Maggio Musicale Fiorentino

Un galà della ouverture al Goldoni: grande successo del concerto finale del ciclo Mozart

Un Federico Maria Sardelli in piena forma dirige un concerto brillante e molto apprezzato dal pubblico

di Domenico Del Nero

Un galà della ouverture al Goldoni: grande successo del concerto finale del ciclo Mozart

Un  Federico Maria Sardelli in piena forma ha regalato sabato 28 settembre (con replica il giorno successivo)  una splendida serata al pubblico del teatro Goldoni, che era quasi al completo e che ha tributato sia al maestro che all’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino una entusiastica ovazione. Più che meritata, sia perché il programma era di grande interesse, sia perché il maestro Sardelli ha vivacizzato la serata facendo una breve e spesso spiritosa introduzione ai brani proposti, senza tralasciare simpatici aneddoti ma riuscendo anche a concentrare, in poche e chiare parole, una utilissima guida all’ascolto. [1]

La serata – ultimo appuntamento del ciclo Mozart – era praticamente un interessante percorso sulla storia della sinfonia nella forma della “ouverture”, non ancora dunque composizione autonoma e banco di prova dei più grandi compositori.  La serata parte  dalla Francia con due musicisti che collaborarono con il   grande Moliere, Lully e Charpentier; due sinfonie “alla Francese” con un movimento iniziale lento e solenne, uno veloce e infine uno di nuovo lento; il tutto in misura ancora molto breve. L’esecuzione della Ouverture del Borghese gentiluomo (Lully) e del Malato Immaginario (Charpentier) è stata davvero in puro … stile Versailles, evidenziando la solennità dei brani ma anche la loro giocosità di fondo, con un perfetto gioco di percussioni e fiati.

Si torna in Italia con il Veneziano Tomaso Albinoni e il fiorentino Francesco Maria Veracini, di cui Sardelli riferisce un gustoso episodio sulla tempestosa fine della sua carriera a Dresda, quando volò letteralmente fuori da una finestra (non si sa se …aiutato o meno) dopo una furibonda litigata a proposito delle competenze sue e di quelle del primo violino. Si ruppe una gamba e ci rimise anche la carriera presso una delle più importanti corti musicali di primo Settecento. Dresda è il filo che unisce i due componimenti, la sinfonia di Albinoni (di cui si ignora la destinazione e il cui manoscritto è stato rinvenuto nella città tedesca) e l’ouverture VI in sol minore di Veracini, omaggio per il principe elettore di quella città: due ouverture in stile italiano nella classica forma tripartita allegro – andante – allegro: due composizioni poco conosciute ma di grande interesse, eseguite con grande precisione ed eleganza, col il perfetto nitore degli archi e la vivacità dei fiati soprattutto in Veracini.

Non poteva ovviamente mancare Antonio Vivaldi: nelle ouvertures della Olimpiade (1734) e del Bajazet  (1735).  Se l’adagio è il cuore di queste due composizioni, che Sardelli e l’orchestra sottolineano evidenziando quel tocco di malinconia che è tipico della tarda produzione vivaldiana, nondimeno anche i movimenti veloci – soprattutto l’allegro iniziale – scattano veloci e coinvolgenti, in particolare quello del Bajazet che dà anche l’impressione di una delicata coloritura orientale.

Il culmine della serata si raggiunge forse con l’esecuzione dell’ouverture del Fireworks di G. F. Handel: sinfonia in stile francese, ma notevolmente ampliata quanto a organico e durata. È stata una esecuzione che ben si può definire pirotecnica: solenne e trascinante al tempo stesso, formidabili i fiati, gli ottoni e le percussioni che hanno veramente creato quel clima di festeggiamento e di vittoria per cui il capolavoro di Handel è stato composto.

E alla fine, ovviamente, Mozart: una brillante e graziosa sinfonia giovanile (ma giovanile solo per l’età del compositore, perché quando Mozart la scrisse aveva solo 17 anni ma un gran numero di composizioni sulle spalle). La sinfonia in do maggiore K 162 ha un impianto ancora tipicamente “teatrale” con la sua tripartizione ed è stata eseguita evidenziando tutta la grazia e la brillantezza del grande salisburghese. Infine una delle più celebri e amate opere di Mozart, il Don Giovanni, ha concluso con la sua ouverture il programma ma non la serata: bis – apprezzatissimo – con i fuochi di artificio di Handel.



[1] Per la presentazione del programma cfr. http://www.totalita.it/articolo.asp?articolo=9182&categoria=1&sezione=10&rubrica=10

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