L' eleganza in Parlamento

Specchio specchio delle mie brame chi è il più bello/a...

Nell'era dove l'immagine delle persone significa tutto, vediamo come vestono i nostri politici

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Specchio specchio delle mie brame chi è il più bello/a...

" Il Trota"

La prime impressione è di vitale importanza in qualsiasi professione e soprattutto in politica, 

pertanto, oggi darò un mio incondizionato parere sul modo di vestire in politica.

 

Nell'era dove l'immagine delle persone significa tutto si dovrebbe affermare che il mondo della politica, del fashion ed il ben vestire dovrebbero camminare mano nella mano sin dalle promesse in campagna elettorale fino ai discorsi elaborati in una delle due camere.

Inoltre, con l'aumento di donne al potere (vedere Argentina, Cile e Germania), tra l'altro, molto influenti nella politica internazionale, non abbiamo visto un miglioramento in questo settore del “ben vestire”, in quanto esse hanno continuato imperterrite ad agghindarsi come quando erano semplici funzionarie di partito.

 

Il gentil sesso, per l’appunto, dovrebbe regolarmente vestirsi bene, senza richiamare l’attenzione, optando per un look non troppo sexy ma nemmeno sovraccarico.

Neanche, mi sembra, funzionerebbe una signora vestita sontuosamente mentre è a una manifestazione dove la gente sta palesando le sue rimostranze; ella deve semplicemente vestirsi con classe in merito all’occasione alla quale deve presenziare.

Cristina Kirchner, presidente dell’ Argentina, la eleggo ad esempio di questa categoria di donna politica di classe.

Cristina Kirchner

 

In quanto agli uomini della nostra politica, non c’è che l’imbarazzo della scelta… sì, ma per eleggere chi veste meno male.

Prendiamo, ad esempio, Gianfranco Fini e Pier Luigi Bersani, due politicanti che hanno due forme di abbigliamento ben marcate.

Fini e Bersani

Se il leader del PD, dietro quella sua camicia quasi sempre sbottonata -sovrastata da un’ anonima cravatta dal nodo “non ho tempo da perdere con te”- occulta un trascorso da sciatto, gli abiti di Cenci di Fini rivelano una considerazione puntigliosa per il suo guardaroba da zio in pensione.

Anch’egli cade continuamente sul nodo della tie, solitamente troppo grosso per il tipo di camicia indossato.

Direi assolutamente meglio Bocchino, con i suoi impeccabili abiti sartoriali, dai quali puntualmente spiccano in maniera classica le tonalità azzeccate delle sue cravatte.

Bocchino

Altro uomo della politica nostrana che noti per la sua quasi eleganza è Giulio Tremonti, sebbene talvolta certuni accostamenti, cravatta camicia, non siano dei più indovinati.

Da parte sua, il Presidente Giorgio Napolitano usa modelli più conservatori e, benché non giochi coi colori, non si mette mai abiti spenti che, anzi, lo ringiovaniscono e gli danno una maggiore autorità.

 

Non ha niente a che vedere con tutto questo Fausto Bertinotti, che predilige lo spezzato al completo: le sue giacche di lana a quadretti o pied de pull sono indossate su pantaloni grigio-scuro a tinta unita. Assiduo il porta occhiali di cuoio attaccato al collo, fatto a mano.

A lui il trofeo della naturalità.

 

Chi invece passa con disinvoltura da una giacca all’altra sono quelli della Lega, di cui Umberto Bossi è il capo supremo in toto.

Bossi

Il Senatùr non indovina un abbinamento ai suoi pantaloni nemmeno se glielo scegliesse Valentino in persona; riuscirebbe a distrarsi e tornare ai suoi improbabili accostamenti nel giro di un attimo.

Il figlio, detto “Il Trota”, da quando partecipa attivamente alla res padana si presenta immancabilmente con la cravatta verde su ogni tipo di blazer o giacca, combinando questo colore con la tinta delle calze. Il kitsch allo stato puro. Una recente inquadratura del calcagno ha mostrato il pedalino eroso proprio in quel punto.

 

E l’allegra brigata si completa quando i due sono in compagnia degli altri militanti: di Maroni, assieme ai suoi inguardabili occhialetti rossi con stanghette nere, indossati quasi a simil sfida verso il nerazzurro Ignazio La Russa; di Calderoli, che usa presentarsi vestito molto spesso con abiti color verde mela non indugiando a mostrarsi senza calze o con delle sneakers anonime…

  Calderoli

E se quelli della Lega parlano così come si vestono riverberando la loro soggettività impetuosa, dall’altra parte non possiamo non rammentare un’ex alleato illustre come Pierferdinando Casini. Inappuntabile nei suoi capi scuri e camicie con colli enormi, sin dalla mattina fino a notte fonda sembra arrivato or ora da una sfilata di moda della banalità.

Casini

E’ sempre, continuamente lo stesso, lo si riconoscerebbe dappertutto perché come indossa lui la convenzionalità non lo fa nessuno, potremmo definirlo tranquillamente l’anti-dandy per eccellenza.

Silvio Berlusconi, devo proprio dire, si è fatto portavoce di un’eleganza riservata, e la ricchezza accumulata sembra avergli fatto scordare di essere stato il pioniere dei dirigenti degli anni ‘80 con tanto di doppiopetto blu e cravatta a righe. Ha messo da parte addirittura la mitica sciarpa bianca in cachemire che staccava sui suoi paltò scuri.

Berlusconi

Resistono, invece, le camicie celesti abbinate a cravatte caliginose a pallini bianchi, che se da una parte non evidenziano più colori sparati, dall’altra denotano ancora un’alta qualità produttiva.

Mario Monti è l’esatto opposto dei leghisti e, in particolar modo, di Bossi.

Ha tendenzialmente un look discreto, senza eccessi, ma che denota una puntigliosa scelta degli abbinamenti: la cravatta scura, ma non troppo, sull’abito grigio. Scarpe rigorosamente nere allacciate. Cappotti spigati che riprendono il colore del vestito.

Mostra, a differenza del Senatùr, uno stile non sguaiato, forse perché non sfoggia mai il dito medio, non offende e minaccia e tutto l’ensemble, compreso l’abbigliamento, lo fanno sopravanzare a posata d’argento contro piatti e bicchieri di carta del padano.

 

Questi politici, o politicanti che dir si voglia, dovrebbero mettere da parte il loro falso moralismo, denotabile anche dal vestiario che usano, rendendosi più piacevoli e eleganti alla vista. La bellezza è un modo per essere felici, giusto?

Certi uomini o donne che ci deprimono al solo guardarli, so già che si assolvono dicendo che sono belli dentro.

Ho visto La bella e la bestia un sacco di volte, ma mai l’abominevole, seppure con un cuore grandissimo, si è dimostrata felice intenta a camminare per la strada anzi, sempre più il mostrarsi è sembrato una tortura. Eppure era bella dentro?!

 

Poi ci sono le onorevoli, come Daniela Santanchè, che cercano e non riescono ad essere ben vestite, che impegnano tempo, denaro e fatica in questo compito, senza ottenere la magia di assumere una qualsiasi parvenza di raffinatezza, senza realizzare che il  "je ne sais quoi" non è in vendita in qualsiasi negozio e nemmeno in Internet. 

Santanchè

Altre donne o uomini che non si preoccupano abbastanza di abbigliamento, che hanno poco tempo per il loro aspetto, ma che rivelano quella sorta di magia chiamata eleganza sono, a mio modesto parere, la Finocchiaro, Folena, Granata, G. Letta. 

 

Insomma, chi è il politico più elegante nel vestire?

Solitamente si definisce elegante una persona dotata di grazia, nobiltà e semplicità; vivace, ben rapportata agli altri, di buon gusto.

Homo elegantia


 

Tale concetto applicabile ai signori e alle signore degli affari pubblici è molto complesso.

In effetti, diciamo che qualcuno è elegante quando ci causa un'emozione estetica molto simile alla contemplazione di qualcosa di bello e, contemporaneamente, capiamo che si adatta ai nostri canoni artistici.

 

Questa condizione contribuisce a spiegare perché l'eleganza è così latitante in Parlamento. Femina elegantia (Sandra Bullock)

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