Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
La proposta maschile potrebbe scomparire dalla settimana della moda di New York, e state tranquilli il presente non è un articolo scritto da colui che predice la fine del mondo.
Considerata nella top four delle capitali della moda internazionale, la New York Fashion Week propone una differenza rispetto ai suoi omologhi, e cioè che la moda maschile e femminile si propongono in forma congiunta.
I designer che storicamente sfilavano in tale contesto stanno trasferendo le loro proposte in altre capitali, per esempio, DKNY ha sfilato a Londra, e Thom Browne, e Phillip Lim ed E-3 si sono trasferiti a Parigi.
New York, pertanto, sta abbandonando la linea maschile?
Michael Bastian è stato l'ultimo a esplodere contro la situazione per non tutti piacevole.
Il designer di moda maschile che ha lavorato per GANT oltre a contare sulla sua propria firma, è conosciuto per essere il Leonardo di Caprio dei CFDA (Fashion Awards), ai quali è stato nominato in cinque occasioni nella categoria “Migliore Designer Maschile” …vincendolo una volta.
In un'intervista al quotidiano The Fashion week, l'americano ha detto : “ Settembre non funziona per l'abbigliamento maschile. Ognuno sta cercando di risolvere questo problema, perché stavamo ancora vendendo, nel mese di luglio, la raccolta precedente, mentre altri hanno già presentato la prossima. Quindi non ha senso mostrare le collezioni in questo mese”.
Acquirenti di moda per gli uomini sono in città per le fiere nel mese di luglio, così certune aziende come Michael Kors e Rag & Bone stanno già iniziando a produrre articoli relativi a detto mese.
Questo è un problema che deve essere risolto quanto prima.
La battuta d'arresto che Bastian ha riscontrato nella sua città è proprio la perdita dei leader nell'abbigliamento maschile a causa della programmazione. Le grandi settimane della moda si sovrappongono e non c'è il tempo materiale per risolvere la questione. Ma essa va ben al di là di una disputa sulle date.
“Il più potente e mastodontico processo creativo è a Milano e Parigi. Gli Stati Uniti, invece, mantengono un aspetto strettamente commerciale. Inoltre, il settore organizzativo di New York, non è riuscito ad attrarre le grandi firme della moda, mentre le passerelle come Londra hanno scommesso su un concetto più creativo e innovativo”, afferma Jose Luís Díez Garde editore di moda di GQ.
Se guardiamo a Parigi, troviamo influenti Maison come Saint Laurent o Louis Vuitton, a Milano regnano l'impero di Prada e Giorgio Armani, ed a Londra continuano a dettar legge Burberrye McQueen.
Ma esiste una soluzione in merito? Per Joana della Fonte, direttrice di moda di GQ, l’espediente passerebbe da un consenso dei propri designer: “Dovrebbero cercare una data alternativa a settembre, se ciò porta problemi con gli editori e i compratori, ma la soluzione sarebbe quella di lottare per rivitalizzare l'industria della moda americana con figure come Tom Ford, Thom Browne, DKNY, Tommy Hilfiger...".
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