Editoriale

Arte? La bella scomparsa sembra non interessare a nessuno

Dalmazio Frau

di Dalmazio Frau

do, scorrendo gli appuntamenti sul monitor, gli incontri previsti nei vari eventi relativi alla cultura, soprattutto in area di destra ma non solo, e continuo ad accorgermi di un’assenza. Sempre, comunque, costante.

Nessun incontro, dibattito, colloquio come si usa scrivere adesso, che preveda come argomento né l’Arte comunemente intesa, né nessun’arte. Niente e nessuno a parlare di musica né di pittura, né di scultura né di architettura e neanche di poesia o di teatro. Il vuoto e il silenzio su questi argomenti, nelle “convention” italiane, regnano sovrani. Lo abbiamo già detto molte altre volte, lo ribadiremo sino al voltastomaco, tutto ciò è ignorato perché ignorante-  e volutamente indifferente - è troppo spesso chi organizza tutto questo. Volutamente ignorante nel senso che ignora, ovvero neanche sa che esistano argomenti di fondamentale importanza, soprattutto in un paese come l’Italia, quali l’Arte, l’Estetica, il Bello, la Bellezza. Temi che investono una immensa varietà di spazi, tutti inerenti alla nostra vita, non a quella immaginata da onanistiche e autoreferenziali speculazioni filosofiche contemporanee, ma a quella vissuta e reale. Forse un po’ meno Fusaro ed epigoni sarebbe meglio, ma tant’è.

Ma niente. Nessuno ascolta, nulla accade e intanto si lascia lo spazio ai soliti showman, più o meno malamente invecchiati ed esausti, a fare la loro monocorde passerella per presentare l’ultimo loro libro, frutto di operazioni di mercato e non di studio. Potrei fare i nomi, ma non è necessario, li sapete tutti, tutti conosciamo la pleiade delle manifestazioni culturali e libresche di area sovranista, così come tutti conosciamo – o forse no – i nomi di coloro che parlano d’arte in questo paese. C’era più “immaginazione” e libertà, con varietà di idee in un Campo Hobbit degli anni Settanta che in una di queste kermesse, lasciatevelo dire e fatevene una ragione sulla quale meditare a lungo. Il tema monocolore che attraversa tutto questo mondo si limita a un lasso di tempo che va dalla Grande Guerra a Salò. Prima e dopo, praticamente il nulla, ma anche in mezzo con molti limiti, ecco cos’è il campo dell’arte per la destra italiana. Neanche trent’anni che posti a fronte di trenta secoli di Storia svaniscono come nebbia al sole del mattino. Eppure…

Del resto anche in televisione, le sole trasmissioni ad occuparsi d’arte sono quelle di Rai5, il più delle volte con programmi – anche di buona fattura va detto – ideati, concepiti e realizzati all’estero per il mercato internazionale, e noi che vantiamo fior di Storici dell’Arte lasciamo il campo, al più a Tomaso Montanari. La sinistra ringrazia, continuate così, fatevi del male.

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