Editoriale

LA LEGA E LA CULTURA

Una storia che si ripete; ci sarà la volta buona per cambiare pagina?

Dalmazio Frau

di Dalmazio Frau

ete ha la memoria lunga perciò è facile trovare questo, rilasciato da Matteo Salvini a Bologna soltanto quattro anni fa, tempo che nella politica attuale italiana equivale a un’era geologica ma che nella realtà dei fatti è appena l’altro ieri: «Bisogna puntare sulla cultura. Sono stufo che sia occupata militarmente dagli ignoranti di sinistra, dagli amici degli amici, dall’Arci, dal partito dei furbetti» e continua con «Sì, abbiamo sbagliato ad abbandonarle certi temi. La cultura, appunto».

Constare con personale dispiacere che la Lega ha governato con i M5S e non ha minimamente mai attuato quanto dichiarato allora è un triste dato di fatto, anche perché (la abbiamo già detto molte volte ma se repetita iuvant, forse così prima o poi riusciremo a far arrivare questo semplice concetto anche nel corpo calloso dei cervelli più ostici a recepirlo) se è vero, come è vero, che la Lega parla al ventre del popolo, che ha la maggioranza soprattutto nel Nord del Paese, ma con punte interessanti anche in quella che un tempo (erano i giorni di Erminio Boso e di Umberto Bossi ) chiamavano “terronia”, è altrettanto indiscutibile che la gestione della Cultura, soprattutto in Italia, è la gestione di un potere immenso, diffuso, sinottico e duraturo… a riprova di ciò basti il fatto che il settore è in mano alla Sinistra da quasi ottant’anni. 

Sporadicamente, come fiori timidi che si aprono al pallido sole primaverile, secondo misteriosi cicli lunari, dal panorama politico della Lega emerge la questione “cultura”, perché qualcuno c’è che se ne rende conto, ma poi giace inascoltato. Ecco, raro, forse unico che si erge il pensiero di Mario Borghezio, uno dei pochi nel panorama politico nostrano, ad essere dotato di cultura sopra la media, accanito bibliofilo, ben conscio del fatto dovrebbe esser fatto qualcosa in merito, ma poi tutto tace e ritorna a quella pancia che riempie le piazze. la Lega non ha più neanche un suo giornale cartaceo, il che la dice lunga.

Attendo con trepidazione che questa riprovevole unione di simili-opposti ora al governo, crolli su sé stessa come una nuova Torre di Babele, spazzando via una congerie di inutili e mediocri saliti per rabbia e cupidigia, magari grazie anche a quel “genio del male” di Matteo Renzi, certo che se si andasse a nuove elezioni la Lega salviniana sarebbe in vantaggio e allora, e mi auguro innanzitutto per il bene di questo sciagurato Paese, ci sia allora qualcuno che si ricordi che “non di solo pane vive l’uomo”, e che abbiamo bisogno delle “rose”, soprattutto quando l’inverno è lungo e gelido.

 


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