Editoriale

Al Vaticano non bastavano gli scandali finanziari ed erotici, hanno voluto anche lo stupro estetico della facciata di San Pietro

I giochi di luce con proiezioni di pesciolini e candele e quanto altro sia adatto a disneyland hanno reso la facciata della Santa Basilica una insopportabile buffonata

Dalmazio Frau

di Dalmazio Frau

on bastava Mons. Charamsa e il suo fidanzato “cool”, molto cool entrambi in effetti; non bastavano i Carmelitani romani che più che scalzi stavano con il saio alzato – e pensare che io li ricordavo più per i duelli che si andavano a fare all’ombra delle loro chiese che per scandali tra marchettari di bassa lega – e ancora ecco che arriva a sconvolgere questa disgraziata Chiesa del XXI secolo nientemeno che una delle più alte figure spirituali che essa dovrebbe annoverare: l’Abate di Montecassino.

Gli Abati un tempo erano potenti e ricchi come i Cardinali, ma più ancora di loro gestivano non soltanto immense fortune – personali e di rendita – ma un patrimonio culturale inestimabile. Erano le Abbazie di Fiastra, Farfa, Fossanova, Chiaravalle, Montecassino, Camaldoli, Subiaco e innumerevoli altre. Scrigni di sapienza dall’Alto Medioevo fino a l’altro ieri hanno preservato arte, libri, documenti e tramandato il sapere per generazioni e ininterrottamente.

Certo anche mille anni or sono, anche cinquecento anni fa esisteva la corruzione, in una Chiesa diversa, molto più aperta e tollerante allora di quanto erroneamente si creda. I Papi avevano figli e concubine, così come i cardinali e persino – forse – qualche Abate importante e potente. Certamente, da che mondo è mondo, è esistita anche l’omosessualità nel clero, ma non in una simile maniera come sta apparendo oggi. Forse – dirà qualcuno, era più nascosta per timore di vedersi preso dagli sbirri, sottosposto a tratti di corda e poi squartato o bruciato su una pubblica piazza? Forse era un deterrente bastevole, ma quel che è certo è che il tasso di omosessualità nei religiosi dei secoli scorsi era enormemente più basso di quello che appare ogni giorno dei nostri.

Comunque non è necessaria probabilmente l’esistenza di una “Lobby Gay” vaticana, tanto pare che l’attitudine alla sodomia – peraltro accompagnata dal gusto per il bagordo, la cupidigia, l’egoismo e l’avidità – sia ormai sotto gli occhi di tutti. Se si può perdonare un’inclinazione – che non per questo però deve essere consentita – resta più difficile comprendere come certi esponenti del clero, non paghi soltanto di dar libero sfogo ai loro istinti più bassi, debbano far ricorso costante all’uso di droghe stimolanti. Almeno sapessero farlo da soli! Non bastanti loro sono poi arrivati la Chaoqui e Mons. Balda, il “dinamico duo” vaticano.

La vicenda risulta essere talmente triste e intristente, non soltanto perché ci si chiede quali attrattive erotiche abbia la PR vaticana, ma perché se ne vorrebbero comprendere le capacità e competenze che l’hanno fatta scegliere per occupare quell’incarico.

Infine, ma non sarà certo l’ultima, la meraviglia della sera d’apertura della Porta Santa. Migliaia di “fedeli” con lo sguardo rivolto alla basilica petrina, mentre s’è – ovviamente – deciso di spegnere il presepe del piazzale per favorire l’”evento mediatico” dal titolo “Fiat Lux”. Se fino a ieri credevate fosse stato Lazlo Toth (il trentatreenne geologo australiano di origine ungherese che il 21 maggio 1972 sfregiò la Pietà di Michelangelo a San Pietro prendendola a martellate) ad aver compiuto il più infame gesto sacrilego sia contro la religione sia contro l'arte, mai accaduto in San Pietro dai tempi del Sacco di Roma del 1527, sappiate che vi state bagliando. Infatti il folle è stato ieri sera abbondantemente surclassato dal genio assoluto e insuperabile ( almeno al momento, ma i suoi colleghi più o meno porporati qualcosa faranno per non essere da meno ) di Mons. Fisichella. È infatti a lui che va dato l'indubbio "merito" di aver consegnato lo stupro visivo della basilica alle multinazionali economiche, in primis alla Banca Mondiale. In effetti i Papi si sono sempre basati sulle Banche, lo erano i Medici, ma era ben diverso il risultato. I rapporti con il potere dei banchieri tra XV e XVII secolo ci ha dato lo splendore dell’Arte; gli intrallazzi attuali hanno portato soltanto all’aumento delle ricchezze personali di chi poteva manovrare le leve del potere sotto la scusa dei “poveri” e degli “umili”.

Così Fisichella, un cognome da pilota di F1 di second'ordine, l’arcivescovo Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione – termini che fanno accapponare la pelle - ha fatto letteralmente sputare in faccia alla Bellezza e all'Arte di secoli con il suo avallo al “Fiat Lux”; peggio di Lazlo Toth, in un colpo solo ha fatto devastare Michelangelo, Bernini e Maderno. Insomma Fisichella batte Toth 3 a 1, considerando pure che il monsignore giocava in casa.

Questa è la dimostrazione evidente dell'incompetenza in campo artistico e culturale dell'attuale chiesa cattolica apostolica romana. Un osceno scempio simile non sarebbe mai stato concesso se vi fossero state persone in grado di capire cos'è l'Arte, invece ci sono Mons. Ravasi e i suoi epigoni minori. Del resto dal momento che nelle nostre chiese romaniche, gotiche, rinascimentali e barocche si preferisce esporre "icone" invece di dipinti appartenenti all'arte occidentale ed europea non ci si può stupire di questo. L'ignoranza di questa gente è diventata abissale, inarrestabile e - come sempre - arrogantemente presuntuosa... e poi abbiamo paura dell'Islam? Ma fatemi il piacere! Il peggior pericolo per la Chiesa Cattolica si annida al suo interno.

“Bonanotte popolo...” fa dire Gigi Magni a Leonida Montanari sul patibolo del suo film, e io immodestamente aggiungo buon natale ( minuscolo ) e soprattutto buonannosantodellamisericordia!

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