Spigolature & curiosità

Il cuore underground di Firenze

Un sottopassaggio fiorentino diventa il cuore della street art.

di Lorenzo Somigli

Il cuore underground di Firenze

Esiste un posto curioso e insospettabile a Firenze. Si tratta del sottopassaggio ferroviario tra viale Don Minzoni e le Cure, il rione che prende il nome dalle curandaie ovvero dalle lavandaie. Negli anni un luogo di passaggio, anonimo e spoglio come questo si è trasformato in un centro di produzione artistica, il tempio fiorentino della street art. Un cuore vivo alternativo e underground in contrasto con le rigorose geometrie del Campo di Marte, un quartiere austero umbertino e borghese.


La street art oggi è un movimento artistico globale in continua crescita, esiste in ogni città e in forme differenti, non ha un manifesto programmatico, non ha un rigido canone espressivo: è un inno alla libertà dell'artista. Banksy e Thierry Guetta sono alcuni degli street artist più rinomati, interne zone degradate delle città, come la Barriera Milano-Torino con il progetto Urban Barriera di Milano, sono state rigenerate proprio per mano degli artisti di strada, Stepard Fairey ha creato un florido brand con il suo celebre logo Obey. Si è sviluppata nella temperie del graffitismo e della cultura underground e tra i suoi progenitori vanta niente meno che Keith Haring.


Anche a Firenze spuntano stencil e graffiti agli angoli delle strade, Clet addobba i cartelli stradali con adesivi ironici e amari, mentre il sottopassaggio delle Cure si consacra definitivamente. La street art fiorentina evolve, reclama spazio e dignità, riempie di colore le sue tele, quei muri cinerei che sa far rifiorire, si afferma come forma di espressività e s'impone allo spettatore come una presenza costante. Ripensa il rapporto tra l'uomo e il tessuto urbano inserendo semi di creatività dove sarebbe stato impensabile trovarli. Incuriosisce, provoca e trasforma il grigiore dei muri in un mosaico camaleontico che raccoglie il contribuo libero di chiunque: stralci di poesie si alternano a vividi spruzzi di bomboletta come in un papier collé cubista, sofisticati giochi prospettici e gigantografie di personaggi della cultura di massa popolano questo singolare sottopassaggio dove tutta la genesi dell'arte avviene sotto lo sguardo vigile del fido Totò, guardiano del sottopasso e custode innamorato dell'arte in esso contenuta. E così anche un triste sottopassaggio anni '60 diventa arte.

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