Due anni di Governo Renzi

Fra allarmi (falsi) di complotti e pericoli (veri) di default ci avviamo a nuove strette fiscali

Casa o galera dall'Europa non si esce, e se occorresse una politica economica vera invece delle inutili dichiarazioni a scopo elettorale?

di Giovanni F.  Accolla

Fra allarmi (falsi) di complotti e pericoli (veri) di default ci avviamo a nuove strette fiscali

Riflettere prima di parlare non sarebbe una cattiva idea

Eh sì, siamo oramai arrivati alla fase più sublime e patologicamente grave del cesarismo: mentre s’appresta a celebrare in pompa magna il secondo anno di governo senza mai essere stato eletto, il premier fa diffondere, o meglio fa sussurrare dal suo portavoce all’orecchie di alcuni giornalisti strambe notizie su altrettanto stravaganti complotti che oscure forze starebbero per consumare alle sue spalle. Qualche collega, anzi più di uno c’è pure cascato, il bravo Claudio Cerasa in particolare, che dalle colonne de Il Foglio ci ha fatto - secondo lui - lo scoop…

Si son fatti anche i nomi di alcuni congiurati e le parti in commedia ci sono tutte. Il grande vecchio ha il volto dell’ex presidente Napolitano, poi c’è l’uomo che cerca vendetta interpretato da Enrico Letta, lo stratega anch’esso assetato di sangue, Massimo d’Alema e infine il finto buono, ma con l’anima nera, Romano Prodi. Poi, siccome la storia - com’è noto - ama ripetersi, c’è anche già pronto il copione, quello già visto con Monti protagonista: l’idea è di portare a palazzo Chigi un nuovo tecno-fenomeno, ovvero Tito Boeri. Ovviamente a benedire l’ulteriore “colpetto di Stato” la Commissione europea, i governi di Francia e Germania e banchieri vari. Non male, eh? Così salirebbe a quattro  il numero di premier non eletti! Ma siamo all’operetta.

Ora, siccome oramai anche nei “salotti de’ sinistra” il mantra che si ripete ad ogni nefandezza dell’ex sindaco di Firenze è “e se lo avesse fatto Berlusconi?” c’è da chiedersi: allora è dato per assodato anche tra i renziani che Berlusconi fu “destituito” in tale maniera? Sarebbe interessante saperlo.

Comunque sia, lo stato confusionale del governo è palesemente sempre più grave. La metafora più puntuale che rende lo stato delle cose è quella del costoso e sontuoso Boeing presidenziale (voluto dal premier con infantile ostinazione) fermo in un hangar perché privo di un equipaggio adeguato. Per dire: Padoan, il ministro della mancata economia, fa spallucce quando qualcuno gli ricorda che nel Documento di Economia e Finanza dell'aprile 2015, trasudante - com’è ormai la regola - folle ottimismo, si leggeva: "riflettendo la favorevole evoluzione del quadro macroeconomico, la crescita dovrebbe rafforzarsi gradualmente in Europa e in Italia" e che fra quello 0,9% previsto e quello 0,6% realizzato, al netto della congiuntura peggiorata, ballino i principali impegni presi dal governo nei confronti della Commissione.

In particolare - dicono alcuni economisti con cui in questi giorni ho lungamente parlato perché da umanista e ignorante volevo inquadrare il problema  - è in serio pericolo l'Obiettivo di Medio Termine (MTO). Secondo le regole, la componente strutturale del deficit non deve superare lo 0,5% (per componente strutturale si intende il disavanzo al netto delle correzioni per il ciclo economico e delle misure una tantum). Secondo il governo quest'obiettivo sarebbe rispettato, mentre le stime della Commissione dicono che il deficit strutturale è superiore di mezzo punto percentuale.

L'insistenza un po' lagnosa e molto tronfia con cui Renzi chiede la possibilità di fare un deficit aggiuntivo per ulteriore 0,2%, dopo aver utilizzato quello concesso (ufficialmente per l'emergenza migranti) in bonus dal sapore elettorale, lascia presagire che la percezione di aver fatto male i conti sia arrivata anche a Palazzo Chigi. Per poter rispettare l'MTO il debito pubblico dovrebbe diminuire di 90 miliardi in valori assoluti (nel 2015 è aumentato di 33,8 mld, fonte Banca d'Italia bollettino n.9/2016) e di 8,4 punti nel triennio.

Allora forse bisognerebbe far capire al giovinotto di Rignano sull’Arno che alzare la voce contro l’Ue, come un Varoufakis qualunque, ci emargina invece di restituirci (quando mai? Berlusconi docet, no?) il ruolo di leader a cui, a parole, appunto, aspiriamo. Fare gli europeisti à la carte alla fine ci restituirà il ruolo di camerieri. Perché dall’Europa, che sia considerata casa o galera, non si scappa!

Allora, mentre la storia del complotto assume sempre più la ridicola dimensione del “mettere le mani avanti…” si fa più forte l’ipotesi che semmai non sarà un complotto a far uscire di scena Renzi, ma una cacciata per manifesta incapacità alla luce del sole.

Perché, seppure so bene che molti dei lettori hanno in odio l’Unione europea e tutte le sue manfrine sul debito e le regole affini e conseguenti (e anch’io per certi versi, anche se più tempo passa e più si rafforza in me l’idea che mai ci sarà governo nostrano capace di tirarci definitivamente fuori dal guado dove la politica degli ultimi decenni ci ha infilato), bisogna far presente che nel 2015 con una crescita ridotta al lumicino dello 0,6 per cento, il rapporto debito/PIL italiano dovrebbe aver raggiunto il 134 per cento. Ora, sapendo che la legge di stabilità per il 2016 è finanziata per 15 miliardi in deficit e che - per evitare che nel 2017 scattino le clausole di salvaguardia con l’aumento dell’IVA - servono altri 15 miliardi, si deduce che aumenterà ancora il debito o avverrà un’ulteriore vessazione fiscale. Altro che complotto nei confronti del mitomane Renzi, è il suo governo che attenta il popolo italiano.

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