Cechov reintepretato

Firenze: Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli presentano la Controra

Venerdì scorso la conferenza stampa di presentazione.

di Tommaso Nuti

Firenze: Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli presentano la Controra

La controra - Cast. ph. Filippo Manzini

Dal 20 aprile al 2 maggio (escluso il 25 aprile) la Pergola diventa protagonista e attrice principale del nuovo spettacolo portato in scena da Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli. “La Controra” è il nuovo progetto che per circa due  settimane sarà presentato in anteprima nazionale al teatro fiorentino. Nella tradizione la controra è il momento di stasi temporale, quando è ben visto un riposo dopo pranzo o semplicemente un cordiale dialogo fra amici e parenti, senza necessità di uscire di casa o girare il centro storico della propria città.

Sul palcoscenico, accanto a Favino nel ruolo di Natale Vurro, le tre sorelle Vurro interpretate da Lunetta Savino, Fabrizia Sacchi, Paola Michelini, eAnna Ferzetti, Antonella Lori, Bruno Armando, Guido Caprino, Totò Onnis, Francesco De Vito, Renato Marchetti, Teodosio Barresi, Gianluca Bazzoli, Domenico Pinelli. La regia è di Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli. Una produzione Fondazione Teatro della Toscana, in coproduzione con Compagnia Gli Ipocriti.

 

Protagonista è il teatro stesso: quasi come un attore centrale viene messo a nudo, inglobando completamente l’azione senza l’aggiunta di molti elementi scenici, ma solo con la presentazione di attori e del testo. Lo spettacolo è tratto da Le tre sorelle di Anton Čechov, scritto espressamente per il Teatro d’Arte di Mosca ed andato in scena per la prima volta il 31 Gennaio del 1901. Quello di Favino e Sassanelli è un riadattamento che prende gli attori in prima persona e li rende partecipi di un clima molto particolare: tutta la troupe, dopo l’operazione di riscrittura, ha condiviso un’esperienza comune ritrovandosi ad Ariano Irpino dove si colloca idealmente la messinscena. La convivenza ha contribuito a creare un gruppo. Per un periodo abbiamo vissuto insieme proprio come fanno i nostri personaggi sulla scena e si è cementato un linguaggio comune.

 

L’ambientazione che si ritrova ne “La Controra” riprende i caratteri del Meridione degli anni ’50: il tema del sacro, del tempo e dell’attesa, della volontà di ritrovare le proprie identità in un clima che si stava piano piano rivelando positivo si sentono sulla pelle nel Sud Italia e rimandano molto alle caratteristiche espresse da Čechov nel testo originale di fine ‘800, i cui i personaggi escono dalla guerra di Crimea, stanchi ma al tempo stresso pronti a ripartire per costruire mattone su mattone il proprio futuro. Così i due autori, dopo “una chiacchierata sulle rive dell’Arno” – come dice Paolo Sassanelli nell’intervista di Angela Consagra –reduci dal successo dovuto alla produzione del loro precedente spettacolo Servo per due (rivisitazione di “Servitore per due padroni” di Goldoni), portano proprio a Firenze  La Controra con l’obiettivo principale di riappassionare il pubblico al teatro, di farlo sentire centrale alla rappresentazione e coinvolto a pieno in essa. Il pubblico è inteso come elemento che deve ritrovare quella volontà di riempire di nuovo le sale, di rendere come fatto dovuto il recarsi a teatro.

Fattore fondamentale nel testo, oltre la condivisione fra attori e il pubblico, è il tempo: Čechov inizia la sua opera con un orologio che va avanti di 7 minuti, sia come per scandire la realtà circostante sia distaccandosi da questa. Il tempo veniva visto nelle Tre Sorelle strutturato sulle proprie leggi, in modo autonomo, protagonista principale dell’ignoto, di un futuro che non si conosce (rimandando alla situazione di inizio ‘900 e inizio 2000). Favino definisce il tempo di Čechov uno scavallamento verso il nuovo secolo, sentito enormemente sotto il profilo culturale: i cambiamenti nella filosofia, nella letteratura… Tutto ha contribuito a spaccare le forme precedenti per arrivare a costruire una nuova identità.

 

C’è, come sostiene Favino, anche una motivazione strettamente biografica che ha spinto i due autori alla rivisitazione dell’opera di Čechov: io ho tre sorelle, la famiglia di mia madre è formata da tre sorelle, mio zio ha tre figlie femmine..”. Non è un numero a caso il tre, che ritorna anche nella famiglia dell’attore, quasi a sottolineare la centralità del suo ruolo nella rappresentazione. Un pezzo di vita personale che viene disegnato all’interno di un quadro che comprende attori, registi e scenografie, un teatro vicino alla realtà quotidiana, nitida. Non sono però figure femminili oggetto dello scorrere inesorabile del tempo, ma potenti, capaci di creare un nuovo punto di vista che sia più moderno e vicino a noi, in modo da trasportare un classico in una realtà più identificabile dal pubblico italiano di oggi, che ha il diritto di riconoscersi nella storia. Non c’è la rassegnazione di chi non ha più niente da chiedere ma c’è la volontà di poter cambiare seppur in minima parte le carte in tavola, senza lasciare spazio alla malinconia.  Paolo Sassanelli li definisce personaggi al futuro in grado di darsi da fare per crearsi una vita che sia meravigliosa. Ed è questo l’aspetto più particolare de “La Controra”: come l’orologio stabilisce e decide l’ora pur non sincronizzato perfettamente con la realtà, le donne sono al centro della propria strada prive di nostalgia e cariche di positività, per un percorso tutto da tracciare.

 

 

20 aprile – 1 maggio

 

(feriale ore 20:45, festivo, ore 15.45; riposo lunedì 25 aprile)

 

 

 

Fondazione Teatro della Toscana

 

in coproduzione con Compagnia Gli Ipocriti

 

LA CONTRORA

 

di Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli

 

tratto da Le Tre sorelle di Anton Čechov

 

con Lunetta Savino, Fabrizia Sacchi, Paola Michelini, Anna Ferzetti, Antonella Lori, Pierfrancesco Favino, Bruno Armando, Guido Caprino, Totò Onnis, Francesco De Vito, Renato Marchetti, Teodosio Barresi, Gianluca Bazzoli, Domenico Pinelli

 

scene Luigi Ferrigno

 

costumi Lia Morandini

 

disegno luci Giuseppe D’Alterio

 

musiche STESQUA

 

maestro di voce Susan Main

 

video Marco Schiavoni

 

disegni sonori Sebastiano Basile

 

regia Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli

 

 

 

 

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