Editoriale

Difendiamo Dolce e Gabbana dai talebani dell’orgoglio omosessuale intollerante

Ormai domina il pensiero unico violento e aggressivo e non è possibile neppure essere omosessuali liberi di pensarla diversamente

Alessandro  Bedini

di Alessandro  Bedini

omenico Dolce e Stefano Gabbana sono, come sappiamo, due famosi stilisti siciliani dichiaratamente omosessuali. I due sono finiti sotto il tiro incrociato di quella spocchiosa schiera dei politicamente-intellettualmente corretti per aver dichiarato pubblicamente di non approvare affatto le famiglie omosessuali che intendono avere un figlio a tutti i costi con l’aiuto della chimica. Procreare deve essere un atto d’amore – ha dichiarato Gabbana – e ha proseguito: sono gay, non posso avere un figlio. Credo che non si possa avere tutto dalla vita …La vita ha un suo percorso naturale, ci sono cose che non vanno modificate. E una di queste è la famiglia”.

Apriti cielo! Elton John, che ha due figli “in vitro” ha attaccato gli stilisti e lanciato un hastag sul suo profilo Instagram dove si invita a boicottare l’abbigliamento firmato Dolce&Gabbana. Altre star dell’olimpo musicale e cinematografico internazionale si sono accodate alla celebre popstar britannica.

Insomma i due stilisti hanno espresso il convincimento secondo cui una coppia omosessuale non dovrebbe avere figli: “Uteri in affitto, semi scelti da un catalogo. E poi vai a spiegare a questi bambini chi è la madre – ha concluso Gabbana”. L’annoso problema del fin dove si debba e si possa spingere la scienza e del suo rapporto con la natura riemerge con forza, in gioco c’è l’essenza stessa dell’essere umano e del suo stare nel mondo. I due stilisti si pongono decisamente sulla sponda della difesa della famiglia tradizionale considerata cellula fondamentale della società. L’essere omosessuali comporta anche delle rinunce, sebbene dolorose è questo, in sintesi, il messaggio che hanno lanciato. Chapeau!

C’è una profonda, ammirevole dignità in quelle frasi regalate al giornalista di Panorama che ha pubblicato l’intervista. Sull’altra sponda l’egoismo, l’edonismo, portato alle conseguenze estreme, avere i figli a tutti i costi diventa un diritto, a prescindere da qualsiasi altra considerazione. C’è chi ha addirittura dichiarato di voler bruciare gli abiti di Dolce & Gabbana in segno di protesta. Qualcuno nel lontano 1933 bruciò centinaia di libri, sappiamo come andò a finire. Insomma chi non si sottomette alla nuova religione del progresso, della pseudo-emancipazione, dello scardinamento programmato e sistematico di ogni forma tradizionale del vivere civile, viene messo alla gogna, insultato, fatto oggetto delle peggiori accuse.

Eppure Papa Francesco, proprio parlando degli omosessuali ha detto: “chi sono io per giudicare?” Una lezione di umiltà e insieme di quella caritas cristiana di cui i fautori dello scientismo ottuso come Elton John e compagnia cantante (è il caso di dirlo), mancano totalmente. E si badi bene non è necessario essere credenti per rispettare l’opinione altrui anche e soprattutto su questioni di etica come questa. E’ la morale che interviene, nel significato latino del termine, mores, ossia costume, comportamento.

Un esempio significativo è venuto dallo scrittore Giovanni Testori, forse qualcuno lo ricorderà. Omosessuale dichiarato anch’egli, aveva abbracciato la fede avvicinandosi a Comunione e Liberazione e a Don Giussani. A chi gli rimproverava che la Chiesa era omofoba, rispondeva che lui dalla Chiesa si sentiva amato e rispettato anche nella dignità di omosessuale, offesa invece e messa in ridicolo da quella che sarebbe poi diventata l’ideologia del gender.

E’ per questo che noi stiamo dalla parte di Dolce& Gabbana, abituati come siamo a stare “dalla parte sbagliata”, delle loro coraggiose riflessioni su quest’aspetto della vita e della concezione della famiglia. Brucino pure gli abiti, si straccino le vesti i custodi dell’ortodossia della scienza pret à porter, disegnata e confezionata sulla misura del tornaconto, dell’a-moralità e dell’ego trionfante; se non è troppo chiedere, costoro farebbero bene a riflettere su una massima di Aurelio Agostino: “Insegnami la dolcezza ispirandomi la carità, insegnami la disciplinadandomi la pazienzae insegnami la scienzailluminandomi la mente.”

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da Athena Milano il 17/03/2015 13:38:53

    D'accordo con tutto quello che dice questo articolo, rispetto profondamente il pensiero Dolce e Gabbana, persone intelligenti e sensibili. Condanno l'intolleranza ed il profondo egoismo di E. John capace di farsi confezionare i figli come fossero scarpe. Quanta cattiveria per il solo fatto che la natura gli ha negato gli attributi femminili e la capacita' di avere una gravidanza. Magari ci racconti come affronta la domanda dei figli che chiedono ragione della loro "mamma". Quanto maschilismo e quanta misoginia nel supporre che la madre possa ridursi a surrogato. Quanta ignoranza e quanta intolleranza nell'arrivare ad attaccare il lavoro di D&G. ebbene, magari nella spazzatura ci finiranno i sui dischi insieme a quelli dei suoi amici.

  • Inserito da oldsurvivor il 17/03/2015 13:36:39

    Totalmente d'accordo su tutto tranne che su una cosa: non si tratta di "famiglia tradizionale" ma bensì di "FAMIGLIA NATURALE" se ci riferiamo a quelle con i sacrosanti mamma e papà. E la differenza non è di poco conto.

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