Editoriale

Chi vuole organizzare una manifestazione politica in piazza dovrà essere iscritto in una lista stabilita da storici e persone istruite sul tema

Brillante idea di una deputata Pd per limitare il diritto di dissenso e far tacere i contestato mettendoli di fatto fuori legge

Mario  Bozzi Sentieri

di Mario  Bozzi Sentieri

a storia – diceva Karl Marx  - si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”. Non troviamo immagine migliore per definire la farsesca idea della deputata del Pd Chiara Scuvera, che vorrebbe fissare ex lege  un elenco di sigle a cui negare il diritto di parola e di manifestazione, sigle ovviamente di chiara marca … fascista.

L’on. Scuvera è preoccupata per il  vuoto legislativo che esiste in materia. Visto che, in base alle leggi vigenti, i questori non possono vietare (a prescindere) l'uso di spazi pubblici,  ecco la trovata passepartout: varare una nuova norma che determini “linee guida” per permettere alla polizia di impedire ogni manifestazione “sgradita” perché politicamente non–conforme.  

Come fare ? L'idea è semplice: stendere una “lista dettagliata” delle sigle a cui negare la libertà d'espressione. Per farlo la deputata immagina una “commissione di storici e persone istruite sul tema” che decida quali movimenti inserire nell'elenco, studiandone la storia, i principi e le simbologie. Particolare attenzione andrà messa nel controllare “se sono soliti fare saluti romani”.

La tragedia e la farsa – dicevamo. Ecco allora vicende  che appartengono alla nostra memoria nazionale  e che hanno segnato  profondamente, nel bene e nel male,  la Storia d’Italia,  trasformate in una sorta di Bignami  da consultare per lanciare la carica di polizia e  tappare la bocca a qualche ventenne d’oggi, che crede tanto nella libertà da volerne fare una pratica quotidiana. Ecco Storie che  continuano ad essere oggetto di analisi ed approfondimenti tutt’altro che conclusivi, destinate ad essere passate al vaglio di  una “commissione” (eletta da chi ?), investita di un non invidiabile  potere censorio.

E la libertà? La celebrata libertà democratica che fine ha fatto? Può essere lasciata alla discrezionalità di un “Tribunale speciale” – perché di questo si tratta – composto di  “storici e persone istruite sul tema”, scelte da qualche Scuvera di turno? E dopo le liste sugli “indesiderabili fascisti” da tenere lontani dalla piazze, perché non andare avanti ?

La logica censoria non ha limiti. Dalle liste di proscrizione alla limitazione dei diritti civili (perché permettere di votare ai “fascisti” ?) ai roghi della cultura non conforme (basta impedirne la vendita …) il passo è breve. Con conseguenze inimmaginabili anche per quanti condividono, oggi,  le limitazioni verso  i reprobi … fascisti. Anch’essi potrebbero finire in qualche lista  di proscrizione solo perché contrari all’aborto, poco propensi a celebrare la teoria gender, non disposti all’assimilazione mondialista e all’indifferentismo religioso, refrattari ai diktat della Ue.

Quando si trasforma il fascismo in un “mostro verbale”, capace di rappresentare tutto ed il contrario di tutto, ogni  manipolazione è possibile. Anche quella della libertà e della verità. Con risultati devastanti per la tenuta dell’ordine civile. 

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