Spigolando nei giornali

Salvini si propone come leader ma deve ancora aggiustare forme e contenuti

di Vincenzo Pacifici

Salvini si propone come leader ma deve ancora aggiustare forme e contenuti

Salvini sta conquistando un' importanza crescente, ottenuta più per demerito degli altri che per il valore ed il peso della sua propaganda e merita alcune riflessioni.

   La prima riguarda un mio auspicio, un mio sogno, quello di vedere i due Mattei, il toscano ed il lombardo, intervenire in una trasmissione televisiva, a rete unificate, parlando e ricostruendo … le loro esperienze lavorative.

  La seconda si riferisce allo spazio sui giornali d’area. Lunedì un’intervista su “Il Tempo” e martedì una nota in V pagina sul foglio della famiglia Berlusconi. “Nel centrodestra [quale destra?] – si dice in apertura – che esce a pezzi dall’elezione del capo dello Stato l’unico a restare ben saldo in piedi è Matteo Salvini [e la Meloni, poverina?]. La strategia congiunta con Giorgia Meloni [meno male, ci è ricordati di lei] – votare Vittorio Feltri candidato di bandiera – ha tenuto fino alla fine, e così Lega e Fratelli d’Italia escono ancora più forti dal ciclone Renzi. In particolare il Carroccio sembra ora proporsi come possibile fulcro dei nuovi equilibri nel centrodestra tutto da rifondare”.

   Questo della rifondazione è l’obiettivo necessario ed indispensabile ma non nel solco e all’ombra del Cesare di Arcore, che sogna per sé un ruolo, eufemisticamente definito “da regista”, e non davvero con le intenzioni del “responsabile cultura” di FI  “azzeriamo tutto: è l’ora della società civile”, che sanno tanto di Tomasi di Lampedusa e ricordano lo spirito del 1994, dissoltosi come neve al sole.

   Non è davvero poi pensabile che al danno subito da Berlusconi con l’accettazione del premio di maggioranza attribuito alla lista e non alla coalizione, si aggiunga la proposta beffa da lui avanzata di una lista unica. Ora in questa situazione è inaccettabile subire l’Italicum , a meno che Berlusconi non ceda lo scettro o meglio il bastone del comando, anche se realisticamente non è ipotizzabile un successo del centro – destra ed è obiettivamente invece innanzi a noi un catartico e chissà se taumaturgico periodo di saggia, determinata, puntuale e minuziosa opposizione.

   Francamente desta scetticismo l’autocandidatura di Salvini a leader, perché, oltre ad apparire il ruolo a lui del tutto inadatto,  appare fautore di una linea urlata e non ragionata, protestataria e non propositiva, velleitaria e non plausibile.

   Un’ ulteriore riflessione meritano i propositi di aprire a quanti “hanno sempre fatto politica con il cuore e sono rimasti delusi dalle loro attuali esperienze”, cioè viene delineata una sorta di ecumenismo laico, spesso tradottasi in un’ “armata Brancaleone”.

   Salvini ha proclamato orgogliosamente che “La Lega è la Lega”.  Molti avrebbero voluto ascoltare una affermazione dello stesso senso fatta dalla Meloni “la destra è la destra”, che merita innanzitutto e soprattutto di essere riorganizzata senza innaturali confusioni, sopportabili e concepibili solo se momentanee e caduche. 

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