I libri di totalità

Rassegna di novità librarie settembre 2019

di Mario  Bozzi Sentieri

Rassegna di novità librarie settembre 2019

Giuseppe Bedeschi, Declino e tramonto della civiltà occidentale. Studi sulla caduta dell'idea di progresso nella cultura europea (Rubbettino, pagg. 146, Euro 15,00)

Per alcuni secoli la cultura occidentale ha nutrito, con poche eccezioni, una ferma fede nel progresso: cioè essa ha creduto che il cammino della nostra civiltà fosse un cammino ascendente e inarrestabile, che avrebbe accumulato conquiste (non solo scientifiche e tecniche, ma anche morali e politiche) sempre più elevate. Sarebbe sorto così un mondo sempre più degno dell’uomo. Nel Settecento l’idea di progresso si è imposta largamente nel modo di concepire la storia, grazie all’Illuminismo. Nella prima metà dell’Ottocento tale idea si è rafforzata, e ha finito per dominare quasi tutte le manifestazioni della cultura occidentale (basti pensare alle dottrine di Hegel, di Marx, di Saint-Simon, di Comte). Ma già nella seconda metà dell’Ottocento tale idea è entrata in crisi (per Burckhardt la storia non ha un fine né una meta), e tale crisi si è aggravata nel Novecento, il secolo che ha avuto due spaventose guerre mondiali e che ha visto la tragica parabola dei totalitarismi. Questo libro documenta la demolizione dell’idea di progresso fatta da pensatori del calibro di Max Weber, Freud, Pareto, Ortega y Gasset, Jaspers, Nietzsche, Spengler, Adorno e Horkheimer, per giungere a Benedetto Croce e a Raymond Aron. Ne esce un quadro di enorme interesse, nel quale si intrecciano motivi più che mai attuali per noi che viviamo nel XXI secolo, foriero di nuove tragedie e di nuove inquietudini.

GEOPOLITICA

Nazzareno Mollicone, Italia sovrana ? Breve storia geopolitica del ruolo internazionale dell’Italia (I libri del Borghese, pagg. 277, Euro 18,00) 

Qualunque Stato manifesta ed esercita la propria autonomia soprattutto in politica estera, con prolungamenti nel campo militare e nella sovranità economico-monetaria; partendo da questo dato, Nazzareno Mollicone analizza la posizione italiana in relazione ai diktat dell’Unione Europea. In questa sintesi della storia italiana, dall’unità nazionale ai giorni nostri, emergono due tratti distintivi: la ricerca di una effettiva sovranità politica e l’aspirazione a un ruolo di grande potenza euro-mediterranea. Due temi strettamente legati tra di loro, e che l’Italia ha cercato di coniugare e rappresentare in diversi modi e nei vari contesti, politico, diplomatico, militare e commerciale, mentre gli altri Stati europei ed extraeuropei, dall’Impero asburgico agli Stati Uniti, hanno preteso di condizionare quando non addirittura di negare. La legittima ambizione italiana ad avere una funzione nel Mediterraneo, ruolo geopolitico rimasto intatto nel corso dei secoli, è stata contrastata soprattutto da inglesi e francesi, con questi ultimi ancora protagonisti nella recente aggressione alla Libia di Gheddafi. Mollicone esamina tutti gli snodi cruciali e gli avvenimenti che determinarono il volto dell’Italia e la sua importanza nella politica europea, dall’intervento in Crimea ai due conflitti mondiali, dalla guerra italo-turca alla svolta dell’Eni guidata da Mattei, fino alla crisi dell’ultimo governo Berlusconi. L’atteggiamento ambiguo delle potenze occidentali, che da un alto corteggiano lo Stato italiano e dall’altro tentano di minarne l’indipendenza, costringe da sempre i politici della penisola a garantirsi la sovranità con alleanze anti-occidentali, dalla Triplice Alleanza al Patto d’Acciaio, sempre alla ricerca della propria grandezza.

EUROPA

Corrado Ocone, Europa l’unione che ha fallito (Historica, pagg. 87, Euro 12,00)

La crisi dell'Unione Europea segna in qualche modo il fallimento dell'ultimo grande progetto razionalistico del Novecento. A fallire è stata la pretesa di costruire su basi razionali astratte una identità europea che andava invece ricercata nella tradizione, cioè nel patrimonio culturale e civile ereditato dal cristianesimo e dal liberalismo. Il risultato è stato un moloch inestricabile di leggi, norme, regolamenti, amministrati da una burocrazia pervasiva e autoreferenziale, prona alle ideologie correnti (il multiculturalismo e il mercatismo in primo luogo) o ai diktat dei paesi più forti. Una vera e propria "gabbia d'acciaio" da cui non è facile nemmeno uscire, come mostra la Brexit. Forse solo riscoprendo la nazione, il luogo in cui la libertà dell'uomo si è fatta storicamente concreta, sarà possibile pensare a un'Europa diversa e cementata non dalle leggi ma dalla comune base morale.

POLITOLOGIA

Guido Taietti, Trattato sul sovranismo o del populismo felice (Fonte di Connla, pagg. 176, Euro 15,00)

Il libro di Guido Taietti analizza l’origine ed esamina le possibilità operative del movimento sovranista, un progetto politico antitetico al globalismo internazionalistico e all’idea progressista. Il sovranismo esiste aldilà del programma socio-economico manifestato, esso non è solo una teoria politica, è piuttosto un fenomeno naturale e istintivo, che oggi è divenuto maggioritario nella gran parte delle nazioni europee. Partendo dal programma elettorale, che professa il tentativo di ripristino della sovranità monetaria nazionale, i gruppi neofascisti e i partiti populisti, di destra e di sinistra, ottengono consensi fra le masse, deluse e impoverite dalla politica dell’Unione Europea. Relegati ai margini del sistema politico i primi, privi di una precisa identità ideologica i secondi, questi raggruppamenti subiscono l’assalto dei mass-media e le invettive degli avversari istituzionali. Nella prima parte del testo, l’autore rappresenta le differenze e le analogie fra populismo, sovranismo e neofascismo; quindi passa in rassegna i maggiori rappresentanti di queste correnti in Italia: la Lega di Salvini e Casa Pound.

STORIA

Gabriele Parodi, Paola Coraini, Chiedi al torrente. Le stragi partigiane in un quartiere della “Grande Genova”, Val Polcevera 1943-1945 (Italia Storica, pagg. 187, Euro 18,00)

I caduti per mano partigiana, tra militari e civili, in tutta la provincia di Genova ammontano a circa 1.900. A Bolzaneto, dal censimento conclusivo rilevato con la scoperta delle ultime fosse comuni ad inizio anni '50, il numero è di circa 180 persone, delle quali più della metà non identificate. Tra gli identificati, oltre la metà sono vittime civili, di cui nove di sesso femminile, le cui date di arresto, scomparsa e decesso risalgono al maggio del 1945. Il principale luogo di detenzione e di processi sommari per i prigionieri in questa zona, regno incontrastato della Brigata Volante "Balilla" e del suo capo indiscusso Angelo Scala "Battista", fu l'ex deposito di legnami Scorza sulla strada che a Bolzaneto sale verso il paese di Geminiano, che costeggia l'omonimo torrente. Perché tanti morti in una delegazione di sole 10.000 persone? Ci fu una regia a pianificare e avallare le esecuzioni? Perché le esecuzioni continuarono anche a guerra ampiamente terminata? Perché tanto accanimento sui civili, incluse donne e minorenni? Questo libro cerca di dare una risposta a queste domande, sulla base di una vasta messe di documenti d'archivio e di testimonianze dirette. 

                                                                   ***

Ugo Spirito, Filosofia della grande civilizzazione. La “rivoluzione bianca” dello Scià, a cura di Gianni Scipione Rossi. Postfazione di Hervé A. Cavallera (Luni Editrice/Fondazione Ugo Spirito e  Renzo De Felice, pagg.  192, Euro 22,00)

Negli ultimi mesi di una vita segnata da una speculazione che tende a inverarsi nell’azione politica, Ugo Spirito ha lavorato a un volume sull’Iran governato da Mohammad Reza Pahlavi. Un libro rimasto inedito nella sua stesura integrale e oggetto, in tempi diversi, di manipolazioni e censure, Conservato nel suo archivio privato, a quarant’anni di distanza il testo appare per la prima volta nella sua versione originale, che rivela il reale pensiero del filosofo.
Lo sforzo compiuto da Spirito è stato volto, nell’autunno del 1978, a comprendere e illustrare criticamente le linee guida della “rivoluzione bianca” dello Scià – avviata nel 1963 – inquadrandole nella storia della Persia e valutandone le possibili evoluzioni, mentre il Paese era sconvolto dalle proteste di piazza sfociate nel 1979 nella rivoluzione islamica guidata dall’ayatollah Khomeyni.
Lo Scià appare a Ugo Spirito come un sovrano illuminato e ne valuta positivamente il sogno di trasformare l'Iran in una sorta di Città del Sole, nella quale regnino l'armonia e la collaborazione tra le classi sociali, nella prospettiva di un intenso sviluppo industriale. Una "città" laica, in cui non vi siano più sfruttatori e sfruttati, ricchi e poveri, proprietari e servi, secondo la tradizione socialista dalla quale, secondo Spirito, lo Scià ha tratto ispirazione per tracciare una "terza via" tra liberismo e comunismo. Per quanto illuminato, Spirito giudica il regime iraniano un dispotismo dittatoriale, errato sul piano teorico e fatalmente destinato a terminare con la scomparsa del suo protagonista.

STORIA DELLE DESTRE

Clemente Ultimo, Alternativa per la Germania. 1989-2019: la destra tedesca dall’Npd al sovranismo  (Passaggio al bosco, pagg. 220, Euro 15,00)

 

 

 

Tra i fenomeni politici che più hanno colpito l’opinione pubblica, e che maggiormente si sono affermati elettoralmente in questi ultimi anni, si segnala il caso di Alternative fur Deutschland, nuovo partito conservatore tedesco. In questo saggio, l’autore analizza la genesi e la struttura dell’AfD, movimento nato nel 2013 e già capace di ergersi come terzo partito a livello nazionale, con eletti nei vari Lander regionali. Studiando la situazione germanica, emerge che le radici dei suoi successi elettorali affondano sia fra i sostenitori della destra radicale, soprattutto ad ovest, che fra i militanti di sinistra dell’ex Germania dell’est. Le sperequazioni sociali, evidenziatesi nel processo della riunificazione, hanno influenzato lo sviluppo e il programma dell’AfD, oggi attestato su posizioni comuni alle varie formazioni sovraniste. Euroscetticismo e opposizione alla moneta unica europea; sostegno alla famiglia tradizionale e al modello di Stato sociale teutonico; lotta all’immigrazione e difesa dell’identità culturale ed etnica della Germania; richiesta di un nuovo ruolo geopolitico per la Repubblica, più vicina alla Russia putiniana: questi i cardini ideologici del partito sovranista tedesco.

PERSONAGGI

Luciano Garibaldi, Giano Accame. Nella storia e nella cultura del Novecento (Solfanelli, pagg. 78, Euro 9,00)

 Nato a Stoccarda nel 1928 da madre tedesca e padre italiano, il 25 aprile 1945, all'età di diciassette anni non ancora compiuti, Giano Accame si arruolò volontario nella Marina della RSI. Ma la sera di quel giorno fatale fu catturato dai partigiani. Per sua fortuna, la formazione che lo aveva imprigionato non era formata soltanto da comunisti. Così, riuscì a salvare la pelle. Aderì, fin dalla sua fondazione, al MSI per poi lasciarlo nel 1956, stanco delle polemiche interne, e preferendo impegnarsi nel giornalismo, sua grande passione. Divenuto presto una delle più seguite firme de "Il Borghese" e di varie altre testate, gli fu affidata la direzione del "Secolo d'Italia" dal 1988 al 1990. Chiamato a dirigere "Nuova Repubblica", il settimanale fondato da Randolfo Pacciardi, divenne segretario nazionale dell'Unione Democratica per la Nuova Repubblica. Suoi punti fermi: portare avanti gli ideali di patria e giustizia sociale; perseguire la pacificazione. Questo libro è un omaggio postumo a un grande italiano che predicò la comprensione quando, per fare carriera politica, era richiesto l'odio: dagli anni giovanili a Genova, agli anni della maturità a Roma. Una figura da riscoprire in questo periodo di incertezze. 

TRADIZIONE

Monaldo Leopardi, (a cura di Gianandrea de Antonellis)  Tutti i dialoghi (Solfanelli, pagg. 308, Euro 18,00)

Contro le seduzioni della stampa rivoluzionaria, sempre più diffusa, il Conte Monaldo Leopardi (1776-1847) ritenne necessario stimolare gli “scritti sani”, che con la medesima determinazione degli avversari riconducano «le idee degli uomini sulle strade del raziocinio» e ristabiliscano «l’edifizio sociale sui fondamenti della religione, della giustizia e della verità». E quale migliore forma, per diffondere le “buone idee”, di quella di agili dialoghi che spiegano anche al pubblico più semplice i principi basilari di morale e politica?
Così, per commentare i movimenti rivoluzionari del 1830 e 1831 (in primo luogo con le sedicenti “gloriose giornate” che in Francia portarono all’abdicazione di Carlo X e all’instaurazione del regime liberale di Luigi Filippo), Monaldo Leopardi pubblicò non un infuocato pamphlet o un ponderoso saggio politologico destinato a pochi scelti lettori, bensì alcuni Dialoghetti che potevano raggiungere un pubblico vastissimo. 
Il successo fu immediato: moltissime le edizioni che si susseguirono – a volte anche all’insaputa dell’Autore – e che spinsero il Conte Leopardi a continuare sulla via intrapresa e a scrivere altri dialoghi, finalmente qui raccolti in un unico volume.

TESTIMONIANZE

Oderisio Piscicelli Taeggi, Diario di un combattente nell’Africa Settentrionale (Oaks, pagg. 220, Euro 18,00)

La memorialistica sulla seconda guerra mondiale fu arricchita da questo volume, pubblicato nel 1946 dall’ufficiale d’artiglieria Oderisio Piscicelli Taeggi. Nel suo diario l’autore racconta le gesta dei soldati italiani, testimoniando del loro eroismo e del loro spirito di sacrificio, della volontà di onorare l’Italia e l’esercito. Piscicelli, già volontario nel conflitto civile spagnolo, fu protagonista sul fronte bellico nordafricano, dove si meritò la promozione da capitano a maggiore e varie decorazioni militari. La sua esperienza in Africa settentrionale, da comandante di artiglieria della Divisione corazzata Ariete, iniziò nell’estate del 1941 e durò fino alla cattura, quando, gravemente ferito, fu preso dagli alleati nel 1943, in territorio tunisino. In quella zona di guerra, la dinamicità degli spostamenti e la conoscenza del terreno da parte di Rommel, costrinsero gli artiglieri a variare i loro metodi operativi. Le lunghe resistenze, i rapidi ripiegamenti e altrettanto veloci contrattacchi, fecero combattere bersaglieri e fanti, artiglieri e genieri, carristi e paracadutisti fianco a fianco, accomunati dal tentativo di salvare l’onore d’Italia sia dalla sconfitta imminente che dal disprezzo di nemici e alleati. Le battaglie descritte vanno dalla vittoria di Bir el Gobi alla ritirata tra Marmarica e Tunisia, sino alla sconfitta definitiva sul suolo africano. 

 SIMBOLI

Alfredo Cattabiani, Bestiario (IDUNA, pagg. 195, Euro 18,00)

Visioni di animali, legate a immagini di città, boschi, montagne, spiagge, ispirarono Cattabiani ad analizzare il significato recondito di quelle figure mitologiche. Egli consultò i bestiari medievali, i codici dei Padri della Chiesa e gli autori classici, da Omero a Platone, da Virgilio a Plinio, da Tacito a Porfirio, ricostruendo genealogie e metamorfosi simboliche. Cattabiani sottolineò che i simboli non si possono esaminare scientificamente, altrimenti le apparenti contraddizioni possono suscitare dubbi e paralizzarne la giusta interpretazione. Facendo perno sulla lezione di Joseph de Maistre, che sosteneva che tutti gli accadimenti nel mondo visibile si riferiscono a un mondo invisibile, l’autore considera il linguaggio simbolico come uno strumento conoscitivo utile a rivelare e a trasmettere verità altrimenti incomunicabili. Accanto ai testi antichi e medievali, Cattabiani basò il suo saggio sui trattati alchemico-ermetici, sulla mitologia ellenico-romana e orientale, e su autori tradizionalisti come Guénon, Dumézil, Daniélou, Scholem, Zolla. Ogni racconto assume l’impostazione dialogica, poiché questa forma narrativa consente una migliore esplorazione e facilita il confronto diretto con i protagonisti del saggio: gli animali simbolici.

 FUMETTI

Fabio Ragno, Brigate rosso sangue (Ferrogallico, pagg. 96, Euro 19,00)

Le Brigate Rosse hanno lasciato una lunga scia di sangue in quella che è stata una delle più violente stagioni della storia italiana. Il 17 giugno 1974, le BR uccisero per la prima volta, togliendo la vita ai missini Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci nella sede del Movimento Sociale Italiano di via Zabarella a Padova. Volontariamente e colpevolmente, la classe politica e gli organi di informazione se ne disinteressarono. Delle Brigate Rosse, in quanto gruppo di sinistra, si negò addirittura l'esistenza. Per due lunghi anni, successivi a quel barbaro omicidio, i giovani di destra fecero fronte con tutte le proprie forze alla quotidiana violenza che l'ultrasinistra di Autonomia Operaia scatenò contro di loro a Padova, nell'indifferenza colpevole delle pubbliche autorità e in nome dell'antifascismo militante. Solo dopo l'omicidio di Guido Rossa e degli uomini della scorta di Aldo Moro, del suo rapimento e successivo assassinio da parte delle Brigate Rosse, le forze politiche dominanti realizzarono che l'ombra della morte avrebbe potuto ghermire anche loro. Allora, solo allora, si svegliarono. Ma è noto che solamente il dolore altrui viene sopportato molto stoicamente... 

                                                                      ***

Mario Tirino (a cura di), Flash Gordon – L'avventurosa meraviglia tra mito, immaginario e media (Npe, pagg. 160, Euro 14,90)

Chi è stato Flash Gordon? Perché un personaggio creato negli anni Trenta è così centrale nell’immaginario audiovisivo contemporaneo? Come si è evoluto il suo mito? È per rispondere a tali quesiti che questo volume ha messo insieme numerosi studiosi del fumetto che, in un’ottica multidisciplinare, provano a indagare la mitografia di Gordon, partendo dalle tavole di Alex Raymond e arrivando alle sue multiformi incarnazioni mediali (radio, serial filmici, serie televisive, cartoni animati, lungometraggi e user-generated-content). Il saggio mira a esplorare i contesti socioculturali di produzione e consumo del personaggio, il legame con gli archetipi dell’immaginario e, infine, la sua profetica natura transmediale che, ancora oggi, emoziona varie generazioni di lettori. “Flash Gordon – scrive il curatore Mario Tirino - continua a essere terreno fertile per indagini sulle culture visuali del Novecento, protese a intercettare simboli mitopolitici, consumi culturali, echi del fantastico e del meraviglioso, codici cavallereschi, invenzioni tecnologiche, scoperte scientifiche in un melting pot di suggestioni espressive, artistiche e culturali sublimate dal linguaggio grafico di Alex Raymond e di chi ne ha affiancato e proseguito il lavoro”.

RIVISTERIA

EURASIA. Rivista di studi geopolitici

Anno XVI, luglio – settembre 2019

LA NUOVA VIA DELLA SETA

Euro 18,00.

In occasione della sua recente visita a Roma, il presidente cinese Xi Jinping ha ricordato, in una lettera al “Corriere della Sera”, che i rapporti fra l’Impero romano e quello cinese datano ad almeno duemila anni fa e che, in seguito, il Milione di Marco Polo riaccese l’interesse europeo per il Paese della seta. Nel suo editoriale, il direttore Claudio Mutti sottolinea che, nel II secolo a.C., gli scambi culturali e commerciali con il Celeste Impero erano già così intensi, che le vie di comunicazione consentivano alle carovane di superare i deserti e le catene montuose dell’Asia centrale e del territorio persiano. Più di due millenni dopo, i progetti geopolitici cinesi sono incardinati sul rinnovamento della via della seta, sia per terra che su mare. Collegare la Cina all’Europa avrebbe vantaggi economici rilevanti per tutte le comunità coinvolte, dall’aumento delle esportazioni alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico. Lo Stato cinese si libererebbe, così, dalla dipendenza dai paesi del Golfo, con la conseguente estromissione della potenza americana e la sua sconfitta nella sfida per il primato mondiale. I contributi di questo nuovo numero di Eurasia esaminano la storia del continente cinese, con vari paralleli con il diritto e la civiltà dell’antica Roma, e analizzano i vari prolungamenti della sua strategia geopolitica, dalla gestione delle forze armate all’imperialismo finanziario.

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