La strage degli innocenti

DA MANCHESTER A MENYAH: il calvario continua

Ci sparavano contro e filmavano tutto, hanno raccontato i superstiti dell'ennesimna strage contro i Copti.

di Domenico Del Nero

DA MANCHESTER A MENYAH: il calvario continua

Ormai  è un bollettino di guerra, tanto che diventa difficile – e per certi aspetti persino monotono – tener dietro a tutte le stragi. Cosa si può dire di nuovo,  al di là delle dinamiche e della macabra contabilità dei numeri.  A  Manchester, il 22 maggio almeno 22 morti,120 feriti, 12 dispersi : ragazzi che andavano a un concerto. La più giovane, una bambina di otto anni, inoltre due fidanzatini diciassettenni, due ragazzi di quelli che vediamo ogni giorno andare a scuola con il loro zaino.  La loro ultima immagine è quella di un selfie poco prima del concerto fatale di Ariana Grande. Ma perché un concerto deve essere “fatale”, solo perché la mente malata di un folle decide di farsi saltare in aria in nome di Dio?

Bellissima la lettera del vescovo emerito  di Ferrara, Luigi Negri, uno dei prelati ancora degni di tale nome non per nulla inviso  all’argentino che  occupa il trono di Pietro:

“Figli miei, siete morti così, quasi senza ragioni come avevate vissuto. Non preoccupatevi, non vi hanno aiutato a vivere ma vi faranno un"ottimo" funerale in cui si esprimerà al massimo questa bolsa retorica laicista con tutte le autorità presenti - purtroppo anche quelle religiose -in piedi, silenziose. Naturalmente i vostri funerali saranno fatti all’aria aperta, anche per quelli che credono, perché ormai l’unico tempio è   la natura.”

E ancora “Io spero che almeno qualcuno di questi guru– culturali, politici e religiosi - in questa situazione trattenga le parole e non ci investa con i soliti discorsi per dire che «non è una guerra di religione», che «la religione per sua natura è aperta al dialogo e alla comprensione». Ecco, iomi auguro che ci sia un momento silenzioso di rispetto. Innanzitutto per le vostre vite falciate dall’odio del demonio, ma anche per la verità. Perché gli adulti dovrebbero innanzitutto avere rispetto per la verità. Possono non servirla ma devono averne rispetto.” [i]

Rispetto per la verità. Esatto,  la si finisca una buona volta di suonare le trombe stonate e gracchianti del politicamente corretto. Così da un lato si parla dell’attentatore come di un “inglese di origini libiche” ( discorso analogo per il feritore di Milano, classificato come “italiano”); dall’altro le solite pizie in stile Saviano lamentano che la colpa è della “mancata integrazione”, dimenticando che gli attentatori sono sovente immigrati di “seconda generazione” che dai paesi ospitanti hanno spesso e volentieri ricevuto di tutto e di più. E in un contesto come questo, mentre il problema dei flussi si incancrenisce sempre più, mentre personaggi  come la  presidente della Camera  Boldrini e Bergoglio  esortano a una accoglienza indiscriminata sino al punto di annullare grazie ad essa la nostra stessa civiltà, si pensa ad approvare anche in Italia lo ius soli, facendo finta di ignorare situazioni drammatiche come quella francese, descritta in dettaglio dal collega Luca Costa.

Ed a appena quattro giorni di distanza, una nuova strage contro i copti in Egitto: proprio stamattina un convoglio di due autobus che trasportava fedeli a un pellegrinaggio è stato assalito a Menyah, a 250 Km a sud dal Cairo e fatto oggetto di un vero e proprio “tiro al bersaglio”: finti soldati sono saliti a bordo e hanno aperto il fuoco con mitragliatrici, mentre sembra che uno di loro riprendesse allegramente la scena. Trentacinque morti, tra cui molti bambini. La loro “colpa”? Essere cristiani, naturalmente, con l’aggravante di dirigersi a un monastero, quello di Anba Samuel. Un massacro compiuto proprio alla vigilia del Ramadan e che al momento non è stato ancora rivendicato, si sospetta che questa volta si tratti di Al Qaida e non dell’ Isis, che però solo il nove aprile scorso si era resa responsabile della strage della domenica delle Palme.

Puntualmente, il messaggio di Bergoglio, se esprime solidarietà e dolore per le vittime (soprattutto i bambini) non fa parola della matrice dell’attentato, esattamente come per Manchester. 

Guerra di religione, scontro di civiltà, colpa dell’Occidente?  Il solito, monotono girotondo dello scaricabarile. Rimane il fatto che se certo non tutti i  musulmani sono terroristi, oggi tutti o quasi i terroristi sono musulmani. Senza dubbio, a tirare i “fili” ci sono molte mani “occidentali”,  quelle stesse che stanno facendo della tratta dei migranti un altro ordigno ad alto potenziale: ridurre tutto ad una semplice “questione religiosa” sarebbe troppo facile e troppo comodo. Ma è altrettanto folle ed irresponsabile negare che un problema di integrazione e convivenza  ci sia e le frontiere, sopratutto quelle italiane, non possono continuare ad essere un ponte verso l’abisso.  Altrimenti smettiamo di piangere i morti, anzi cominciamo ad applaudire non i feretri (secondo un’usanza tra l’altro discutibile) ai funerali, ma piuttosto i loro assassini. E prepariamoci, in nome della tolleranza e della laicità, a vedere il trionfo del fanatismo e della intolleranza più nera; con la benedizione di Bruxelles e di Wall Street; e pure di Bergoglio, che quasi sicuramente non farà mancare la sua benedizione al Ramadan.

 



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