E, per inciso, infettare il maggior numero di persone

Come sopravvivere all'influenza

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Come sopravvivere all'influenza

Non mi ammalo quasi mai, ma alcune settimane orsono ho voluto fare un'eccezione e ho preso volontariamente l'influenza, con l'obiettivo principale di imparare tutto circa questa malattia così, poi, da estenderlo ai lettori di Totalità.

Ho passato quattro giorni tossendo e prendendo medicine che, sfortunatamente, sono state mangiate da uno strano animale peloso esistito solo grazie alla mia immaginazione febbrile.
Sebbene questo stato di semi incoscienza, sono riuscito a ricomporre quei momenti, così da poter consigliare chiunque su come affrontare uno dei mali più comuni di questo periodo dell’anno.

Il contagio. Corriamo il rischio di contrarre tale malattia in tutti quegli ambienti molto frequentati. Bisogna, assolutamente, cercare di non bazzicare due posti: i trasporti pubblici, in primis nell’ora di punta, e l’ufficio, poiché vi trascorriamo troppe ore con le stesse persone, magari già infettate.

I bar possono andar bene, perché tutto il mondo sa che l'alcool ammazza germi, virus e batteri; avete mai visto un ubriaco raffreddato?

Senza dubbio, la cosa migliore è ritirarsi in una capanna in cima alla montagna fino a marzo o fino a che non ci divorino i lupi, non importa in quale ordine.

L’incubazione. Prima che si manifestino i sintomi, passiamo un periodo nel quale, sovente, ci tocchiamo la fronte e diciamo -da quando siamo consapevoli di intendere e volere- : “ Son quasi sicuro/a di aver incubato il virus”.

I segnali di tale gestazione sono due: malessere generale e scoprire di aver schiacciato un uovo nella sedia dove eravamo seduti.

Sintomi. I tipici sintomi dell’influenza sono:

Febbre

Congestione nasale e sternuti

Tosse e dolore alla gola

Non riuscire ad abbandonare il sofà

Avere l'impressione che la morte stia arrivando

Provare l'urgente necessità di avere appena scritto il grande romanzo della nostra vita, prima di morire

Pensare, poi, che mai l’abbiamo cominciato

Dispiacersi di avere sprecato la vita continuando a guardare serie televisive

Rimanere addormentato, come ipnotizzato, sul sofà

Destarsi tre ore dopo tutti sudati

Pensare a quando sei in perfetta forma

Precauzioni importanti. È fondamentale non ammalarsi il sabato o la domenica. Se accade, consigliamo di allungare il processo almeno fino al lunedì. In tale caso, conviene passare il resto della settimana ricordando, quando si torna in ufficio, di avere trascorso dei giorni infernali

Trattamento. Mentre siamo a letto boccheggianti, leggersi un articolo molto sensato sul virus influenzale che afferma, molto chiaramente, che non c'è cura per detta malattia. Cioè, dobbiamo morire!

Dopo avere pianto amaramente per diverse ore, decidersi di fare uno sforzo sovraumano e finire il pezzo. L'articolo aggiungerà per nostra tranquillità che esistono gli analgesici, i decongestionanti e via dicendo, e che possono aiutare a placare i sintomi. Gli antibiotici non servono a niente. Hanno ragione. Provate a mettere un antibiotico a stirare camicie e guardate se si muove? Sono completamente inutili!

Trattamento non convenzionale. Oltre, appunto, ai soliti medicinali che deve prescrivere sempre un medico, raccomandiamo caldamente i seguenti rimedi tradizionali:

-       Tossire molto forte durante la visita medica, così da espellere tutti i virus dal nostro interno e passarli ad altre persone in modo che non ritornino.

-       Assumere latte con miele e subito dire “ Il miele non l’ho mai sopportato. Che orrore!”

-       Mantenere un’alimentazione equilibrata. Cioè, se vuoi mangiarti un Donuts al cioccolato, fallo appoggiandoti su un solo piede e sopra al bracciolo della poltrona.

-       Viaggiare all’indietro nel tempo e vaccinarsi.

L’influenza in coppia. È molto probabile che il tuo/a compagno/a ti curi durante questi giorni nei quali sei più debole, preparandoti infusioni e zuppe. Fino a quando, il secondo giorno, si abbasserà la febbre e ricorderai che vivi da solo da sei anni. Agli amici, racconterai che sei stato vittima di allucinazioni causate dalla febbre. Per esempio, quello che chiamavi “zuppetta” altro non era che annacquatura da versare nel vaso dei fiori secchi.

La ricaduta. Dopo circa tre giorni di abbattimento fisico, cominceremo a sentirci meglio, arrivando perfino a dimenticare che non siamo più giovani, e che il nostro corpo deturpato oltre che dal tempo, dalla malattia, sta per intraprendere il cammino del cimitero. Quest’ottimismo può farci credere che siamo guariti e incoraggiarci ad uscire da sotto i tre strati di coperte, con l'intenzione di ritornare al lavoro.

Errore: dietro tanto contatto continuato col sofà, il nostro corpo non potrà sopportare il conglomerato di legno del tavolo dell' ufficio e, per tal motivo, soffrirà di uno shock allergico e ritornerà alla febbre e agli spasmi.

Potremmo, però, approfittare della breve visita sul posto di lavoro per tossire con forza e contagiare  tutti i nostri colleghi. È anche buona idea leccare i loro cappotti quando non guardano. Ci ringrazieranno in seguito, quando passeranno tre giorni a letto col termometro sotto l’ascella e ricevendo le attenzioni di un'infermiera/e immaginaria/o.

La cura.  L'influenza non si smaltisce del tutto fino a sette mesi, quando smetti di tossire come un cane moribondo che ha vissuto sei anni in una miniera di carbone.

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