La giornata politica di Vincenzo Pacifici

Il «Giornale» difende Renzi contro De Bortoli. A proposito della cultura nel centrodestra

di Vincenzo Pacifici

Il «Giornale» difende Renzi contro De Bortoli. A proposito della cultura nel centrodestra

“E te pareva” direbbero i romani. Poteva mancare l’intervento del quotidiano, organo di stampa  del partito berlusconian – renziano,  addirittura con un editoriale, contro il direttore del «Corriere della Sera», che si permesso, ha osato criticare il puffo toscano? Certamente no. Dimenticavo di premettere che l’articolo è dovuto alla penna dell’omologo di de Bortoli: a direttore non può che rispondere direttore.

E poi dalle gazzette quotidiane si parla spesso di caste universitarie, professionali e della magistratura, accusandole delle peggiori nefandezze, dobbiamo aggiungere o no anche quella giornalistica? Nel titolo ci si richiama subito al martire per antonomasia, alleato dell’ex sindaco di Firenze e si parla di un Renzi decapitato, perché considerato, di certo ingiustamente (risum teneatis!), “egocentrico, incapace, forse massone”, così da spingere “il club dei poteri forti” a mollare “il premier troppo autonomo” (ancora una volta risum teneatis!). Nelle prime righe dell’articolo, da conservare magari incorniciato sopra il letto e da leggere a sempiterno disdoro dell’autore, con provvedimento della Giannini, in tutte le scuole della Repubblica, dalle aule della scuola materna a quelle accademiche, si sottolinea l’immeritata scadente considerazione per le geniali ministre.

Si passa quindi alla denunzia esplicita e categorica degli ispiratori, “poche centinaia di persone che predicano democrazia ma schifano il consenso popolare e pretendono di decidere le sorti del Paese nei loro ristretti consessi”.  Sono gli stessi, che hanno provocato prima la caduta di Berlusconi e poi la sospensione della democrazia “insediando a Palazzo Chigi senza elezioni Monti e poi Letta”. Qualsiasi lettore di mediocre cultura ma di sani ed onesti principi è legittimato a colmare la lacuna cronologica di Sallusti, inserendo nella lista anche il Pierino delle Cascine. E’ vero che poco più sotto riconosce che il toscano ha conquistato il potere col trucco, “poi sanato alle elezioni europee”. Questa affermazione merita una puntualizzazione, perché rischia di divenire una verità acquisita: il 25 maggio scorso ha votato il 58,69% degli aventi diritto ed il PD ha ottenuto il 40,81 % dei consensi popolari. Quindi non si può tenere conto della ridotta percentuale con conseguente, sostanzioso ridimensionamento del mitico e tanto enfatizzato successo.

La spiegazione arriva giustamente nella parte finale: “Berlusconi ha governato a lungo contro la volontà di questa lobby e per questo piace alla gente. A occhio potrebbe farlo anche Renzi [quindi è legittimato pienamente sia il consenso e poi il voto al giovane].In quanto ai sospetti di massoneria, be’, da che loggia viene la predica”. Sono queste le uniche parole della nota con cui si può concordare, a patto di aggiungere che si tratta in realtà di uno scontro fratricida tra appartenenti a logge contrapposte.

   Dalmazio Frau – per passare ad un tema qualificato e serio – ha giustamente denunziato la scomparsa dall’orizzonte del dipartimento cultura di FI, attorno al quale  si erano accese mesi or sono le luci della ribalta mediatica delle gazzette d’area e delle reti televisive del Biscione. Il “ritorno di fiamma” era stato provocato dalla nomina, fatta da Berlusconi, a responsabile addirittura del marito di una sua nipote.

Il tema trattato da Frau è uno dei più dolenti nell’ambito del centro – destra, perché ignorato, trascurato e snobbato come un peso, una sovrastruttura inutile e controproducente. D’altra parte in un raggruppamento come FI è quasi impossibile realizzare un progetto culturale, data la sua eterogeneità e la ardua fusione delle diverse componenti, socialiste, radicali, democristiane e liberali. Da tempo è stata notata un’analoga lacuna in FdI, lacuna non solo mai sanata ma addirittura mai presa in esame con soluzioni credibili dal gruppo dirigente. Di un progetto culturale concreto e credibile, di un progetto valido in antitesi con quelli delle varie sinistre , si parlò soltanto negli anni ricchi di speranze di Alleanza Nazionale, conclusi e cancellati, come tutti sappiamo, per responsabilità non indefinite o anonime ma dettagliate e certe di uomini ancora oggi presenti ed operanti (ahimè) sul palcoscenico della politica.

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da Dalmazio il 27/09/2014 09:43:19

    Ringrazio l'Amico Vincenzo Pacifici. A volte fa piacere non essere "soli" nel deserto

  • Inserito da ghorio il 26/09/2014 12:55:00

    Tutto è collegato al patto del Nazareno. Di conseguenza niente critiche a Renzi perché c'la simpatia dell'ex Cavaliere. Un giornale di centrodestra non dovrebbe avere remore perché la particolarità del giornalismo di quest'area, basta sfogliare gli annali, è quella di essere controcorrente, anche se al governo ci sono partiti "amici". Evidentemente anche in questo campo manca la memoria storica. Che poi Forza Italia appoggi Renzi non è una novità ma non mi pare che questo partito detti l'agenda perché a dettarla è" padre" Pd, con il partito di Alfano indebolito dalla posizione ambigua di Forza Italia.

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