Le ricette dell'Oste della Malora

Winston Churchill e la polis che c'entrano con Checco?

Costoline d'agnello impanate e fritte

di  

Winston Churchill e la polis che c'entrano con Checco?

Checco, col figlio

Adoro la primavera; quando il sole esce dal suo letargo invernale  e la natura ritrova la sua primitiva bellezza.

Quando si può uscire di casa, per fare lunghe escursioni in bicicletta, la meta mia -e quella di altri amici- è l’Osteria da Checco.

Nessuno sembra più aver voglia di starsene rintanato nel salotto di casa a guardare la televisione o a ubriacarsi di playstation. Anche il computer sembra digrignare i denti se lo avviciniamo troppo.

Si ha poca voglia persino di starsene attaccati all’effimero mondo di  Facebook.

Ma stare lontani dal cuoco della malora no, è impossibile, se non inattuabile.

Come stare separati dalla sua sana e gustosissima cucina toscana, che molti definiscono povera mentre invece certe ricette erano la passione gastronomica di una buona forchetta quale Winston Churchill. Certamente, non quelle riportate sui libri dell’ oste della malora, ma altre… però caratterizzate dagli stessi ingredienti che l’ostaccio, dal ricciolo fluente, ci fa apprezzare giornalmente. Churchill amava un particolare sugo proposto con Costole di maiale, e il tutto a infossare una giusta dose di pasta rigatoni che lui mesmo si faceva arrivare da Cetona, paese sito in provincia di Siena.

Orbene, chi ha la fortuna di possedere il libro La Cucina Toscana II° Checco, può trovare a pagina… a pagina… non ci voglio credere!- non ha messo il numero ad ogni facciata. Insomma, tra il 15mo e il 16mo foglio si può recuperare questa antichissima ricetta tanto cara al grande ammiraglio e Cancelliere dello Scacchiere. Altro che cucina povera!

Oltre a questo, fermarci in questa Osteria è come ritornare ai grandi fasti dell’antica Grecia.

Questa nazione era immersa, nella sua epoca di maggior sfarzo e fioritura culturale sotto tutti i punti di vista delle scienze umanistiche e scientifiche, in un mondo in cui la buona accoglienza e la cordiale ospitalità contraddistinguevano le persone di animo nobile e gentile dal resto della plebe.

Bene, Checco, aiutato anche dal capello riccio, tipico degli antichi ristoratori ateniesi, durante gli intermezzi pacifici tra una battaglia e l'altra, tra una portata e l’altra, ama riunirsi e discutere -come usava prima nei vetusti circoli privati della Polis-, di cibo, di sport, di attualità avendo spesso, come ospiti, nella sua accogliente sala da pranzo letterati, uomini di scienza e sportivi.

L'ospitalità, è per lui un segno, un comportamento di profonda cordialità nei confronti dei suoi commensali e ciò lo si può notare anche nella poesia del poeta latino Catullo  "Uno scherzoso invito a cena"  dove si trattano il tema dell'ospitalità e dell'amicizia all'epoca.

Inoltre l'ospitalità per l’oste della malora include un servizio rapido e efficiente, simbolo di un consolidamento del rapporto tra il ristoratore ed il cliente.

Ce lo vedete Checco, come novello Achille? Io sì, armato di mestolo  e forchettone e oltremodo corazzato del suo immancabile grembiule.

Le festività pasquali sono ormai alle porte e l’agnello, ahilui, è il protagonista, della ricetta di questa settimana.   

 


Costoline di Agnello impanate e fritte.

… alla mi’ maniera (quella di Checco!)

Allora: prendi le hostoline d’agnello elle batti un poino, tagliando on la punta d’un coltello i lati dove si trova il grassino, in mode he quando le friggi non si arricciolano.

Prendi del pane toscano bono raffermo di un giorno o due, lo fai a pezzi ello metti nel mixer ‘nzieme (insieme) a uno spicchio d’aglio e un po’ di ramerino, poho sale e pepe e du hucchiai di parmigiano. Po’ frulli tutto nel mixer, ma bada di fall’a-scatti (ma cerca di farlo a scatti), mi raccomando he settu ( che se tu) giri tutto veloce ti viene un pastone.

Quindi unlo fare veloce.

A questo punto prendi il pane dal mixer e lo metti in una teglia, poi prendi le hostolette

E tulle’mpani ( e le impani) pressandole da tutt’eddue le parti osì senz’ovo ( da ambedue le parti, senza uovo), po’ le friggi in padella ‘on dell’olio di oliva.

Nu importa mettelle (metterle) a asciugare sulla harta (carta).

Gli viene un zapore tutto diverzo (un sapore tutto diverso) da quelle fatte come di abitudine.

 

Dal mitico Checco, e dal sottoscritto, serene festività Pasquali.

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da Loredana il 05/04/2012 13:19:45

    ...sì, lo vedo anch'io Checco come novello Achille! Una certa aria guerresca, pur se scherzosa, ce l'ha anche quando brandisce un cucchiaio di legno!

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