Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Tale affermazione è in linea con le tesi di estetica tradizionale sostenute da A. K. Coomaraswamy, ricordate nel libro, secondo le quali il bello apporta nutrimento agli elementi extracorporali dell’uomo. A dire di Frau, il Cristianesimo avrebbe svolto un ruolo essenziale nella salvaguardia della sacralità dell’arte, avendo sollevato a sintesi definitiva il lascito del mondo pagano e la sua esaltazione della creatività. L’immagine che produce l’arte cristiana “rimanda a una realtà trascendente manifestantesi attraverso la sua corporeità, dunque per essa non è punto possibile parlare d’idolatria” (p. 17).
L’arte sacra ha connotato gli sviluppi dell’estetica occidentale, in senso pieno, fino al Rinascimento. Sapienti artefici, conoscitori dei più riposti significati simbolici, hanno creato o ricodificato il messaggio anagogico celato nel fare arte. La visita di una Chiesa medievale, di una Cattedrale o di una Basilica lo conferma. Esse sono straordinari codici di pietra che ci invitano al viaggio iniziatico, mentre fanno discendere sul fedele le influenze del Cielo, grazie alla particolare atmosfera che le contraddistingue. Architetture viventi, navicelle spirituali, in cui viene rappresentato il Corpo Mistico di Cristo, al fine di agevolare l’incontro di tempo ed eternità, di finito ed infinito. Questa luminosità del Medioevo si trasfuse sull’arte del primo Rinascimento. All’approccio tomista e neo-aristotelico, fece seguito il recupero del neo-platonismo mistico di un Botticelli. Con il Barocco iniziò la decadenza. Il suo stile è “del sogno, di quel sogno del quale è fatta la realtà del mondo come scrive Shakespeare” (p. 67). Il Barocco non introdusse esclusivamente la ridondanza, ma anche la “morte di Dio”: nelle sue raffigurazioni, il Cristo crocefisso assume, per la prima volta, il tratto del cadavere. Di qui, attraverso il Secolo dei Lumi, con l’esaltazione della ratio astratta, si avrà un’accelerazione dei processi di desacralizzazione della vita e dell’arte.
Al lento declino sapranno reagire, in età romantica, dapprima i Nazareni e poi i Preraffaelliti che tennero “un atteggiamento di ribelle opposizione al mondo moderno della Rivoluzione industriale” (p. 81). Nel secolo scorso, invece, un recupero dell’arte sacra è emerso nell’architettura di Armando Brasini. Le sue Chiese, a differenza di quelle progettate dagli architetti post-conciliari, non sono ridotte a“spazi per fedeli”, ma espongono in evidenza Sapienza e Conoscenza ermetica. Nella pittura del bolognese Ubaldo Oppi, fondata sul Realismo magico, tornò a mostrarsi, suggerisce l’autore, l’arte religiosa medievale. L’attuale genocidio artistico e paesaggistico, così evidente in Italia, è il risultato di una Crociata contro il Bello ed il Vero, iniziata secoli fa. Il libro di Frau fornisce gli strumenti per reagire allo scempio, ma dalle sue pagine, e la cosa è davvero rilevante, si può trarre anche la passione indispensabile a sostenere lo scontro con l’orrido che avanza.
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