Emergenza Clandestini

Mani alzate, cantando l'inno di Mameli 250 famiglie di un quartiere di Roma cercano di impedire l'arrivo di 100 migranti, ma vengono dispersi da una polizia inflessibile

Hanno cercato di difendere la sicurezza delle loro famiglie, ma i diritti dei clandestini sono superiori a quelli dei cittadini che pagano le tasse

di Simonetta  Bartolini

Mani alzate, cantando l'inno di Mameli 250 famiglie di un quartiere di Roma cercano di impedire l'arrivo di 100 migranti, ma vengono dispersi da una polizia inflessibile

Abbiamo visto su Sky Tg24 le immagini degli scontri fra cittadini e polizia a Roma, zona Casal San Nicola, periferia nord.

Duecento cinquanta famiglie residenti nella zona hanno cercato di impedire il transito dei mezzi scortati dalla polizia, che portano 100 migranti destinati ad occupare una ex scuola, la Socrate, che dovrebbe diventare un centro di accoglienza per 100 clandestini.

Si tratta, come si è visto anche dalle immagini, di una zona poco urbanizzata, come tante ce ne sono nelle immediate periferie romane, tanta campagna, riarsa in questa stagione; quasi nessun servizio, tanto meno di trasporti secondo la logica tutta romana che si tratta di sacche di privilegiati cui niente è dovuto.

In questa zona, come dicono i residenti, praticamente non esiste sorveglianza, la sicurezza è garantita da niente, tranne la solidarietà fra coloro che abitano l’insediamento.

Ora il prefetto Gabrielli ha deciso che 100 clandestini saranno accolti proprio lì. Apparentemente potrebbe sembrare una buona idea, la zona è isolata, non si occupano strutture abitative (come accaduto a Treviso) rimaste sfitte.

Peccato che l’isolamento sia relativo e che i clandestini finiranno per coabitare con quelle 250 famiglie che hanno chiesto un presidio di polizia a tutela, una identificazione dei clandestini, insomma il minimo che garantisca la loro sicurezza.

Ma lo sappiamo, in Italia vige la regola che proibisce l’identificazione forzosa, se 1, 10, 100, 1000, migranti si oppongono non si può neppure prendergli le impronte digitali.

Chi sono dunque questi 100 clandestini che occuperanno la ex scuola Socrate a Casal San Nicola? Non si sa, magari 100 brave persone bisognose solo di un posto dove stare in attesa di raggiungere la destinazione desiderata, magari in Germania dove la Merkel, come abbiamo visto non li farà entrare mai.  O magari 100 disgraziati, disperati che pensano di trovare in Italia il paese del bengodi che ormai non esiste più neppure per gli italiani.

Oppure ci saranno una parte di veri rifugiati che fuggono dalla guerra e una parte di delinquenti, o potenziali tali che niente hanno da perdere e quindi si dedicheranno alla violenza, al ladrocinio, sicuri di godere dell’immunità che ormai sono i soli a poter vantare in nome di un buonismo ignobile che offre loro quanto ai nostri poveri i nostri pensionati viene negato.

Guardatevi intorno, chi fruga nei cassonetti? chi si reca al mercato all’ora di chiusura per raccogliere quanto di commestibile sia stato lasciato in terra? chi paga le tasse anche sulla misera pensione che si è guadagnata dopo un’onesta vita di lavoro? I nostri anziani, i nostri poveri, quelli che non si aspettano un tablet, o un telefonino o una diaria giornaliera, o il pasto consono alla propria religione e gusto.

Quelli che finiscono nelle case di riposo dove vengono malmenati, e umiliati, come si è scoperto recentemente a Prato.

Quelli che  vengono additati come il male della nostra società, mantenuti improduttivi che gravano sulle casse dello stato con le loro (tante, perché sono tanti, tantissimi) misere pensioni. I nemici dei giovani che non hanno lavoro. Per loro non c’è pietà.

La solidarietà e la commozione si esercita tutta verso i migranti perché quelli che piacciono alle persone che piacciono non se li troveranno mai accanto: quei giornalisti, politici opinionisti che invocano il dovere alla solidarietà vivono lontani dal problema clandestini, e sono tutti abbastanza benestanti da non dover vedere i propri nonni o genitori frugare nei cassonetti, o vivere al freddo in inverno, o risparmiare sul cibo.

Ma quelle 250 famiglie di Cal San Nicola hanno paura e hanno ragione, hanno fatto delle legittime richieste e non hanno ottenuto risposta, in compenso sono stati fatti sgomberare con la forza, donne giovani, anziane, uomini, tutti disperati pensando la futuro dei loro figli alla sicurezza delle loro case. Se non avete visto le immagini degli scontri guardatele, la polizia ha avuto l’ordine di essere irremovibile e usare la forza necessaria allo sgombero, in un paese civile sarebbe anche giusto in linea di principio, se quella stessa polizia non fosse la solita alla quale,  quando ci sono gli ultrà organizzati e violenti allo stadio che decidono se far proseguire o sospendere una partita, viene ordinato di trattare con noti criminali schedati e violenti.

A vedere le immagini di cittadini disperati, in lacrime che chiedono la sicurezza per le proprie famiglie, formando una catena umana di paura e disperazione, con le mani alzate e cantando l’inno d’Italia, che chiedono di non doversi barricare in casa non sapendo chi siano gli improvvisati e obbligati vicini, stringe il cuore.

Ma i giornalisti, e poi vedrete sarà un coro unanime, provvedono a smorzare l’onda di solidarietà che sgorga da chiunque veda quelle immagini di persone inermi che si siedono sotto un sole battente nel caldo asfissiante di questi giorni, e sottolineano che a dare man forte a quelle famiglie sono arrivati quelli di CasaPound. E voilà, il gioco è fatto, tutta colpa dei soliti picchiatori neo fascisti che aizzano gli animi contro i poveri immigrati in nome della difesa della razza! Perché questo è il messaggio sotteso che deve indignare evocando antiche persecuzioni.

Una follia organizzata. E poi si lamentano se Salvini raccoglie consensi!

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