Rassegna di novità librarie marzo 2019

di Mario  Bozzi Sentieri

Rassegna di novità librarie marzo 2019

Antonio Socci, Il segreto di Benedetto XVI. Perché è ancora Papa (Rizzoli, pagg. 222, Euro 17,00)

La Chiesa è dinanzi a una crisi senza precedenti nella sua storia; la dolorosa serie di scandali che la travolge è solo la punta dell’iceberg di un grande smarrimento spirituale. Il dramma più vasto è la crisi di credibilità del papato di Bergoglio, fonte di confusione tra i fedeli, con il rischio di deviazioni dalla dottrina cattolica, che potrebbero portare all’apostasia e allo scisma. Di sfondo a tutto questo c’è l’evento traumatico della rinuncia di Benedetto XVI, che si è sommata alle turbolenze sul piano culturale, civile e geopolitico. È essenziale comprendere l’origine di questa tensione mondiale che indebolisce la presenza salvifica della Chiesa e la sua potenza di intercessione e di protezione divina. Antonio Socci indaga le ragioni che hanno portato alla rinuncia del vicario di Cristo, alla sua denuncia sugli effetti tragici della scristianizzazione per l’umanità, in un angolo visuale teologico-politico, e verifica quali sono i reali poteri di un papa emerito. Il primo aiuto che Joseph Ratzinger dà alla cristianità smarrita dell’epoca bergogliana è costituito dai testi del suo magistero, che si inseriscono nella tradizione ininterrotta dell’insegnamento cattolico. La sua preghiera, la potente intercessione di un papa emerito che innalza una diga soprannaturale a difesa della Chiesa e della fede; infine, c’è molto che resta nella penombra e nella discrezione del consiglio spirituale, un’azione di contenimento verso spinte sovversive, per scongiurare il rischio dell’apostasia e di uno scisma.

Emidio Novi, La Riscossa populista  (Controcorrente, pagg. 270, Euro 20,00)

Emidio Novi aveva indicato nella ‘dittatura dei banchieri’ il nemico dei popoli europei, che dopo la crisi finanziaria aveva depauperato l’economia reale degli Stati, condannando milioni di piccoli imprenditori e di lavoratori all’indigenza e a un futuro senza prospettive. Novi prevedeva che gli elettori avrebbero reagito alla precarizzazione delle loro vite; reazione vitale, che non sarebbe stata inquadrabile negli schemi classici destra-sinistra. Ne La riscossa populista, l’autore analizzava le ragioni dello scontro tra la finanza apolide, appoggiata dai politici e dagli intellettuali votati alla causa della conservazione dei loro privilegi, e la massa della gente comune, ancorata ai valori e a uno stile di vita tradizionale. Un conflitto che si estende dal Nordamerica all’Europa, dall’estremo oriente alla Russia, fino ad alcuni paesi islamici. Paradossalmente, proprio dal mondo anglosassone, con la Brexit e l’elezione di Trump, è partita la reazione populista al modello liberale e al sistema demoplutocratico, alla società multietnica e indifferente alle identità storico-religiose. Quest’opera è uno strumento utile per comprendere il sorgere del fenomeno populista, e indirizzarlo verso i naturali interessi delle comunità nazionali. 

MONDO

Marco Zacchera, L’integrazione (im) possibile ? Quello che non ci dicono su Isla, Africa e immigrazione (Il Borghese,pagg. 130, Euro 18,00)

Marco Zacchera (già deputato di Alleanza Nazionale, per cinque legislature in Commissione Esteri  e per molti anni missionario laico in Africa) cerca nel suo recente libro  di documentare le ragioni profonde del fenomeno migratorio e le sue conseguenze sul futuro italiano ed europeo, soprattutto se si continuerà a non agire in termini continentali.

Un libro dove contano più i dati che le opinioni, con informazioni corrette, numeri certi, fatti documentati ed esperienze personali, tutto in presa diretta.

Davanti ad un’Europa distratta, Marco Zacchera si pone anche il problema dal punto di vista cristiano sottolineando come sia  un preciso dovere aiutare il prossimo per obbligo morale e sociale, ma sottolineando che bisogna farlo con intelligenza, organizzazione, capacità e programmazione altrimenti non solo si finisce in un disastro, ma attecchisce anche la mala pianta della corruzione e dello sfruttamento alimentando rinnovato odio e razzismo.

Nel suo libro si può scoprire cosa stia succedendo in Sudafrica o le divisioni che spaccano la Nigeria, viene denunciato – dati alla mano – il vorace neo-colonialismo cinese che in occidente ed in Europa viene tuttora sottovalutato.

Ampio spazio per  la schiavitù fisica ed economica praticata nei paesi arabi del Golfo e il rifiuto di molti musulmani ad accettare i principi costituzionali europei, così come si sottolinea il  vergognoso silenzio europeo sull’Eritrea e soprattutto sui disastri combinati da multinazionali senza scrupoli.

Desertificazione e incremento demografico alla radice dei mali africani, ma anche una documentata e forte richiesta di maggiore attenzione su chi emigra dall’Italia verso l’estero nell’ipocrisia di un paese che accoglie immigrati ma costringe ad emigrare ogni anno oltre 100.000 diplomati e laureati italiani perdendo risorse preziose.

Temi di fondo su cui si parla poco, ma che sono le cause documentate che portano poi i poveracci a sbarcare disperati sulle nostre coste o a morire in mezzo al mare.

Una informazione corretta – anche se magari scomoda, antipatica, anticonformista e poco “buonista” – è allora necessaria per portarci a riflettere, un po’ come il medico  che ha il dovere di dire la verità al proprio paziente.

Una realtà che potrà essere a volte impietosa e crudele, ma che va conosciuta da chi è malato (come lo è la nostra società europea) per almeno tentare le cure necessarie alla sua sopravvivenza con zacchera che in merito offre una serie di ricette da non sottovalutare.

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Alessandro Orsini, L' Isis non è morto. Ha solo cambiato pelle (Rizzoli, pagg. 235, Euro 18,00)

Comprendere il fenomeno dell'Isis e capire quanto sia pericoloso per l'Italia e per l'Occidente non è mai stato facile. Non lo era già nel 2014 quando, con un'avanzata travolgente in Iraq e in Siria, sconvolgeva il mondo, apparendo come un mostro spaventoso. Non lo è nemmeno oggi dopo la caduta di Raqqa – la capitale dello Stato islamico – e delle altre roccaforti, avvenuta a fine 2017. Come se quel mostro spaventoso fosse stato un grande bluff.Studioso di terrorismo alla LUISS di Roma e al MIT di Boston, Alessandro Orsini analizza rigorosamente la situazione attuale, aiutandoci a sfatare l'immagine distorta dell'Isis che spesso ci hanno offerto i media, ora ingigantendone la potenza ora banalizzandone i reali moventi e obiettivi, la preparazione bellica e gli strumenti militari a disposizione.Partiamo da un fatto: secondo Orsini, nonostante lo Stato islamico sia crollato, l'Isis continua ancora oggi a rappresentare un pericolo per le città in Occidente. Ed è un pericolo che ha assunto diversi, nuovi, imprevedibili volti che Orsini ci illustra per cercare di prevederne i futuri movimenti: dai lupi solitari, come l'autore della strage di Nizza, alle cellule autonome più o meno addestrate, come quella che ha colpito a Barcellona e che per fortuna era molto impreparata. Al tempo stesso Orsini ci illumina sui rapporti tra Isis e al-Qaeda, la cui evoluzione influenzerà il terrorismo in Occidente.

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Ilaria Bifarini, I coloni dell’Austerity. Africa, neoliberismo e migrazioni  di massa (Altaforte, pagg. 212, Euro 18,00)

Ci sono false notizie, notizie distorte e mezze verità. E le mezze verità iniziano con le scelte lessicali. Quello in atto da anni non è un fenomeno migratorio di massa, ma un esodo biblico.
Milioni di africani premono alle porte del continente europeo e solo la reazione dell’opinione pubblica occidentale ha, sino ad ora, ed in modo del tutto temporaneo, mitigato le conseguenze del fenomeno. Ma perchè decine di milioni di persone sono in viaggio per lasciare la propria terra? Guerre, persecuzioni, fame? Tutte mezze verità se non si racconta l’origine di quelle guerre, di quelle persecuzioni, di quella fame. Rimozione armata di governanti locali, miseria e dipendenza, a discapito delle centinaia di milioni di euro teoricamente indirizzati a creare, nel continente africano, migliori condizioni di vita, hanno ragioni d’essere e definizioni tecniche.

Austerity e neocolonialismo,termini entrati prepotentemente nel nostro lessico quotidiano, ricevono, da questo libro, la propria rappresentazione plastica e la propria spiegazione economica.

POLITOLOGIA

Francesco Ingravalle, Il soggetto sovrano ? Esoterismo e politica nel Novecento italiano: Julius Evola (Ar, pagg. 39, Euro 7,00)

Temi quali la natura dello Stato e le caratteristiche che deve possedere il Capo della comunità, sono stati affrontati sin dai tempi di Platone e Aristotele e hanno impegnato i maggiori pensatori politici occidentali fino al XX secolo. Uno degli autori, che in epoca moderna, meglio definirono la figura del soggetto sovrano e la natura sacrale del potere politico fu Julius Evola. Le meditazioni metapolitiche di Evola prese in considerazione dall’Ingravalle sono quelle tratte da Imperialismo pagano, dove il tradizionalista romano si diffonde sull’idea di Stato-valore. Gli antichi Imperi, sia orientali che occidentali, si basavano su strutture istituzionali e assetti sociali che manifestavano la sintesi fra spirito e potenza. L’emergere dello Stato moderno ha visto, invece, il prevalere della concezione borghese della comunità, tradotta in un enorme trust economico, fatto di azionisti, trafficanti e schiavi della finanza. Sul ruolo del Capo, partendo dalla norma arcaica, riconosciuta in varie culture tradizionali, che chi vuole governare gli altri deve prima avere il dominio su di sé, sul proprio demone interiore, Evola ribadisce che la funzione del re comprende quella del pontifex, dell’essere ponte fra stato dell’essere e mondo del divenire. Nessuna libido dominandi in lui ma, una potenza interiore, una chiara dominazione di sé, che suscita obbedienza senza costrizione alcuna; se il tiranno ha bisogno della forza, il re è quella forza.

ECONOMIA

Marco Pizzuti, Criptocrazia non autorizzata (Il Punto d’incontro, pagg. 317, Euro 13,90)

Negli ultimi anni si sono sempre più diffuse le cripto-valute come i bitcoin, monete digitali che hanno consentito nuove speculazioni e fatto accumulare ingenti patrimoni ai fortunati possessori. I mass media e i social network hanno esaltato la novità a disposizione dei consumatori, ma solo pochi esperti informatici hanno potuto valutarne correttamente il funzionamento, rischi compresi. Questa forma d’investimento contemporanea viene presentata come una rivoluzione dal basso contri i monopoli dell’alta finanza, poiché decentralizzata e, almeno in teoria, non controllabile da una piccola oligarchia. Tuttavia si sono moltiplicati sia i truffatori, venditori di cripto-valute, che gli investimenti delle più grandi banche d’affari nello sviluppo delle stesse, e questo perché i bitcoin sono solo il primo passo verso un’epoca nella quale nessuno uscirà più dalla ‘rete’ e sarà abolito il denaro contante. In tale contesto, multinazionali come Google, stanno già ponendo le basi per la creazione di una società interamente virtuale, con una vera e propria schedatura digitalizzata di massa, di tutti coloro che utilizzano la rete e i social network. I loro archivi hanno raccolto enormi quantità d’informazioni private – foto, dati anagrafici, professione, residenza, gusti e acquisti – sui cittadini, tanto da far invidia ai migliori servizi segreti, e che possono sfruttare per fini commerciali o criminali. Inoltre vi è un mondo sotterraneo, il dark web, chiuso ai motori di ricerca ordinari, dove organizzazioni malavitose e terroristiche possono vendere armi o droga, commissionare omicidi o corrompere politici, utilizzando valute che gli assicurano l’anonimato assoluto: queste sono le frontiere della nuova schiavitù digitale.

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Othmar Spann,Breve storia delle teorie economiche (Oaks, pagg. 330, Euro 22,00) 

Con quest’opera Othmar Spann offriva una documentata ricognizione sulla storia delle dottrine economiche, dall’età precapitalistica alle varie scuole liberali, valutate dall’angolo visuale di una concezione anti-individualistica dell’esistenza. Il grande economista viennese era vicino ai gruppi fascisti austriaci ed era nel novero degli intellettuali favorevoli all’idea di una Grande Germania; il cardine della sua visione politico-economica era costituita dallo Stato corporativo e dall’idea della collaborazione fra capitale e lavoro. Nemico della democrazia individualistica e del collettivismo marxista, egli sosteneva la ‘terza via’ tra il capitalismo liberale (occidentale) e capitalismo di Stato (sovietico). Esponente di spicco della Konservative Revolution, Spann apparteneva ad un mondo culturale segnato dal mito prussiano, dal socialismo feudale e dallo Stato organico, diviso in ceti, che usciva indebolito dalle rivoluzioni industriali e dall’invadenza delle masse. Rispetto alle teorie liberistiche e a quelle marxiste, la caratteristica di Spann fu il tentativo di superare l’atomismo individualistico e il conflitto di classe, risolvendo nella collaborazione fra lavoratori e imprenditori la crisi provocata dall’economia finanziaria moderna. Leggendo Breve storia delle teorie economiche scopriamo che i problemi affrontati da Spann e le soluzioni da lui prospettate, in termini di prassi economica, sono ancora oggi attuali.

PENSIERO FORTE

Alessandro Bifulco, Antologia della contrapposizione. La lotta del bene contro il male (Di Mauro, pagg. 838, Euro 47,00)

La bellezza del messaggio cristiano, per come ci è stato trasmesso dalla tradizione e dal magistero della Chiesa, viene considerato dall’autore come l’unico argine al nichilismo dilagante. Il compito del cattolicesimo è quello di costruire nuove forme di civiltà, nelle quali la vita può essere sostenuta dalla morale e dalla religiosità cristiana, contro le barbarie e l’oscurità dell’epoca moderna. E se la tradizione delle virtù evangeliche è stata in grado di sopravvivere agli orrori dell’èra barbarica, se ha superato il pericolo portatole dal relativismo nichilista e dal superomismo tecnologico, ciò è dovuto alla custodia e alla conservazione, ideale e materiale, fattane dalla Santa Sede. In questo volume poderoso, Alessandro Bifulco ripercorre la storia universale alla luce della battaglia fra le forze del bene e quelle del male, tra devoti di Cristo e i sostenitori del nemico di Dio. L’antologia contiene una grande quantità di citazioni e di interi brani tratti da scrittori, pensatori e teologi cattolici, che si sono misurate nel corso del tempo con la filosofia laica moderna e con gli ignavi, con coloro che non scegliendo si sono schierati col maligno.

STORIA

Giovanni Paoloni, Roberto Reali, Laura Ronzon (a cura di),  I «primati» della scienza. Documentare ed esporre scienza e tecnica tra fascismo e dopoguerra (Hoepli, pagg. 160,   Euro 16,90). 

Il volume raccoglie i risultati delle ricerche condotte sulla “Raccolta Documentaria dei Primati Scientifici e Tecnici Italiani”: documenti, oggetti, materiale bibliografico e giornalistico raccolti dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) per la partecipazione dell’Italia all’Esposizione Universale di Chicago “A Century of Progress” del 1933. La raccolta, voluta da Mussolini e Guglielmo Marconi, rappresenta, per l’importanza dei protagonisti coinvolti, il contributo ideale della scienza e della tecnica italiane nel mondo e il loro ruolo durante il regime fascista. Un’occasione importante per il governo del tempo, impegnato a promuovere il CNR come soggetto coordinatore della politica della ricerca scientifico-tecnologica, al servizio della modernizzazione. La “Raccolta Documentaria” dà origine nel 1937 a un Museo delle Scienze all’interno del nuovo palazzo del CNR a Roma e trova infine la sua definitiva collocazione, a partire dagli anni Cinquanta, nel Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, dove perde la connotazione originale e assume nuovi significati. Riflettere sulle vicende di questo patrimonio e sull’immagine pubblica della scienza nel Ventennio può contribuire a guardare a questa rappresentazione in senso meno retorico e più storico, con una prospettiva che vada oltre le categorie autocelebrative dei “primati nazionali” o del “pantheon della scienza” e abbracci nuovi percorsi interpretativi. 

PERSONAGGI

Guido Mosso, Il club degli insonni (Gog, pagg. 368, Euro 17,00)

Cosa ci fa un grande artista come Benvenuto Cellini accanto al sanguinario Barone von Ungern-Sternberg, Khan di Mongolia? Cosa c'entra il pirata di D'Annunzio Guido Keller con Ronald Stark, l'agente della Cia che ha diffuso l'LSD tra i movimenti americani degli anni Settanta per sedare la contestazione studentesca? Insieme a loro, nell'eccentrico Club degli Insonni, ci sono anche rapinatori, assassini, condottieri, teppisti, femmes fatales, avventurieri, truffatori, dandy e spie, noti e meno noti, tutti ripescati dai recessi più bui della storia secondo un unico criterio: l'assurdità delle loro imprese. Un pot-pourri di biografie romanzate, una visione onirica, un cortocircuito cerebrale scandito in diciannove racconti che saltano da un genere all'altro - il dramma, la tragedia, la commedia, la spy-story, il grottesco, l'horror. Benché tutti i fatti siano realmente accaduti, qui non si tratta di ripercorrere la Storia con la "S" maiuscola, ma di lasciarsi trasportare dalle vite selvagge di questa marmaglia che la storiografia ufficiale non ha saputo maneggiare. Perché la storia è composta innanzitutto di biografie, di singole vite di singoli uomini. Queste sono tra le più bizzarre.

ARTE

Emanuele La Rosa, Dada ? Una pazzia criminale !, Ricezione e sviluppi dell’antiavanguardia in Italia (1916-1945) (Robin, pagg. 208, Euro 15,00)

Attraverso la riproposizione di un cospicuo numero di articoli apparsi su giornali e riviste tra il 1916 e il 1945 il  volume intende fornire per la prima volta un’ampia testimonianza della ricezione e dell’interesse nutrito in Italia, patria del Futurismo, per il movimento Dada. I testi, in larga parte non più ripresentati dopo la prima pubblicazione, recano la firma di alcuni dei più significativi personaggi del panorama culturale italiano del primo Novecento (tra gli altri Riccardo Bacchelli, Francesco Flora, Margherita Sarfatti e Alberto Savinio) e spesso si rivelano essere dei feroci attacchi nei confronti dell’anti-estetica dadaista e del leader del movimento Tristan Tzara, non di rado etichettato come «rumeno», «tisico» ed «ebreo». 
Una intera sezione è dedicata inoltre alla breve ma intensa parabola del movimento Dada italiano, animato a Mantova dagli artisti Aldo Fiozzi e Gino Cantarelli e a Roma da un giovane Julius Evola.

CINEMA

Maurizio Gregorini, Martin Scorsese. Le forze primigenie dell'America (Castel Negrino, pagg.128, Euro 14,90)

Forse Martin Scorsese non è un regista-letterato, ma è certo che nel Pantheon dei suoi riferimenti risiedono molti immortali. Shakespeare e Céline lasciano tracce, segrete ma profonde, nei suoi film. Herbert Asbury, alle origini del gangsterismo e i noir di Raymond Chandler lo guidano sulle "vie del malvivente" ("Mean Street"). Il Joyce di "Dedalus", Sushaku Endo, Nikos Kazantzakis riforniscono l'immaginario dei lungometraggi a sfondo spirituale. Le "Memorie dal sottosuolo" di Dostoevskij, il Nietzsche de "La gaia scienza" e dello "Zarathustra" e Thomas Wolfe il solitario si nascondono dietro le quinte di "Taxi driver" e di "Cape Fear". Henry Miller è esplicitamente citato in "After hours". I testi di alcune canzoni dei Rolling Stones e di Bob Dylan fanno da controcanto alle scelte formali e sostanziali della sua intera filmografia. Le strisce di Otto Soglow ispirano i suoi "storyboard", esattamente come i disegni di Selznick offrono lo spunto per le immaginifiche inquadrature di "Hugo Cabret".

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