Dio e Freud

Il Visitatore di Eric-Emmanuel Schmitt alla Pergola

Alessandro Haber e Alessio Boni sono i protagonisti di un dialogo commovente, brillante ed esilarante

di Niccolò Andreotti

Il Visitatore di Eric-Emmanuel Schmitt alla Pergola

I due protagonisti Alessandro Haber e Alessio Boni

Vienna, Terzo Reich. Sigmund Freud, malato di cancro alla gola, è solo nel suo studio: la figlia Anna è stata appena arrestata da un caporale della Gestapo che l’ha portata via. In questo momento di angoscia riceve una visita da uno sconosciuto. Uno sconosciuto che dimostra di conoscere tutto di lui, del suo passato, dei suoi pensieri: dopo poche battute di dialogo, Freud si rende conto di aver di fronte nientemeno che Dio.

 

Si aprirà così la scena al Teatro della Pergola dove arriva Il Visitatore, per la regia di Valerio Binasco e testo di Éric-Emmanuel Schmitt. Con quest'opera teatrale l'autore ha vinto nel 1993 ben tre premi Molière per il teatro e successivamente il testo è stato tradotto e rappresentato in 15 lingue e in oltre 25 paesi.

Alla domanda «Dio esiste?» Freud risponderebbe «No! Perché la fede non si nutre di prove, ma di se stessa; perché il mondo non è assurdo, ma misterioso!». Eppure Schmitt mette sul palcoscenico le due massime antitesi, da una parte Dio e dell’altra Freud, e fa in modo che dialoghino. Ne nasce un confronto commovente, brillante, dolce ed esilarante, che inaspettatamente fa sorridere pur immergendosi nei grandi interrogativi dell’esistenza: i due conversano sui massimi sistemi, si confrontano e si scontrano sull’uomo e sul mondo, sul credere e sull’inconscio, in un serrato gioco a due, che avvince e prosegue oltre la fine dello spettacolo.

 

Dal 2013 il testo viene messo in scena in Italia da Alessio Boni e Alessandro Haber che racconta: «Leggendo le parole di Schmitt ho capito subito che si trattava di un materiale interessante e forte. Quando si affronta un autore contemporaneo bisogna mettersi sempre alla prova e io adoro le sfide». Dall’esperienza di Haber nasce un Freud che, seppur strangolato dal male che lo afferra alla gola e malfermo sulle gambe, con il suo intelletto smanioso, la sua diffidenza atea e la sua riprovazione contro un’entità dello spirito che non frena il male deve fare i conti con l’amore, la tenerezza, l’armonia interiore, la consapevolezza di Dio. I due ‘lottano’ fino alla fine. Dell’altra parte c’è Alessandro Boni e il suo misterioso visitatore: «Chi sarà realmente il mio personaggio? Una proiezione della mente di Freud oppure il vero Dio che scende sulla Terra e vuole dialogare con il massimo dei non credenti … non si sa, ma non è importante».

 

 

Ciò che invece è importante è ciò che accade in scena, cioè la disputa tra due uomini pensanti: umorismo, ma anche dolore, due “linee” che si intrecciano fino a tracciare un profilo vertiginoso dell’uomo del ’900, preso dal delirio di “onnipotenza” della scienza e dalla tentazione del rifiuto del Creatore e paradossalmente schiacciato dal terribile dono della libertà da parte di Dio stesso.

 

Ma qual è la forza di questo spettacolo? Risponde lo stesso Haber: «È tutta nello scontro tra questi due personaggi, così come nella bravura degli altri interpreti: Nicoletta Robello Bracciforti, che sulla scena è mia figlia Anna, e il giovane Alessandro Tedeschi. Cerco sempre di non deludere il pubblico e di impegnarmi in cose che abbiano un senso: bisogna uscire dal teatro con la voglia di pensare. Ogni spettacolo per me non è mai solo uno svago».

 

CAST:

Alessandro Haber, Alessio Boni

di Eric-Emmanuel Schmitt

traduzione e adattamento Valerio Binasco

regia Valerio Binasco

e con Nicoletta Robello Bracciforti e Alessandro Tedeschi

musiche Arturo Annecchino

scene Carlo De Marino

costumi Sandra Cardini

produzione Golden Art Production

 

DATE:

Martedì 24 febbraio, ora 20.45

Mercoledì 25 febbraio, ora 20.45

Giovedì 26 febbraio, ora 20.45

Venerdì 27 febbraio, ora 20.45

Sabato 28 febbraio, ora 20.45

Domenica 1 marzo, ora 15.45

 

 

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