Editoriale

Nella Firenze renziana sprangare una ragazza di destra non è reato, dar fuoco ad una libreria non è violenza censoria

Perché è femminicidio se ammazzano una ragazza americana e non è violenza verso una donna se questa viene presa a sprangate da maschi incappucciati che devastano una libreria?

Domenico Del Nero

di Domenico Del Nero

Firenze, una giovane morta ammazzata e una libreria brutalmente devastata:  che rapporto può esserci fra le due cose? Se i media hanno dato il solito spazio alla triste e squallida vicenda della giovane americana  Ashley Olsen,  brutalmente assassinata il 9 gennaio scorso  da uno dei quei clandestini d’importazione la cui presenza, secondo la presidente della camera e il governatore della Toscana Enrico Rossi, dovrebbe  essere per noi motivo di arricchimento e gioia profonda,  molto meno si è parlato dell’assalto e della devastazione della libreria il Bargello, avvenuto nel capoluogo il 14 gennaio scorso,  dove un’altra donna è stata tra l’altro brutalmente aggredita e picchiata da una ventina di energumeni mascherati.  Il motivo è molto semplice: una turista americana è soggetto politicamente corretto, una libreria vicina a Casapound no.

“La scena del crimine è quella di un femminicidio. Il perché della necessità di ricorrere a questo termine lo spiega anche l'Accademia della Crusca. Si tratta di una violenza di genere, di una sopraffazione; di mancanza di rispetto verso la persona, di una violazione fatale del corpo di una donna  (…)  È ora di reagire tutti insieme, isolare i violenti e stigmatizzare e punire chi non rispetta le persone, i loro corpi e il loro orientamento sessuale. È ora che la politica si muova e approvi leggi specifiche contro l'omofobia e contro il femminicidio. Non per corrispondere alla moda recente di inasprire le pene su tutto, ma per costruire un argine, prima di tutto culturale, dentro la società”. [1]

Sarebbe allora interessante sapere cosa ne pensa il signor Rossi, autore della su citata dichiarazione, che per l’occasione scomoda pure l’Accademia della Crusca, del fatto che una ragazza sia afferrata per i capelli e presa a sprangate, come avvenuto appunto alla libreria il Bargello:

“"Mi fa molto male la schiena  (…)  mi hanno preso per i capelli e soprattutto mi hanno picchiato con violenza con una spranga di ferro. Per fortuna sono riuscita a scappare in bagno"[2]ha dichiarato infatti la persona in questione; ma per alcune testate che hanno riferito l’avvenimento addirittura non ci sarebbero feriti.   Forse la ragazza doveva avere il buon gusto di farsi fratturare almeno qualche costola …. Tra l’altro, giusto per completare la scena,  la ventina di eroi incappucciati che ha devastato una libreria e aggredito tre persone  si è pure sentita in dovere di gridare ai presenti che  avrebbe fatto fare loro la fine dei ragazzi di Acca Larentia: se le vittime sono “fascisti” anche una strage infame diventa un modello e un esempio.

Ovviamente, aspettarsi anche su queste cose un commento dal “signor Rossi” e dai suoi sodali è pura fantascienza. Sarebbe già qualcosa se almeno il renzino in sedicesimo, il violinista mancato che sta del tutto “scordando” la città di Firenze, ovvero il sindaco Dario  Nardella, si degnasse di dire almeno una parola sull’accaduto: non per difendere Casapound, non si pretende tanto, ma almeno per stigmatizzare un atto di violenza bestiale e difendere il diritto dei fiorentini di entrare in una libreria senza rischiare di  rimetterci l’integrità fisica o addirittura la vita, anche se è una libreria “di destra”.  Ma a Rossi, Nardella & c. questa Firenze degradata sta benissimo così. Del resto, in alcuni consigli di quartiere e persino in consiglio comunale si discutono (e si approvano) mozioni e interrogazioni contro la presenza di “organizzazioni fasciste” che starebbero  infestando il territorio metropolitano e che sono semplicemente persone le quali non si riconoscono nel pensiero dominante e chiederebbero di poter usufruire della libertà di pensiero e di associazione garantiti dalla costituzione.  E si tratta, o dovrebbe trattarsi, della costituzione italiana e non di quella sovietica o  cubana;  tra l’altro,  se  i  “piddini”  e i loro satelliti  sono tanto convinti che vi sia apologia o addirittura ricostituzione di Fascismo, perché non si rivolgono alla magistratura, visto che tali attività  sono considerate reato?

In realtà, in un corteo organizzato sabato scorso dai soliti “antagonisti” per protestare contro la presenza dei “fascisti” a Firenze, si sono risentiti vecchi e muffiti slogans, tra cui quello di cacciare dai “loro” quartieri fascisti e poliziotti. Insomma Firenze è diventata cosa loro e bisogna cacciarne chiunque la pensi diversamente, perché poi questa gentaglia è estremamente “elastica” nell’applicazione del termine fascista, che va dal vicino di casa antipatico, al leghista, a chiunque sia anche lontanamente in odore di “destra” etc. Inutile dire che sono quattro gatti e un cane (senza offesa per questi nobili e  simpatici animali, sarebbe più corretto parlare di scarafaggi, senza offesa comunque anche per loro) ma si sentono “forti” anche per la bonaria acquiescenza dei poteri locali (e non solo locali, ovviamente). Perché, specie per chi – anche se fa finta di dimenticarsene – discenda da certe ideologie spazzatura con qualche milione di morti sulla coscienza (e malgrado questo si picca di dare agli altri lezioni di democrazia) pensare è chiaramente un reato per cui non esiste pena sufficiente.

Che poi Rossi, difronte a un feroce delitto compiuto da uno di quei “migranti” che lui e i suoi compari importano a migliaia senza un minimo di discernimento e senza un minimo di attenzione alla legalità, non sappia che tirar fuori l’omofobia e il femminicidio la dice lunga sulla profonda malafede di queste persone. Ovvio – ma lo si ripeta a beneficio dell’idiota in malafede di turno – che non si tratta di scatenare una caccia alla streghe (altra cosa in cui se mai  la sinistra è maestra) né tantomeno di mettere tutti gli immigrati sullo stesso piano.    Ma per il femminicidio, a parte l’estrema  idiozia del  termine in sé  (la vita umana è sempre e comunque sacra, qualunque sia il sesso, la religione o la razza  e spegnerla è sempre e comunque uno dei  crimini più ignobili che esistano) il vero problema è quello di garantire a tutti i cittadini un minimo di vivibilità.  Certo, che una persona, specie di questi tempi, vada a “raccattare” sconosciuti in discoteca e soprattutto personaggi  come il senegalese Cheik  Diaw, un bullo da  vita notturna  che sarebbe meglio evitare come la peste  è  sicuramente  poco igienico, per non dire del tutto sconsiderato: ma forse la”pena di morte” è quantomeno eccessiva.   E già non manca chi commisera il “povero senegalese”, che la turista americana viziosa e viziata avrebbe “usato” (di certo, contro la volontà del soggetto in questione …). Forse tra non molto il signor Rossi potrebbe prenderselo come giardiniere, in libertà vigilata per buona condotta o qualcosa di simile.

Ma del resto, in Toscana – e non solo – nero è bello solo se africano, in caso contrario gli si può anche dar fuoco o spezzare la schiena, metterlo al bando ed esporlo al pubblico ludibrio, ancor prima di chiedergli come la pensa o cosa abbia intenzione di fare. In una città sporca, degradata e in preda a episodi sempre crescenti  di microcriminalità e non solo micro  (e si parla di Firenze, uno dei centri più belli del mondo) il vero problema qual è? I Fascisti, naturalmente!  Il resto è letteratura.


 



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