L'utilizzo della menzogna come modus vivendi

Armenti, Renzi e pater familias

Il largo e spropositato uso della promessa e delle bugie (a fin di bene!) sta mietendo vittime in tutto lo Stivale

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Armenti, Renzi e pater familias

Filippo Palizzi: Pastore con armenti (1883) - Olio su tela

Matteo Renzi, il grande affabulatore e racconta storie, sta facendo proseliti tra le famiglie italiane.

Il largo e spropositato uso della promessa e delle bugie (a fin di bene!) sta mietendo vittime in tutto lo Stivale.

All’interno delle famiglie si è ormai creato un tale livello di utilizzo della bugia che a volte lascia sbigottiti, ma garantisce a tutti i componenti una parvenza di ordinata consuetudine.

La tipica famiglia formata dal padre, madre, figli e perché no cane o gatto, o tutti e due, ove tra quelle pareti capita viceversa che l’uomo altro non sia che un fiacco e irresoluto padre padrone, la moglie una che cerca con ogni mezzo di accomodare l’apparenza e i figli portati a compiere due eventuali scelte: dissimulare ed essere parte integrante del gruppo sociale o spifferare la verità ed essere di conseguenza cacciati dal clan.

E in molti nuclei familiari c’è il figlio che non sopporta di sostenere la parte conformista della famiglia, mentre l’altro ne fa ampiamente parte perché avvantaggiato dalla situazione.

Il primo, è bravissimo nell’inventare menzogne strepitose per giustificare il padre quando ne combina una delle sue; e sa spiegare falsamente al mondo intiero che la madre è la donna più meravigliosa del cosmo.

E tutto quanto non è assolutamente gratis, perché la menzogna sarà cospicuamente contraccambiata, poiché la genitrice racconterà a destra e a manca, in primis ai vicini, di certune potenziali capacità del figlio, di cui lo stesso ignora dalla mascita.

Così accadrà con il padre che lo sosterrà fino in fondo al colloquio con il professore di fisica e matematica che sovente lo chiama per raccontargli che il figlio è uno dei più grandi somari mai avuti sotto di lui.

Inevitabile a questo punto chiedersi, ma cos’è veramente la famiglia?

Risposta: la famiglia, altro non è che un armento in cui ogni cosa procede fino a che perdura la complicità e ogni componente si comporta secondo sottointesi canoni di correttezza e connivenza.

Il problema, però, è che anche il figlio ammaestrato, quanto più cresce quanto più intuisce che è dura continuare a sparare menzogne.

A tal punto che non gli resterà che progettare una prova difficoltosa di dissociazione.

Un nucleo che gli ha sempre dato tutto ciò che ha voluto, sogni diventati realtà e genitori di una generosità senza eguali.

La verità poi è ben altra cosa.

Il padre, un rabbioso personaggio quasi sempre incazzatissimo con il mondo intiero, che bastona il gatto per sfogare la sua collera e che quando non ha l’animale sotto tiro picchia moglie e figli.

Ogni situazione è buona perché si metta a urlare, a maledire, a minacciare, a ricattare, infierendo come un mostro sulle povere vite degli altri componenti della famiglia.

La madre, remissiva per natura crede di avere sotto controllo lo stato delle cose a forza di miriadi di frottole.

Così mente al marito per tenerlo calmo: lo inganna sul prezzo della spesa al supermercato, su quanto costa mantenere il cane; sulle bollette della luce e del telefono, sul nuovo maglione comprato a uno dei figli e via dicendo.

Dissimula anche su ciò che fanno quest’ultimi, a che ora tornano, quando sono usciti di casa, che compagnie frequentano e se, putacaso, l’uomo di famiglia li scopre a fare quel che per lui non dovevamo fare allora la mater mentirà ancor più spudoratamente affermando che lei non sapeva assolutamente niente ed era meravigliata quanto il marito.

In tutto questo ai figli resta solo un enorme carico di segreti.

Infatti, guai raccontare al padre che il fratello ha preso un brutto voto, mai dire che hanno il mal di gola o qualcosa che lo facesse rammaricare.

Insomma, i figli vivono nel regno dei no e l’unica scelta è di raccontare panzane.

E poi subentra il senso di vergogna.

La vergogna per essere un figlio che non accetta le grida e la violenza, o che arrossisce perché il padre mal sopporta ogni microscopica ostentazione di mascolinità; vergogna perché non si sente all’altezza della situazione in tutti i campi, compreso quello scolastico, perché talmente terrorizzato all’idea dell’interrogazione della mattina dopo che si lascia prendere dagli attacchi di panico e non riesce più a studiare.

Magari è bravo davvero, si è impegnato a fondo, ma è ammantato di paura e non riesce a guardare in faccia la realtà, perché il padre non fa che ripetergli che è un fallito e sua madre che tutto quello studio non servirà a niente, al massimo a essere uno dei tanti disoccupati.

E tutto il dolore accumulato negli anni emergerà solo alla morte di siffatto genitore e la famiglia assuefatta alla menzogna avrà molte difficoltà a tornare alla normalità, a raccontare la verità.

Ora possiamo immaginare questa “ideale” famiglia raccolta a tavola: i due figli, la madre, il cane e il gatto.

Lei ancora si appoggia sulle bugie narrando di un passato felice e armonioso e di una bellissima infanzia dei figli, mentre i due fratelli, quasi vincolati a quel passato annuiscono alle parole della madre.

Ma d’improvviso parla proprio chi è sempre stato fuori dall’armento, dice a voce sommessa che non è più ammissibile recitare ancora, che è l’ora di finirla.

“Ma hai visto come siamo ridotti”, significa alla genitrice con tono triste e sfiduciato.

Non avere mai basato la nostra vita sulla verità quando era obbligo farlo, ci ha sospinti in una ciclicità interminabile fatta solo di menzogne”.

Come faccio a spiegarti, senza percuoterti a sangue, che i tuoi ricordi altro non sono che immaginarie rappresentazioni?”

Come possiamo asserire che hai finto e ingannato così tante volte che ora pensi che i raggiri siano verità?”

Ormai siamo venuti fuori due perdenti”.

In fondo, i figli indirettamente invidiano la madre che continua a crogiolarsi nel suo mondo, a proteggersi dal dolore.

I figli, invece, sono svegli, consapevoli e presenti a loro stessi, continuando però a sentirsi sempre più soli.

Perché, hanno capito, che dire la verità ti regala solo tantissima solitudine.

Questa è la dura lexdi tutti gli armenti.

Per non rimanere abbandonati e più graditi socialmente è necessario mentire.

Non è forse questo che insegnano molti genitori?

Ogni riferimento a leader, capi del Governo, e persone importanti non è assolutamente casuale.

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da silvana il 09/08/2014 11:54:36

    in effetti è quanto accade nella stragrande maggioranza delle famiglie, oramai si vive di menzogna non esiste più il senso della dignità umana, vuoi per gli eventi negativi che si subiscono quotidianamente, vuoi per le ristrettezze familiari che portano a grossi pensieri. niente è più tollerabile per l'essere umano e, come sua difesa si arrampica sulla menzogna, forse perché così si illude di avere più attenzione e più rispetto. ma solo quando l'uomo si ferma a pensare e osservare il suo intimo, si rende conto di come ha fallito con se stesso e con il prossimo, e forse non aveva altra scelta perché così fan tutti: mentire!

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