I libri di totalità

Rassegna mensile mensile di novità librarie: Luglio 2015

di Mario  Bozzi Sentieri

Rassegna mensile mensile di novità librarie: Luglio 2015

Angelo Polimeno, Non chiamatelo euro (Mondadori, pagg. 154, Euro 12,00)

 

In Europa, nella seconda metà degli anni Novanta, è avvenuto un golpe. Un golpe di tipo inedito. Non c'è stato spargimento di sangue, ma molte vittime: migliaia di imprese hanno chiuso i battenti, milioni di persone, soprattutto giovani, sono rimaste senza lavoro, e altrettanti pensionati si sono ritrovati con assegni al limite della sopravvivenza. Non è stato un golpe ideologico. Non ha coinvolto un solo stato, ma tutti quelli dell'eurozona. E si è consumato quando le regole fissate dal Trattato di Maastricht – regole legittimate dai parlamenti nazionali e da referendum popolari e che grazie all'autorevolezza di Guido Carli prevedevano un impegno al rigore possibile – sono state stravolte da semplici regolamenti. Ovvero da documenti di rango inferiore, che non avrebbero potuto cambiare quanto stabilito da un Trattato, che ha valore costituzionale. Questo, invece, è successo con l'introduzione dell'euro. È stata la Germania a imporlo. E l'Italia, purtroppo, non si è opposta. Le conseguenze sono state, e sono, devastanti. Uno sfregio alle regole democratiche passato sotto silenzio. Anche sulla denuncia di Giuseppe Guarino, insigne giurista che ha rivelato l'accaduto, si è sollevato un muro di gomma. Ora questo libro – scritto da un noto cronista politico del primo telegiornale italiano – va a fondo. Ricostruisce il contesto storico, cita documenti, raccoglie testimonianze. Obiettivo: informare i cittadini. Scuotere la politica, tutta. Perché, come scrive nella sua postfazione l'economista americano James K. Galbraith, «l'euro, nato sotto false premesse, è per se stesso una falsa entità».

ITALIA

Autori vari, Libertà dalla droga. Diritto, scienza, sociologia (Sugarco, pagg. 144, Euro 14,00)

Questo libro fa il punto dopo per riassumere le leggi che si sono succedute a partire dalla metà degli anni 1970 e i principali luoghi comuni che continuano ad animare la discussione sull’uso e sul traffico degli stupefacenti: è il tema della prima parte dello scritto, affidato ad Alfredo Mantovano. Nella seconda parte Giovanni Serpelloni  illustra, con dati oggettivi aggiornati a giugno 2014, lo stato della diffusione delle droghe in Italia, riporta gli esiti della letteratura scientifica sui danni dell’assunzione della cannabis, e dimostra che essa non ha nulla di «leggero», e produce invece effetti pesantemente negativi, soprattutto fra i più giovani. Nella terza parte Massimo Introvigne inserisce la questione droga nel quadro dell’aggressione all’integrità dell’uomo, propria della IV rivoluzione: dai fatti alle idee e da queste alle tendenze, la diffusione dell’uso degli stupefacenti, che conosce una estensione quantitativa a cavallo del ’68, è un atto contro l’uomo, che esige una reazione non limitata a dire che «fa male». Questa pubblicazione pone a disposizione del lettore elementi di fatto e riflessioni che il legislatore del 2014 ha deciso di ignorare.

 

 

MONDO

 

Bat Ye'or, Comprendere Eurabia. L’inarrestabile islamizzazione dell’Europa (Lindau, pagg. 232, Euro 24,00)

 

Attentati, raid terroristici, rapimenti, decapitazioni, assalti mirati contro cristiani e bersagli occidentali, ecco il bollettino di guerra che echeggia dai media e dal web negli ultimi tempi. Non c'è nulla di veramente nuovo, salvo il fatto che l'attacco alla pace e alla stabilità del mondo è ormai quotidiano e non riguarda più soprattutto paesi lontani. Questa guerra che semina terrore e sangue si combatte ora nelle strade delle nostre città, con minacce dirette contro obiettivi e personalità, come ad esempio il papa, che ci sono prossimi. Quanto accade ha radici lontane. Da decenni, attraverso la creazione di organismi e commissioni di varia natura, incontri ad alto livello, summit, conferenze internazionali fra paesi islamici e l'Europa, si è venuta tessendo una gigantesca ragnatela che influenza la politica, condiziona l'opinione pubblica e orienta la formazione, mettendo l'Occidente in balia dell'islam. Sono i filoni e le diramazioni di questa realtà nascosta e tuttavia potente quelli che Bat Ye'or indaga da molti anni e ha svelato nei suoi libri e con un'instancabile attività di conferenziera che l'ha portata a parlare al Senato italiano, a quello francese, a quello danese, in molte università americane e canadesi, all'ONU.

                                                                      ***

Autori Vari, Rinascita di un Impero – La Russia di Vladimir Putin (Circolo Proudhon, pagg. 272,  Euro 15,00)

Dopo la presidenza di Michail Gorbačëv e la caduta del blocco sovietico la Russia sembrava destinata ad accodarsi al nuovo assetto geopolitico unipolare capeggiato dagli Stati Uniti d’America. All’alba del terzo millennio, infatti, il percorso intrapreso da Boris Eltsin a capo della Federazione Russa aveva declinato quello che per anni era stato lo scopo dell’Urss: incarnare un modello alternativo e antagonista rispetto al capitalismo Occidentale. La terapia choc di Eltsin mirò a liberalizzare l’economia del Paese: privatizzazioni frettolose, azzeramento dei sussidi sociali, svalutazione del rublo a cui seguì il crollo del Pil. L’obiettivo di costruire una nuova economia di mercato capitalista si rilevò una clamoroso fallimento. In questo saggio la storia della Russia post Unione Sovietica – dalla religione alla teoria politica, dall’aspetto militare a quello energetico, fino alle crisi aperte e alla geopolitica – si intreccia con la vita e l’attività politica di Vladimir Putin. A partire dall’inizio della sua carriera nel KGB sino ai libri che oggi tiene sul comodino si evidenziano i limiti e la grandezza di questa personalità che è riuscita nell’intento di riportare il Paese al suo ruolo di protagonista nelle relazioni internazionali, spezzando il dominio incontrastato degli Usa e riaprendo la dialettica multipolare.

DIRITTO

 

Guido Brambilla, Itinerari della giustizia. Appunti per una antropologia giuridica (Guerini e Associati, pagg. 144, Euro 14,50)

 

Come e quanto influiscono i profondi cambiamenti di parole come coscienza, natura, libertà sul senso della Giustizia e sullo stesso concetto di diritto? La ragione moderna, con le sue radici di autonomia assoluta, di fronte alla giustizia come profondo bisogno dell'uomo ci ha consegnato degli strumenti o ci ha lasciati soli? Da quell'irreversibile incontro tra mondo classico, religiosità ebraica e cristianesimo si è sviluppata una parabola che va dal riferimento a un ordine trascendente alla nascita del diritto "soggettivo", come lo si intenderà poi nella modernità. In questo libro si intravede l'affresco dell'itinerario storico e culturale della giustizia interrogando e mettendo a confronto autori moderni e contemporanei, da Ricoeur a Hulsman, da Habermas a Benedetto XVI, da Natalino Irti a don Giussani, da Villey a Glendon, gettando luce sulla storia della coscienza dell'uomo moderno e su quanto egli abbia concorso a disegnare il labirinto nel quale sembra essere bloccato. E con esso il diritto. Appunti per un'antropologia giuridica, nati dal non voler rinunciare, da parte dell'autore, all'appassionato e duro confronto tra la propria esperienza di uomo e la viva materia della giustizia, delle sue regole sino all'esecuzione della pena.

 

ECONOMIA

 

Pierluigi Ciocca, Storia dell'IRI. L'IRI nella economia italiana (Edizioni Laterza, pagg. 346, Euro 35,00)

Questo libro completa l’opera in sei volumi Storia dell’IRI. Integra i volumi analitici che l’hanno preceduto con una trattazione incentrata sulle reciproche interazioni fra le vicende dell’Istituto e quelle attraversate dall’economia italiana: la crisi degli anni Trenta del Novecento, dalla quale l’IRI scaturì e al cui superamento, sotto la guida di Alberto Beneduce e di Donato Menichella, recò un apporto decisivo; la guerra e la ricostruzione postbellica; il ‘miracolo economico’, del quale l’IRI fu protagonista; la stagflation degli anni Settanta e le difficoltà degli anni Ottanta che, nonostante l’impegno profuso dall’IRI, sfociarono nella scelta politica della privatizzazione delle imprese pubbliche negli anni Novanta, sino alla liquidazione dell’Istituto.
Il ristagno dell’economia lungo il ventennio seguito al crollo della lira nell’estate del 1992 ha coinciso con lo smantellamento del gruppo pubblico ma ha altresì riproposto le carenze del capitale privato. I limiti delle poche grandi imprese industriali rimaste e della miriade di piccole aziende nell’esprimere produttività attraverso la ricerca, l’innovazione, il progresso tecnico suscitano un duplice quesito: se la rinuncia all’IRI è stata davvero inevitabile e saggia e se è ancora necessaria, seppure in forme diverse, la funzione di supplenza del capitale privato che l’IRI, con alterna fortuna, ha svolto.

 

TEMPI MODERNI

 

Giorgio Maria Carbone, Gender- L’anello mancante? (Esd, pagg. 152, Euro 14,00)

 

Gender/genere, nella sua accezione più recente, significa il ruolo sociale, psicologico e comportamentale che ogni persona può scegliere e cambiare liberamente nel corso della sua vita, a prescindere dalla sua identità genetica e anatomica. Chi sono coloro che hanno introdotto questa nuova accezione e questa distinzione tra genere e identità genetica? Perché l’hanno introdotta? Quali sono le reali esigenze e gli obiettivi concreti perseguiti dalla prospettiva del gender? Quale visione della persona umana è proposta? Sulla base di fonti documentarie di prima mano tenteremo di dare una risposta a queste domande.

Non si tratta di pure e astratte teorie, che interessano solo pochi esperti. Si tratta piuttosto di una prospettiva che ha ottenuto risultati concreti a livello politico, giuridico ed educativo, come questo saggio documenta.

Evitando odiose contrapposizioni e slogan emotivi, con un metodo oggettivo e razionale vengono analizzati   criticamente gli argomenti usati dai promotori del gender, come l’uguaglianza, la non-discriminazione, il rispetto, l’educazione sessuale, la lotta all’omofobia e al bullismo, e l’equipollenza di ogni orientamento sessuale.

 

PENSIERO FORTE

Luigi Iannone (a cura di), Ernst Jünger (Solfanelli, pagg. 544, Euro 30,00)

Questo libro è una novità nel panorama editoriale italiano. Innanzitutto perché vi collaborano ben trenta autori tra esperti, docenti e ricercatori universitari impegnati in varie discipline (Germanistica, Filosofia, Storia delle dottrine politiche, Diritto, Psicologia, Economia, eccetera). E poi perché, in genere, i lavori collettanei si concentrano su un unico argomento, oppure, diventano — al contrario — un insieme confuso di saggi che non vanno oltre la cifra agiografica o celebrativa mentre, nel caso specifico, l’intento è quello di offrire una prospettiva analitica sull’intera opera di Ernst Jünger. Infatti, in ogni singolo capitolo gli autori si confrontano su uno o due temi ma lo fanno con sensibilità culturali, punti di vista e approcci professionali divergenti, in modo che il lettore possa avere la possibilità di accostarsi ad uno dei più grandi pensatori del Novecento avendo davanti uno spettro completo di valutazioni.



STORIA

Philip J. Haythornthwaite, Gallipoli 1915 (Leg, pagg. 169, Euro 18,00)

La spedizione di Gallipoli del 1915 fu pianificata dagli inglesi per mettere fuori gioco l’impero ottomano nella Prima guerra mondiale e per aprire una via di comunicazione che permettesse di far giungere rifornimenti alla Russia. La campagna fu caratterizzata dall’incompetenza militare degli alti comandi dell’Intesa. Tuttavia, Gallipoli viene ricordata anche per il sacrificio e l’eroismo sia delle forze britanniche sia dei soldati del corpo d’armata australiano e neozelandese (ANZAC). Il libro descrive in dettaglio le battaglie e le progressive difficoltà, fino all’evacuazione finale, che questi uomini dovettero affrontare, proponendosi come una guida completa alle operazioni nella penisola di Gallipoli. 

 

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Francesco Perfetti (a cura di), La Grande Guerra e l’identità nazionale. Il primo conflitto mondiale nella politica e nelle istituzioni (Le Lettere, pagg. 248, Euro 16,50)

 

La Grande Guerra comportò per tutti i paesi coinvolti effetti duraturi e talora dirompenti. Per l’Italia, in particolare essa rappresentò la conclusione del processo risorgimentale e contribuì a rafforzare, se non  proprio a creare, il sentimento dell’identità nazionale. Essa gettò anche le premesse per un massiccio  ingresso delle masse nella vita politica del paese, determinò il passaggio da una società ancora rurale a una società industriale, favorì le migrazioni interne dalla campagna verso le città e i processi di mobilitazione sociale. Ma soprattutto segnò il trapasso dall’età dello Stato liberale a una stagione che ne  avrebbe visto la fine con il trionfo dell’autoritarismo. In questo volume collettaneo è analizzato in una  ottica comparata il ruolo dei parlamenti e dei governi durante la Grande Guerra, è studiata l’immagine del soldato e del militarismo e sono prese in considerazione le grandi famiglie politiche – nazionalisti, liberali, cattolici, socialisti, sindacalisti rivoluzioni – di fronte a un evento di proporzioni mai viste prima quanto a durata nel tempo, estensione nello spazio, coinvolgimento delle risorse umane e materiali, sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica per finalità belliche. I saggi sono di Lorenzo Benadusi, Silvia Capuani, Maurizio Cau, Andrea Guiso, Francesco Perfetti, Andrea Ungari, Christine Vodovar.



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Andrea Zambrano, Beato Rolando Maria Rivi. Il martire bambino (Imprimatur, pagg. 253,     Euro 16,00)

 

Nato a San Valentino, frazione di Castellarano (RE), Rolando Maria Rivi entrò in seminario nell’autunno del 1942 ma nel 1944, in seguito all’occupazione tedesca del paese, fu costretto a ritornare a casa. Continuò però a sentirsi seminarista e a indossare l’abito talare, nonostante il parere contrario dei genitori preoccupati per i gesti di odio antireligioso diffusi nella zona.
Il 10 aprile 1945 un gruppo di partigiani comunisti lo rapì. Quattro giorni dopo fu ritrovato il suo cadavere, il volto coperto di lividi, il corpo martoriato e due ferite da arma da fuoco.
Da allora la vicenda di Rolando Rivi è stata relegata in un ingiustificato oblio e la sua uccisione archiviata dalla vulgata come un delitto privato. Finché, dopo molti anni, la sua tomba è diventata meta di pellegrinaggi. Una guarigione miracolosa ne ha riportato in primo piano il martirio. Il 28 marzo 2013, ad appena sette anni dall’apertura della causa di beatificazione, papa Francesco ne ha riconosciuto il martirio in odium fidei. Il 5 ottobre 2013 Rolando Maria Rivi viene proclamato beato della Chiesa. Il suo sacrificio apre uno squarcio sui delitti del Triangolo della morte, che hanno avuto come vittime preti e religiosi in vista di un'imminente rivoluzione comunista.

 

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Giuseppe Gagliano, Guerra rivoluzionaria – La contro-insurrezione nel pensiero strategico francese (Fuoco, pagg. 150, Euro 14,00)

Dalla fine della Guerra Fredda i conflitti hanno visto sempre più come protagonisti non più singoli Stati ed eserciti nazionali, bensì gruppi insurrezionali, istituzioni internazionali, organizzazioni terroristiche e bande armate. Oggi si combattono guerre a bassa intensità e spesso per procura, ma non solo con le armi. La nuova concezione di amico-nemico, specie se si considera il sempre maggiore coinvolgimento dei civili nelle guerre moderne, ha fatto si che dovessero essere riformulati, in un confronto armato, i termini strategici anche sotto il profilo psicologico, economico e sociale. Tra i primi a affrontare queste nuove tematiche militari vi sono gli analisti della scuola francese quali: Charles Larechoy, Roger Trinquier, David Galula e Jacques Hogard, mettendo in evidenza, in primo luogo, come l'esperienza da questi maturata in Indocina e in Algeria, fra il 1940 e il 1960, servirà per comprendere la dimensione profondamente innovativa offerta, rispetto alla guerra tradizionale, del concetto di guerra rivoluzionaria. L'ampia disamina formulata nel saggio contribuisce a chiarire la centralità che esercitò su questi esperti il pensiero militare di Mao Zedong nell'elaborazione della strategia della contro-insurrezione francese, mentre l'analisi comparata delle biografia di Galula e Trinquier rivela la profonda influenza determinata dalla loro riflessione sulla strategia contro-insurrezionale americana in Vietnam.

 

CULTURE

 

Massimo Raveri, Il pensiero giapponese classico (Einaudi, pagg. 612, Euro 30,00)

 

L'intreccio di correnti filosofiche e di percorsi religiosi diversi è andato costituendo nei secoli una tradizione spirituale profonda, originale, luminosa, capace di rinnovarsi con estrema libertà, che caratterizza ancora oggi la cultura del Giappone nei suoi tratti salienti e più affascinanti. Il libro di Massimo Raveri indaga la dimensione complessiva di tale tradizione spirituale seguendo due prospettive che si intersecano, quella storica e quella antropologica. Alle concezioni dello shintoismo, del buddhismo, del daoismo e del confucianesimo, tramandate dai testi dei grandi maestri e dai trattati di meditazione, si affiancano visioni più complesse, sul corpo, sullo spirito, sulla purezza, sulla morte e l'immortalità, sui paradisi e sugli inferni, espresse attraverso altri "linguaggi", come i riti comunitari dei villaggi, i miti o le pratiche ascetiche dell'estasi svolte in segreto sulle montagne sacre. Un'analisi in profondità che non trascura neppure le forme artistiche, con una riflessione sul senso, profondamente religioso, che illumina talune arti "tradizionali", come i giardini di pietra, la cerimonia del tè e Yikebana.

 

PERSONAGGI

 

Christophe Andruzac, René Guénon nel pensiero cattolico. Tra “estimatori entusiasti”, “estimatori  critici”e “oppositori radicali” (Simmetria, pagg. 76, Euro 16,00)

Il rapporto fra Guénon e il cattolicesimo non è per nulla semplice e, anche se nei suoi testi fa spesso riferimento al simbolismo ermetico cristiano, il problema “iniziatico” resta aperto ed è tutt’ora oggetto di studio e controversie. In questo piccolo testo di Andruzac curato da Aldo La Fata vengono proposte sia le ragioni critiche da parte di alcune formazioni “oltranziste” sia le difese molto efficaci da parte di alcuni convinti cattolici, in cui viene mostrata la vacuità delle accuse di certi argomenti portati contro Guenon.

                                                         

CLASSICI

 

Aleksandr Solzenicyn, Il respiro della coscienza – Saggi e interventi sulla vera libertà. 1967-1974 (Jaca Book, pagg. 236, Euro 20,00)

 

Quando nel 1942 raggiunge il fronte di guerra, Solzenicyn ha la mente e il cuore pieni di progetti eroici e rivoluzionari, ma non immagina il vertiginoso itinerario che lo aspetta: ufficiale comandante di un'unità, condannato per attività antisovietica a 8 anni di lager e al "confino a vita", ammalatosi di cancro e infine riabilitato nel 1957. A parte la malattia, era stata questa la sorte anche di milioni di altri sovietici. Questo l'antefatto, senza il quale non si capisce l'improvvisa, clamorosa irruzione nella letteratura mondiale, con "Una giornata di Ivan Denisovic" e poi, via via, "Arcipelago Gulag" e i grandi romanzi, di un narratore di tale portata. Ma neanche si spiegherebbe la sua vigorosa ed efficace attività sociale e pubblicistica, espressa in saggi e interventi. Jaca Book ne ha seguito gli sviluppi fin dall'inizio, nel 1967, diffondendo nel mondo i documenti della battaglia per la libertà della letteratura. Presentando ora questi testi, per la prima volta tradotti dalle versioni definitive, della sua più fervida stagione pubblica, quella del "ritorno del respiro e della coscienza", Jaca Book integra l'ideale ritratto di un gigante della storia culturale e sociale del suo Paese. Un cahier di fotografie dall'Archivio della famiglia ne restituisce anche visivamente la straordinaria vicenda.

 

TECNICA

 

Roberto Cingolani e Giorgio Metta, Umani e umanoidi. Vivere con i robot (Il Mulino, pagg. 183, Euro 15,00)

 

Aiutano l'uomo nei lavori domestici, intervengono accanto ai chirurghi nelle sale operatorie, affrontano situazioni estreme, dai disastri naturali ai conflitti. In un futuro non poi così lontano l'uomo vivrà e lavorerà con robot costruiti a sua immagine e somiglianza, sempre più sofisticati negli aspetti cognitivi come in quelli emotivi. Una prospettiva affascinante che suscita domande ineludibili. Per esempio: macchine che sanno decidere, scegliere, pensare hanno anche delle responsabilità nei nostri confronti? E noi, a nostra volta, abbiamo responsabilità verso di loro? Tra vent'anni potrebbe esserci un umanoide amico in ogni casa per assistere i nonni, portare i nostri figli a scuola e prepararci il caffè.

 

LUOGHI

 

Giordano Bruno Guerri, Lorenzo Capellini, Con d’annunzio al Vittoriale (Minerva, pagg. 179, Euro 18,00) 

Attraverso la penna dello storico e Presidente della Fondazione "Vittoriale degli Italiani" Giordano Bruno Guerri e le fotografie di Lorenzo Capellini, il Vittoriale si svela: un magnifico complesso di edifici, vie, piazze, con un teatro all'aperto, giardini e corsi d'acqua. Fu eretto tra il 1921 e il 1938 sulle rive del lago di Garda per volere di Gabriele d'Annunzio, il Vate, a memoria della "vita inimitabile" del poeta-soldato e delle imprese degli italiani durante la Prima Guerra Mondiale.

 

LETTERATURA

 

Serena Vitale, Il defunto odiava i pettegolezzi (Adelphi, pagg. 284, Euro 19,00)

 

Mosca, 14 aprile 1930. Intorno alle undici del mattino i telefoni si mettono a suonare tutti insieme, come indemoniati, diffondendo «l'oceanica notizia» del suicidio di Vladimir Majakovskij: uno sparo al cuore, che immediatamente trasporta il poeta nella costellazione delle giovani leggende. Per alcuni quella fine appare come un segno: è morta l'utopia rivoluzionaria. Ma c'è anche il coro dei filistei: si è ucciso perché aveva la sifilide; perché era oppresso dalle tasse; perché in questo modo i suoi libri andranno a ruba. E ci sono l'imbarazzo e l'irritazione della nomenklatura di fronte a quella «stupida, pusillanime morte», inconciliabile con la gioia di Stato. Ma che cosa succede davvero quella mattina nella minuscola stanza di una kommunalka dove Majakovskij è da poco arrivato in compagnia di una giovane e bellissima attrice, sua amante? Studiando con passione le testimonianze dei contemporanei, i giornali dell'epoca, i documenti riemersi dagli archivi dopo il 1991 (dai verbali degli interrogatori ai «pettegolezzi» raccolti da informatori della polizia politica), sfatando le varie, pittoresche congetture formulate nel tempo, Serena Vitale ha magistralmente ricostruito quello che ancora oggi è considerato, in Russia, uno dei grandi misteri – fu davvero suicidio? – dell'epoca sovietica. E regala al lettore un trascinante romanzo-indagine che è anche un fervido omaggio a Majakovskij, realizzazione del suo estremo desiderio: parlare ai posteri – e «ai secoli, alla storia, al creato» – in versi.

 

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Robert Poulet, Il mio amico Céline (Castelvecchi, pagg. 108, Euro 14,50)

Tra il 1956 e il 1957, lo scrittore Robert Poulet si reca più volte in visita all'amico Louis-Ferdinand Céline, che vive i suoi ultimi anni in un villino diroccato, e ne annota fedelmente le conversazioni, le confessioni, gli sfoghi. Per la prima e unica volta, Céline si racconta e mette a nudo la propria esistenza: la giovinezza avventurosa, la professione medica, i libri, le amicizie, gli amori, i segreti della scrittura, i trascorsi dell'autore di successo come dell'uomo messo al bando dalla società civile. Evocando le emozioni di veder riemergere gli spettri di una vita inimitabile, alternate alle invenzioni di un immaginario debordante, "Il mio amico Céline" assume le forme di un'autobiografia scritta per procura e si presenta come il testamento di uno dei più grandi letterati del Novecento. 

ARTE

 

Elena Pontiggia, Mario Sironi. La grandezza dell’arte, le tragedie della storia (Johan&Levi, pagg. 304, Euro 28,00)

 

Futurista a partire dal 1913, Mario Sironi (Sassari 1885 – Milano 1961) negli Anni Venti del  ‘900  ha espresso l’aspetto più duro della città e della vita contemporanea, ma insieme ha dato ai suoi paesaggi urbani la forza delle architetture classiche e alle sue figure la solennità dei ritratti antichi. Di una classicità moderna, è stato infatti uno dei maggiori protagonisti tra le due guerre: prima con il movimento del Novecento Italiano, che si forma a Milano nel 1922; poi con il sogno visionario di una rinascita dell’affresco e del mosaico. Amico personale di Mussolini e fascista della prima ora, Sironi ha dato forma nella sua pittura murale degli anni trenta alla dottrina nazionalistica e sociale del regime,  ma il suo desiderio di ritornare alla Grande Decorazione antica gli era nato già durante la giovinezza trascorsa a Roma, quando, come diceva, passavano davanti ai suoi occhi «gli splendidi fantasmi dell’arte classica». Del resto la sua arte, potente e dolorosa, non diventa mai un’arte di Stato. La vita non ha risparmiato Sironi: la perdita del padre a tredici anni, le crisi depressive, la guerra; poi la miseria, la contrastata vicenda familiare, le polemiche sulla sua pittura, i ritmi di lavoro massacranti che gli minano la salute; la caduta del fascismo, il crollo dei suoi ideali politici e un’esecuzione sommaria evitata in extremis (grazie all’intervento di Gianni Rodari, partigiano ma suo estimatore); infine la perdita della figlia Rossana, suicidatasi a diciotto anni nel 1948. Tuttavia la sua pittura oppone alle tragedie dell’esistenza e della storia un’ostinata volontà costruttiva. Almeno fino alla stagione ultima quando Sironi, svaniti sogni e illusioni, dipinge città frananti e visioni dell’Apocalisse.

 

ARCHITETTURA

 

Le Corbusier, L’unica verità dell’architettura (Castelvecchi, pagg. 42, Euro 7,50)

 

Maestro dell’architettura contemporanea, tra i teorici più brillanti e prolifici del XX secolo, Le Corbusier ci ha lasciato un inestimabile patrimonio di scritti: libri, articoli, discorsi, appunti. L’unica verità dell’architettura riscopre due suoi preziosi contributi dedicati all’Italia e apparsi su riviste specializzate italiane. Nel primo testo, la trascrizione di due conferenze tenute a Roma nel 1934, l’autore affronta il grande tema dell’insediamento urbanistico, presentando un modello di strategia progettuale in cui applica la propria concezione di ville radieuse allo scenario storico e paesaggistico italiano. Nel secondo articolo, Le Corbusier coglie il pretesto della costruzione di una splendida villa a Capri per ragionare sull’essenza dell’abitazione moderna: l’architettura, evento che trasforma il mondo, può innovare veramente solo se il suo occhio avvenirista conserva il rispetto

delle tradizioni.

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