Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Sicuramente Molière non aveva una grande opinione della natura umana e soprattutto della società. Tutti i suoi capolavori mettono alla berlina personaggi che sono unici e tipici al tempo stesso. Ma nella sua straordinaria galleria di caratteri il Misantropo merita un posto particolare, sia per lo scavo psicologico, ancora più profondo del consueto, che per l’amarezza di una vicenda che non conosce lieto fine, né potrebbe essere diversamente. Il Misantropo, rappresentata per la prima volta al Palais Royal il 4 giugno 1666, con le musiche di Jean Baptiste Lully, è stato rappresentato in questo fine settimana al teatro Era di Pontedera ed approda ora al proscenio della Pergola di Firenze (entrambi i palcoscenici afferiscono al Teatro della Toscana), prima rappresentazione domani martedì 12 novembre ore 20,45. La messa in scena, della compagnia Gli ipocriti – Melina Balsamo, vede la regia di Nora Venturini e nella parte di Alceste e Celimene Giulio Scarpati e Valeria Solarino, con repliche fino a domenica 17 (per il giorno festivo ore 15,45).
“In questo capolavoro – afferma Venturini – sempre in equilibrio tra commedia e tragedia, l’aspetto privato del tormento amoroso è dal punto di vista teatrale altrettanto interessante di quello sociale, perché ne evidenzia il fattore umano e ce lo rende sempre attuale, anche a distanza di secoli”. E in effetti, accanto a una serie di figure che non sfigurerebbero affatto nella pariniana galleria degli imbecilli (il politico con smanie di scrittore, i giovin signori vanesi e modaioli, la pia dama ipocrita e bigotta), tipi umani interpretati da Blas Roca Rey, Anna Ferraioli, Matteo Quinzi, Federica Zacchia, Mauro Lamanna, Matteo Cecchi e che sono parodie dei vizi e dei difetti dell’alta società di ieri, di oggi e domani, al centro del dramma ci osono i due protagonisti. Alceste ha sicuramente qualcosa del suo creatore: nasce in un momento di crisi, sia artistica che personale, dovuta all’abbandono della moglie. Ma se Alceste riflette Moliere bisogna dire che allora il grande commediografo francese era spietato anche con se stesso. “Nella sua urgenza di chiarirsi con Célimène, che gli sfugge e evita il confronto, spazzando via ogni ambiguità, Alceste – sostiene la Venturini – è un personaggio moderno, contraddittorio sino al parossismo. Un uomo cerebrale e indignato, una specie di anacoreta per il quale il Bene, l’Etica, sono scelte assolute che non ammettono il minimo compromesso, rivendicate con furore nella scena della litigata con l’amico Filinto, che ho voluto in proscenio, a stretto contatto con il pubblico, quasi un prologo dello spettacolo”.
Tuttavia Alceste non si può certo considerare un personaggio “positivo”: vuole troppo e infatti finirà per non ottenere nulla, si erge ad asceta fustigatore del vizio ma è anche passionale e carnale, dominato dal desiderio di una donna che è il suo esatto contrario e che a sua volta lo vorrebbe ma non sa e non vuole rinunciare al suo ruolo di divinità salottiera …
“Proprio la loro incompatibilità è la molla che li spinge l’uno verso l’altra – conclude la regista – tragici e comici insieme, Alceste e Célimène sono nostri contemporanei come coppia sentimentalmente impossibile: non si capiscono ma si amano, si sfuggono ma si cercano, si detestano eppure faticano a separarsi”.
Insomma, il Misantropo come specchio della società, non solo del tempo del Re Sole ma anche contemporanea. E infatti un grande specchio incombe sulla scena di Luigi Ferrigno, il teatrino-salotto di Célimène, dietro le cui tende intravediamo la compagnia prepararsi per la rappresentazione. I costumi sono di Marianna Carbone, le luci di Raffaele Perin, le musiche di Marco Schiavoni.
2 – 17 novembre
(ore 20:45, domenica ore 15:45)
Gli Ipocriti - Melina Balsamo
Giulio Scarpati, Valeria Solarino
MISANTROPO
di Molière
traduzione Cesare Garboli
con Blas Roca Rey (Filinto), Anna Ferraioli (Arsinoè), Matteo Quinzi (Oronte, Basco, Du Bois), Federica Zacchia (Eliante), Mauro Lamanna (Acaste), Matteo Cecchi (Clitandro)
scena Luigi Ferrigno
costumi Marianna Carbone
luci Raffaele Perin
musiche Marco Schiavoni
regia Nora Venturini
TURANDOT: l'ultimo capolavoro di Puccini inaugura la parte operistica dell'ottantaseiesimo festival, con la splendida regia firmata da Zhang Yimou
Un concerto per il venerdì santo al teatro del Maggio, tra Bach e Rossini
Un don Pasquale da ... sposare. Un grande spettacolo al Maggio Musicale Fiorentino
DON PASQUALE : l'ultimo capolavoro buffo di Donizetti tra beffe, sospiri e un tocco di malinconia
NERONE: al teatro lirico di Cagliari rinasce un capolavoro
TURANDOT: l'ultimo capolavoro di Puccini inaugura la parte operistica dell'ottantaseiesimo festival, con la splendida regia firmata da Zhang Yimou
Un don Pasquale da ... sposare. Un grande spettacolo al Maggio Musicale Fiorentino
DON PASQUALE : l'ultimo capolavoro buffo di Donizetti tra beffe, sospiri e un tocco di malinconia
NERONE: al teatro lirico di Cagliari rinasce un capolavoro
Così é se vi pare, una grande lettura del dramma di Pirandello. Pieno successo della versione di Geppy Gleijeses al teatro della Pergola
TURANDOT: l'ultimo capolavoro di Puccini inaugura la parte operistica dell'ottantaseiesimo festival, con la splendida regia firmata da Zhang Yimou
Un don Pasquale da ... sposare. Un grande spettacolo al Maggio Musicale Fiorentino
DON PASQUALE : l'ultimo capolavoro buffo di Donizetti tra beffe, sospiri e un tocco di malinconia
NERONE: al teatro lirico di Cagliari rinasce un capolavoro
Così é se vi pare, una grande lettura del dramma di Pirandello. Pieno successo della versione di Geppy Gleijeses al teatro della Pergola