Intervista a Gianni Pettenati

Il grande cantante ci ha parlato della musica di oggi

In questo primo incontro ci siamo soffermati sui giovani e su Sanremo...

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Il grande cantante ci ha parlato della musica di oggi

GIANNI PETTENATI

Ero nella squadra di calcio dei giovanissimi della Pistoiese quando, prima di scendere in campo a giocare, un mio compagno, per caricarmi, mi faceva ascoltare Bandiera Gialla di Gianni Pettenati, dal suo registratore Geloso.

Era l’inno di tutti noi giovani, una canzone che ci invitava a ballare e ad essere felici, parole colme di speranza e di freschezza, e che mi caricavano a mille per prestazioni di alto livello.

 

Bene, stamani, grazie alla rivista di cui sono Capo Redattore ho avuto il piacere e l’onore di intervistare un mio mito: Gianni Pettenati.

 

Questo artista è sempre stato un po’ fuori dal coro in merito agli altri cantanti degli anni ’60, in particolar modo per la sua preparazione artistica che lo vide frequentare la filodrammatica di Piacenza ove recitava Pirandello, il conservatorio, scuola di canto… insomma un cantante di grande cultura, forse troppo evoluto tecnicamente e con un'acquisizione critica di cognizioni -ricavate dai suoi studi- che lo elevava al rango di cantante snob.

 

Sig. Pettenati, cosa pensa del panorama musicale italiano?

Non bene, questo è certo! Ogni volta che le frequenze della mia radio toccano Radio Dimensione Suono ne fuggo all’istante, in quanto non riesco mai ad ascoltare un pezzo italiano.

D’altro canto, anche certe voci italiche non è che mi stimolino molto, soprattutto le varie Alessandra Amoroso, Emma Marrone, Giusy Ferreri e altre: urlano, urlano e sembrano copie delle copie di altre cantanti. Niente, assolutamente niente, di originale.

 

Come giudica i testi dei cantanti italiani?

Privi di emozioni, che non ti lasciano niente, principalmente vuoti di messaggi, assolutamente non paragonabili a quelli di mostri sacri come Lucio Dalla, De Gregori e metterei anche Edoardo Bennato se non fosse certe volte una reiterazione di Bob Dylan.

I cantanti, cosiddetti nuovi, tipo Silvestri o Bersani, di originale hanno portato relativamente poco, preferendo avvicinarsi a certi archetipi musicali di altri tempi quali Rino Gaetano e De Gregori.

 

Chi, per lei, ha una bella voce, un bel timbro vocale, come si dice in gergo?

Due su tutti: Giorgia e Tiziano Ferro. Ecco con loro la canzone italiana è in buone mani, sebbene i due dovrebbero maggiormente attingere, per i loro testi e musica, dai vari Dalla, Antonacci, De Gregori.

 

Mi parla dei suoi Festival di Sanremo e, per esempio, dell’ultimo? Quello, appunto vinto, dall’urlatrice Emma?

Non ci sono paragoni, anche noi cantavamo in coppia, ma i nostri abbinamenti erano con gente del calibro di Pat Boone, Stevie Wonder, Paul Anka, non gli Shaggy o i Sergio Dalma.

Noi eravamo emozionatissimi, di fronte a tanta bravura e fama, i cantanti di oggi scherzavano e ridevano senza la minima umiltà con gente del calibro di Patti Smith e AL Jarrau.

Eravamo e ci sentivamo totalmente discreti accanto a queste stelle di primaria grandezza.

 

Con chi è rimasto in contatto dei suoi amici cantanti?

Saltuariamente ci sentiamo o vediamo con Mal, Renato (dei Profeti), Maurizio Mandelli (Equipe 84), Giampieretti.

 

Che ne pensa delle rimpatriate televisive con i big degli anni ’60 e 70?

Né bene né male! Siccome, questa è la professione che svolgo, se mi vogliono devono pagarmi, come per ogni tipo di lavoro. I rimborsi spese e via dicendo non fanno per me.

 

Ci siamo soffermati a disquisire anche di libri e cultura generale, di politica e economia, e l’idea che mi sono fatto di questo personaggio è molto buona; un uomo intelligente, ben preparato culturalmente e con idee molto chiare.

 

Per la redazione di Totalità.it sarà un vero onore continuare questa conversazione con Gianni Pettenati, la prossima volta, magari, scoprendone i progetti attuali e futuri dell’artista che mi caricava al suono di  

“Saprai
quando c'è bandiera gialla
che la gioventù è bella
e il tuo cuore batterà.

Sai
quelli che non ci voglion bene
è perché non si ricordano
di esser stati ragazzi giovani
o di aver avuto già
la nostra età...”

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    3 commenti per questo articolo

  • Inserito da Simo il 25/02/2012 15:19:48

    Bella, indimenticabile e molto attuale, la riconosceranno anche i nostri pronipoti: le canzoni di oggi sono fumo negli occhi, domani non ricorderemo neppure il semplice ritornello...

  • Inserito da SIMONE il 25/02/2012 14:23:49

    Ho sempre pensato fosse una persona coi piedi per terra. Grande interprete

  • Inserito da ricciolibiondi il 25/02/2012 14:07:01

    Non pensavo avesse tanta cultura

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