La giornata politica di Vincenzo Pacifici

La scuola ricomincia con annunci stravaganti, tutti annunciano ma nessuno realizza. Il parlamento si vendica di Renzi mettendo in stallo le votazioni per la Corte Costituzionale

di Vincenzo Pacifici

La scuola ricomincia con annunci stravaganti, tutti annunciano ma nessuno realizza. Il parlamento si vendica di Renzi mettendo in stallo le votazioni per la Corte Costituzionale

Ieri abbiamo lasciato in sospeso il discorso sulla scuola e sull’ennesima fanfaronata del premier (Dio mio, come siamo caduti in basso!). E’ mai possibile strombazzare, nel giorno di avvio dell’anno scolastico e della sceneggiata a Palermo ed in altre città importanti con i ministri recitanti, una assunzione di 150 mila professori, quando si è o si dovrebbe essere perfettamente coscienti della mancanza di copertura? E’ mai possibile essere credibili – e speriamo che moltissimi, se non tutti se ne accorgano – nel momento in cui la "Venere uscita dalle spume del mare", ovvero la ministro o ministressa(?) Giannini, che ancora non porta alla luce una riforma didattica, affossatrice della secolare tradizione culturale italiana,  preannuncia, nel nome e nel segno della volontà di risparmio, che dal prossimo anno scolastico nelle commissioni di maturità figureranno solo docenti interni?

E’ la solita Italia del rottamatore, dove non si rottama mai veramente nulla, dal Senato alle Provincie agli esami, dove tutto continua nell’equivoco e nel mortificante, senza avere il coraggio di abolire e cancellare. In queste condizioni prospettate, che senso ha più un esame di Stato?  Ma come diceva un certo Alessandro Manzoni, "il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare".

Si potrà essere capaci di parlare (cavalier Berlusconi, non confondiamo il raffazzonamento delle parole con l’oratoria, un tempo considerata un’arte!) con vocaboli, che non sempre sono pietre, ma ai quali deve essere dato un senso e soprattutto, in politica, una prospettiva realizzativa concreta, se non quella dell’avvio della campagna elettorale.

Che valore (mai in questo periodo ci si deve richiamare ed ancorare a questo termine) ha anticipare programmi, anche minacciosi contro il Parlamento, nell’aula di Montecitorio nei giorni in cui sono state sfornate la undicesima e dodicesima  fumata nera sull’elezione dei 2 giudici della Corte costituzionale dai pretoriani del PD e di FI, in lotta con i due Cesari e del tutto incuranti degli appelli pressanti e perentori di Napolitano, per il quale "lo stallo del Parlamento pone gravi interrogativi", di Grasso e della Boldrini? Che si cominci a meditare uno scioglimento punitivo delle Camere?

Quale peso possiamo attribuire alle espressioni ultimative contro gli avvisi di garanzia, "citofonati sui giornali", pronunziate solo perché è coinvolto un manager amico e solo perché lo hanno chiesto i gruppi imprenditoriali amici?

Si rimane stupefatti ed increduli nel leggere il fondo di Feltri, Abbiamo un premier. Ci manca un governo. Ma chi è ? chi l’ha visto, chi l’ha provato?

 "Non sappiamo esattamente per quali ragioni – sostiene il giornalista – l’aspirazione più diffusa è ora quella di avere un premier in grado di manovrare il timone, di decidere la rotta in piena libertà e di soddisfare in fretta l’interesse generale. Renzi, a suo modo, incarna il tipo di governo adatto a guidare il Paese".

Riserve e censure, entro il primo mese di residenza a Palazzo Chigi, potevano anche apparire premature e prevenute ma oggi, a circa 6 mesi dal nefasto avvento, dopo i miliardi di parole pronunziate nella sua ormai proverbiale logorrea, nella inguaribile annuncite, sono realistiche e doverose. Il Pippo Spacca dell’Arno non è solo spocchioso ma  è anche arrogante e presuntuoso, del tutto inadeguato ed impreparato a decidere, da uomo solo al comando, per dirla con Veneziani, le sorti ed i destini dell’Italia, nazione a cui manca "non la volontà di potenza che anima alcuni popoli, ma almeno la volontà di vivere e difetta la volontà come spinta condivisa, di popolo". Si è svolto l’incontro tra Berlusconi e il boy scout, nel quale il consociativismo ha dominato con l’ipotesi di un rafforzamento del patto del Nazareno qualora il secondo "dovesse aprirsi alle proposte azzurre".

L’accelerazione impressa all’ Italicum non apre alla possibilità concreta di una consultazione elettorale in primavera, in cui, con il consenso e l’appoggio di Berlusconi, Renzi si troverà la via spianata per un’investitura popolare?

Ieri si accennava al silenzio delle gerarchie locali sull’incredibile decisione adottata dal sindaco di Bologna, compagno di partito del tanto stimato Giggi er bullo, di ufficializzare le nozze gay contratte all’estero, trascrivendole nell’archivio di stato civile del Comune. Si è avuta finalmente la reazione della Chiesa, una reazione critica, che definire furibonda è esagerato, ma della Chiesa solo locale, quindi circoscritta mentre non si è a conoscenza di interventi della CEI e del suo organo quotidiano su una decisione destinata ad essere imitata, vedi i propositi già manifestati dal Sindaco di Roma.

Siamo alla vigilia sul voto dell’eventuale secessione della Scozia. Lo sgretolamento di una nazione, costruita sulla base di affinità naturali e non con la forza e con violenza (tipo l’URSS), è un avvenimento sempre deprecabile e l’appoggio, come di consueto, urlato, espresso dai leghisti, già pronti a ripetere la proposta in Italia, coalizzati con i movimenti indipendentisti sardi, veneti e sudtirolesi,  - per riflettere sulla situazione interna - dovrebbe essere un freno forte e deciso ad eventuali coalizioni nelle elezioni regionali e nella consultazione nazionale, sempre più dietro l’angolo, e dovrebbe indurre la Meloni a smetterla con i corteggiamenti a Salvini .   

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