza:
"Posso garantire - assicura - per me e per gli amici con i quali stavo più
spesso, che nessuno pensava al proprio collegio e alla prossima rielezione. Si
ventilava addirittura l'opportunità di una norma transitoria che dichiarasse
non immediatamente rieleggibili i costituenti". Poi i nomi di spicco che
lui frequentava e le impressioni che traeva da quei confronti: " Alcuni,
non tutti cattolici, Dossetti, Perossi, Ambrosini, Calamandrei, mettevano nel
loro compito un sentimento religioso: la religione della libertà e del dovere
civico". La profonda, raffinata cultura giuridica di Paolo Rossi lo
indirizza poi verso l'analisi della nostra Costituzione: "Come documento
la Costituzione, molto simile a quella della Quarta Repubblica francese, durata
lo spazio di un mattino, può essere criticata - osserva -. Vi sono collocate
sullo stesso piano, affermazioni di principio, norme immediatamente precettive,
indicazioni programmatiche, e perfino speranze di complessa e non facile
realizzazione. In alcuni casi, come il regolamento dell'attività sindacale e
l'esercizio del diritto di sciopero, i Costituenti hanno preferito rimettersi
al legislatore ordinario e fu un errore, perchè non si potè più ricreare quella
unità di intenti che era viva all'epoca dei Costituenti: le leggi d'attuazione
previste costituzionalmente, non sono più venute!" Una critica
giustificata dalla lacuna lasciata dall'articolo 40 della Costituzione, che
sancisce il diritto di sciopero ma secondo le leggi vigenti, così come la
regolamentazione dell'attività sindacale. Tale materia, come sappiamo, è stata
oggetto di sentenze e di normative che dal 1978 in poi si sono succedute fino
addirittura agli anni Novanta del secolo scorso. Lacune che lucidamente Paolo
Rossi aveva messo in rilievo già durante i lavori dell'Assemblea
Costituente. "Avevamo immaginato la
carta fondamentale come uno strumento perfettibile - prosegue Rossi - al lume
dell'esperienza, indicando i mezzi per la sua revisione, ma si è tardato tanto
a varare la legge sul referendum che la Costituzione si è trasformata di fatto
da Costituzione garantita ma flessibile a Costituzione rigida. Meuccio Ruini
[Presidente della Commissione dei Settantacinque e in seguito Presidente del
Senato n.d.r.] che aveva dato alla Costituente tutta l'esperienza di giurista e
di uomo politico, tutta la passione di ardente democratico, negli ultimi anni
della sua lunga vita operosa, convocava privatamente alcuni dei superstiti
membri della Commissione dei Diciotto per studiare riforme che gli parevano
indispensabili: il rafforzamento dei poteri e una correlativa maggiore
responsabilità dell'esecutivo; la distinzione dei compiti e rappresentanza tra
Camera e Senato". Temi ancora oggi di stretta attualità che la
lungimiranza degli uomini che la Costituzione l'avevano fatta, avevano indicato
in tempi oramai lontani. Luci e ombre dunque, perfettibilità di una carta
fondamentale da adeguare ai diversi periodi storici: ciò che è mancato e ancora
oggi manca. Paolo Rossi conclude le sue pagine di appunti con un monito che
dovrebbe, il condizionale è d'obbligo, riguardare tutti noi: "La
Costituzione è un magnifico documento quando è scolpita nelle coscienze!".
Alessandro Bedini
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