Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Giulia Bartolini in primo piano nel ruolo dell'ombrellaio, Maria Alberta Bajma Riva (Maria Antonietta) e Matteo Lai (Robert Schumann)
Quattro attori in scena per raccontare attraverso la metafora metereologica destini che si incrociano nel dichiarare l’impossibilità dell’essere umano di sottrarsi alla forza della Storia.
Chiamati da un ombrellaio (Giulia Bartolini, Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico) che offre riparo alle tempeste della vita a chiunque voglia o possa approfittarne, arrivano il compositore e musicista Robert Schumann (Matteo Lai, Accademia Nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico) e la regina di Francia Maria Antonietta (Maria Alberta Bajma riva, Accademia Nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico, Conservatoire national supèrieur d’art dramatique, Parigi).
Ciascuno di loro è ormai consapevole del proprio destino. Per Schumann è in agguato la follia, incarnata nello spirito della moglie anche lei pianista, Clara Schumann, (Agnieszka Jania, Ludwik Solski Academy for the Dramatic Arts, dance Theatre department di Bytom, Polonia) che lo porterà a finire i suoi giorni in manicomio. Per Maria Antonietta, la più diffamata delle regine, è pronta la ghigliottina e una fama di sinistra superficialità, che non corrisponde alla verità del personaggio.
Lui rappresenta l’ineluttabilità tragica della malattia, che priva l’uomo della sua arte, degli affetti, della ragione, in una parola del senso della vita; lei la tremenda inesorabilità della Storia; entrambi sono vittime e artefici del proprio destino, entrambi si consegneranno ad una memoria eterna di bellezza e regalità, passando letteralemnte “il testimone ad una nuova generazione di artisti, sovrani, uomini.
Robert e Maria Antonietta accettando il proprio destino, scelgono di esserne artefici vittime e attraverso l’uso delle lingue patrie (il tedesco per Shumann e il francese per la Regina) riaffermano e rivendicano infine la propria identità, in un lungo dolente grido di coraggioso dolore che li rende fino alla fine portatori dello stesso monito:
“Fulmine e tuono vogliono tempo,
Il lume della ragione vuole tempo,
Le azioni vogliono tempo perche' possano essere vedute e ascoltate. La domanda e': quanto tempo abbiamo ancora? ” (F.Nietzsche)
Al Fringe festival
TUONI
(atto unico)
di Giulia Bartolini
Regia: Giulia Bartolini con Maria Alberta Bajma Riva, Giulia Bartolini, Matteo Lai, Agnieszka Jania
Parco Adriano, giardini di Castel Sant’Angelo
tre repliche: 23 Giugno ore 20.30, 24 Giugno ore 23.30, 26 Giugno ore 22.00
biglietto € 5
http://www.totalita.it/articolo.asp?articolo=5891&categoria=1&sezione=8&rubrica=8
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