Le Fiabe come non le avete mai lette

La vera ed unica storia della Piccola Fiammiferaia -II e ultima parte-

Stava per varcarne la soglia quando, la fiammella del fiammifero si spense, e la ragazzina ebbe a ritrovarsi seduta sulla solita, gelida e innevata panchina

di Il Raccontafavole

La vera ed unica storia della Piccola Fiammiferaia -II e ultima parte-

La Piccola Fiammiferaia e la sua vera storia

All’improvviso il grande orologio della piazza, proprio davanti al McDonald’s, rintoccò le 11, e la disperata fanciullina, con le mani congelate ed il naso rosso come quello di Mastro Ciliegia, decise di dar fuoco a un pezzo di cartone che conteneva confezioni di surgelati Findus, per scaldarsi un po’, almeno per farsi passare quel formicolio strano ai piedi e alla testa.

Estrasse un fiammifero pakistano e dette fuoco alle polveri…ma no! Al cartone!!!  Una bella fiamma la stava scongelando.

Chiuse gli occhioni melanconici e quando li riaprì sembrò notare in lontananza qualcosa che pian piano prendeva forma.

Richiuse gli occhi e quando li riaprì - e due!-  si trovò all’interno del grande supermercato Panorama, al calduccio, con le musiche natalizie come sottofondo, una bellissima borsa a tracollo di Gucci, e con dei buonissimi biscotti alla cioccolata della Bahlsenin mano, che nel giro di 19 secondi spazzolò via come foglie al vento. Dall'altoparlante della struttura stavano annunciando che solo per le persone con età inferiore ai 16anni era rimasto aperto il ristorante Girasole, completamente gratis.  Come un razzo, da prendere di tacco persino Usain Bolt, in sei secondi esatti raggiunse la porta del ristorante.

Stava per varcarne la soglia quando, la fiammella del fiammifero si spense, e la ragazzina ebbe a ritrovarsi seduta sulla solita, gelida e innevata panchina.
Ormai la mezzanotte era alle porte, ed il ricordo di Panorama le sembrava lontano anni luce. Poi, d’un tratto, utilizzando ancora quella parte di cervello non del tutto resa inservibile dal freddo, pensò bene di accendersi un altro fiammifero e provò a strofinarlo alla scatola per dar fuco a dei legnetti e foglie a lei vicini.

Una minuscola fiammella cominciò a sprigionarsi, ma quando la piccola fiammiferaia s’abbassò per bruciare il fogliame le apparve innanzi un uomo.

Era un tipo allegro, dall’accento fiorentino che iniziò a parlarle a lungo di Job Acts, sindacati, Berlusconi, Merkel, e che le regalò una tessera, quella vera, del suo partito: il PDSC (Partito Democratico Stò Cazzo). La giovincella presa da quell’affabulatore si dimenticò di tutto, del freddo, della povertà, della fame, di Panorama e decise di seguire quel signore tanto loquace.

Arrivati a un incrocio, l’uomo dall’accento fiorentino, visto che la ragazzina lo tampinava stretto stretto, si rivolse a lei e le disse: “ O ‘arina, guarda un po’ il che ce’ da quella parte”. La Piccola Fiammiferia e accendinaia si girò dall’altra parte, ma non vide niente. Ritornata su se stessa tentò di rivolgersi al signore tanto chiacchierone ma, sorpresa delle soprese, non c’era più, era sparito, volatilizzato. 

Per qualche istante quel dialetto le rimase in mente, mentre la fiammella si disperdeva nell’aere ancora una volta.
Ormai aveva preso a nevicare ininterrottamente e la fanciullina soffrente dal freddo decise, e tre!, di accendere, questa volta, non un fiammifero, ma un accendino usato. La ragazzina pigiò la rotellina più e più volte, ma senza successo. Allora tentò col secondo accendino e poi con un terzo fino al quindicesimo, ma niente da fare.

Presa dallo sconforto decise di prendere la confezione di accendini e buttarla via senonché, nel gettarla, non si accorse che la stessa era andata a finire davanti alla pompa di benzina della TotalErg e che nel cadere, uno degli accendini, fu azionato e cominciò a sprigionare una fiamma che raggiunse il tubo di gomma della pistola che in pochi istanti s’incendiò e dà lì le fiamme raggiunsero i vari contenitori di carburante e nel giro di pochissimi istanti la zona circostante fu aggredita da uno spaventoso incendio. Dal grande calore si sciolse la neve nel raggio di due kilometri, e la dolce Fiammiferaia fu avvolta come non mai da tanta energia, un caldissimo abbracciò che le ricordò quello della mamma morta, colpita da un meteorite quando la ragazzina aveva solo sei mesi.

In poco tempo le fiamme raggiunsero anche Panorama e nonostante l’intervento dei vigili del fuoco, quell’enorme complesso si sbriciolò come un grissino calpestato da Giuliano Ferrara. Fu un crollo rumorosissimo che si sentì ognove, raggiunse persino il grande chiacchierone fiorentino che per un attimo si chetò, per riprendere la telefonata interrotta con più ardore di prima.
Da lì, nel frattempo, stava passando la ruggente Porsche di O’Bumba che venne anch’essa investita dalle possenti fiamme divoratrici. Il botto scaraventò fuori l’extracomunitario e dalla bauliera uscirono serie infinite di iPhone, con le cover di Beyoncé, Tyson, Rocco Siffredi, Justin Beber e Giorgio Mastrota.

Quando uno di essi cadde nella scatola con la cover annessa della Piccola Fiammiferaia, lei commossa e con gli occhioni pieni di melanconia disse: “ Grazie!”. Insomma, della frequentazione coll’affabulatore fiorentino non le era rimasto proprio niente.
Ripresasi del tutto e sfamatasi grazie alle vettovaglie che venivano scaraventate fuori dai ristoranti e pizzerie che stavano bruciando, si diresse verso il solito ponte, ove avrebbe pernottato insieme agli abituali poveri disgraziati che anche per quel giorno erano riusciti a sopravvivere. Durante il tragitto, non poté non vedere, che tutto intorno a lei si stava trasformando in cenere e, allora, quasi d’impeto le venne in mente sua cugina Cenerentola, ma poi il ricordo svanì a causa della torcia umana O’Bumba, che la sorpassò imprecando verso il cielo.

Nel frattempo era riuscita a raccogliere abiti, cibo e quant’altro le fosse necessario, e tutto grazie a quel benedetto accendino.

Finalmente giunse al ponte, alla sua dimora, e salutò i poveri amici, ai quali regalò tante belle cose.

Dopo ciò, si sdraiò su un cartone nuovo di zecca e si coprì con un bel plaid della Zucchi trovato, ancora confezionato, per la strada.

Morfeo si stava ormai impadronendo dei suoi sensi, sospingendola in un mondo di sogni, speranza e felicità…

Quando una voce conosciuta, verso le 4 del mattino, la destò: “ Ho forato una gomma e devo cambiarla; mi devi fare da cric”.

Quella notte Morfeo forse ci vedeva poco…

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