Editoriale

Empatia con il cretino? No, grazie

Gli infiniti disastri del politically correct

Dalmazio Frau

di Dalmazio Frau

quo; è una nuova parola nel dizionario – molto ridotto – politically correct dei benpensanti radical-chic di casa nostra che viene dopo “accoglienza” e dopo “integrazione”: Empatia.

Allora io mi rifiuto di essere “empatico”, intanto perché ambisco ad essere antipatico, ma soprattutto non vedo proprio perché dovrei essere empatico con qualcuno, specialmente se l’oggetto dell’empatia è un emerito imbecille. Potrei essere empatico con un animale che soffre, ma sarebbe meglio curarlo e dargli aiuto e soccorso, alleviando le sue sofferenze, perché la parola “empatia” mi evoca memorie ipocrite d’origine luterana tipo “tolleranza”. Non voglio essere empatico, voglio semmai cercare di applicare l’antica virtù romana – e poi cristiana e cattolica – della pietas, della pietà, a volte della misericordia (che non è quella decantata dal Vescovo di Roma) o, se preferite della compassione. Ma come diceva Pitigrilli: «Capisco il bacio al lebbroso, ma non ammetto la stretta di mano al cretino». E dunque perché dovrei essere empatico? Sarebbe come provare un sentimento di stima o di ammirazione verso chi semmai, ha bisogna d’altro.

È uno degli innumerevoli termini di un nuovo linguaggio peloso, falso e ipocrita, lo stesso che cambia le desinenze in A trasformando in femminili parole che sono neutre o maschili anche se applicate al sesso femminile, appunto.

Dovrei essere “empatico” con chi urla subito all’estremismo nazifascista dei Carabinieri in quanto ha individuato in un loro alloggio una pericolosissima bandiera della marina tedesca della I Guerra Mondiale? Dovrei essere empatico con tutti coloro che cianciano a vanvera d’Arte senza capirne un… acca? O dovrei essere empatico con gli incapaci messi ad occupare un posto non per competenza o valore ma perché portatori insani di tessera politica e lingua felpata?

L’Empatia è l’embolia di un cervello, il soffocamento delle sinapsi e l’atrofia del cuore. L’Empatia è una delle virtù dei mediocri e dei perdenti, di coloro che vorrebbero essere ma che non sanno fare, l’Empatia non è Amare, è piuttosto il suo contrario, è peggio dell’odio che almeno ha il coraggio di essere tale.

Allora a Natale, quando tutti – io no, mai -  si sforzano d’essere “più buoni”, quest’anno, non siate empatici, siate semplicemente consapevoli dei vostri – io dei miei – limiti e vedrete che già le lucette del vostro albero, o i fuocherelli del vostro Presepe, brilleranno di maggior luce. 

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