MONDO E TEATRO

Goldoni alla Pergola

La bottega del caffè: una brillante “commedia d’ambiente”

di Niccolò Andreotti

Goldoni alla Pergola

La Bottega del caffè, Pino Micol Vittorio Viviani, Foto Filippo Manzini

Il 1750 è l’anno in cui Carlo Goldoni, in risposta alle accuse – e alle invidie – dei commediografi suoi contemporanei, si impegna a comporre ben sedici nuove commedie. Tra esse – parto di questo incredibile tour de force, di cui possiamo ricordare Il teatro comico, La Pamela, I pettegolezzi delle donne – esce La bottega del caffè,“intermezzo di tre parti in musica”.

 

Oggi La bottega del caffè, una produzione Fondazione Teatro della Toscana, arriva alla Pergola di Firenze dopo il felice debutto in prima nazionale al Piccolo Teatro di Milano in occasione di Expo 2015 e i tutto esaurito al Teatro Argentina di Roma.

“Tra i motivi che mi hanno spinto a mettere in scena oggi La bottega del caffè -  confessa il regista Maurizio Scaparro - il primo credo sia il piacere e il desiderio di tornare a parlare di Venezia e del suo Carnevale, durante il quale la commedia si svolge, dalle prime luci dell’alba a quando scende la notte”. Scaparro segue rigorosamente i canoni goldoniani di una commedia dei sentimenti e dell’agire degli esseri umani, in un perfetto equilibrio fra la parola e l’azione scenica, impreziosito dalle musiche originali del premio Oscar Nicola Piovani, le scene e i costumi di Lorenzo Cutùli, vincitore dell’International Opera Awards 2014 per la scenografia.

 

La Bottega del caffè è scritta in lingua toscana: Goldoni all’epoca desidera la massima diffusione delle sue opere e il veneziano, e di lì a poco Venezia, gli iniziano a star stretti. Per quest’opera il commediografo venne nuovamente accusato di plagio e di vilipendio; si difese a suo modo: «I miei caratteri sono umani, sono verisimili, e forse veri, ma io li traggo dalla turba universale degli uomini, e vuole il caso che alcuno in essi si riconosca. Quando ciò accade, non è mia colpa che il carattere tristo a quel vizioso somigli; ma colpa è del vizioso, che dal carattere ch’io dipingo, trovasi per sua sventura attaccato».

 

Commedia famosa, resa celebre da innumerevoli messe in scena, traduzioni e riduzioni, La bottega del caffè è una brillante “commedia d’ambiente”, capace di ritagliare un preciso spazio fisico e sociale. Di essa lo stesso Goldoni ebbe a sottolineare: “Non presento una vicenda, una passione, un carattere; ma una bottega di caffè, ove avvengono in una volta varie azioni, e dove concorrono parecchi per diversi interessi, onde se ho avuto la fortuna di stabilire un rapporto essenziale fra questi oggetti differenti, rendendo gli uni agli altri necessari, credo certamente di avere appieno adempiuto al mio dovere, superando appunto per questa ragione maggiori difficoltà”.

Un’ultima nota di tragica attualità: sul sito de L’Italie en direct (http://italieendirect.italieaparis.net) è presente la versione sottotitolata in francese del video de La bottega del caffè, girato da Gianluca Rame per la Compagnia Italiana, nell’ambito del progetto videoteatroteca che lega la Compagnia Italiana al Teatro della Toscana. Un piccolo gesto di vicinanza e solidarietà tra teatri, città e cittadini.

 

LA TRAMA

L’azione si avvia alle prime luci dell’alba di un mite mattino invernale, per concludersi quando scende la notte.

Il caffettiere Ridolfo si sta prendendo a cuore la sorte del giovane mercante di stoffe Eugenio, che da qualche tempo frequenta assiduamente la casa da gioco di Pandolfo. Lì Eugenio ha subìto perdite ingenti giocando a carte con Flaminio, un giovane torinese che si spaccia per nobile.

La moglie di Eugenio, Vittoria, cerca invano di far ravvedere il marito. Allo stesso scopo è giunta a Venezia da Torino la moglie di Flaminio, Placida, che, travestita da pellegrina, ignora la nuova identità assunta dal marito ed è esposta alle insidie tessute da Don Marzio. Quest’ultimo è un nobile napoletano prepotente, ambiguo e chiacchierone, che prova piacere nel frapporre ostacoli al desiderio delle due mogli di ricondurre sulla retta via Eugenio e Flaminio.

 

LE DATE

Martedì 17 novembre, ore 20.45 

Mercoledì 18 novembre, ore 20.45

Giovedì 19 novembre, ore 20.45

Venerdì 20 novembre, ore 20.45

Sabato 21 novembre, ore 20.45

Domenica 22 novembre, ore 15.45

 

La durata dello spettacolo è di circa 2 ore.

 

IL CAST

Con Pino Micol, Vittorio Viviani, Manuele Morgese, Ruben Rigillo, Carla Ferraro, Maria Angela Robustelli, Ezio Budini, Giulia Rupi, Alessandro Scaretti

Musiche Nicola Piovani eseguite dalla violinista Lisa Green

Scene e costumi Lorenzo Cutùli

Luci Maurizio Fabretti

Regia Maurizio Scaparro

Foto di scena Filippo Manzini

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