La giornata politica vista da Vincenzo Pacifici

L'anima perduta della politica Italiana fra liti, sospetti e caos

di Vincenzo Pacifici

L'anima perduta della politica Italiana fra liti, sospetti e caos

L'arroganza e la prepotenza non potevano che creare caos al Senato. Il dittatorello da repubblica delle banane con la sua gregaria hanno ottenuto il risultato, che meritavano e che chi scrive avrebbe voluto vedere costruito anche dalla propria parte politica, che purtroppo non esiste a Palazzo Madama grazie all’infermo di Arcore e che invece è sottolineato con un titolo di incredibile assurdità nell’edizione odierna del foglio di famiglia.

Mentre il quotidiano economico «Qui Finanza» con un titolo eloquente segnala : "Conti in rosso e privatizzazioni flop. Manovra o prelievo fiscale (20 miliardi) inevitabili" e mentre secondo stime di Confcommercio il PIL nel 2014 salirà dello 0,3% invece dello 0,5% stimato in precedenza e l’Italia è arrivata a denunziare una pressione da record mondiale, nell’ex Camera alta infuria la battaglia su un tema, che poteva essere accantonato e trattato in una situazione assai meno gravida di problemi.

Eppure il pupo ha preso il capriccio e guai a contraddirlo. L’altro giovane, che siede, stavo per scrivere regna, al Quirinale continua a sottoscrivere questo scempio della logica: chi spiegherà il significato e principalmente l’efficacia del provvedimento, in grado di produrre effetti e quali effetti solo dopo un lunghissimo iter? E pensare che un tizio, proveniente dalla Romagna, minacciò di trasformare le aule parlamentari in "bivacco di manipoli", oggi, grazie all’imbonitore del Granducato, almeno Palazzo Madama, in cui un tempo sedevano Gentile, Croce, Einaudi e Marconi ed oggi operano i grillini, Zanda, Romani con Gasparri, Formigoni, la Finocchiaro e la Lanzillotta,  è divenuto un ineguagliabile caravanserraglio.

Nel dibattito sono emersi alcuni elementi preoccupanti da affrontare senza retorica ma con estrema e drammatica limpidezza. Gian Marco Centinaio, capogruppo della Lega, nel corso del dibattito al Senato, ha usato una frase pesante e preoccupante sul clima misterioso ed equivoco. Il parlamentare ha osservato testualmente: "Mi ha fatto paura un passaggio del senatore Bruno (FI) quando ha ricordato al PD e al premier, che esiste il patto del Nazareno" , invitando a "mettere tutto sul tavolo" e "far conoscere tutto".

Più che legittimo, è naturale che il Parlamento e l’opinione pubblica debbano conoscere, dopo la sceneggiata del fido portavoce del momento, Giovanni Toti, gli esatti contenuti del mitico accordo con tutti i dettagli e le sfumature.

Dopo il mancato incontro tra i due statisti, il lombardo ed il toscano, si sono fatti più consistenti le perplessità sulla durata e sulla realizzabilità dell’accordo, del quale, come di consueto, in modo ingiustificato, immotivato ed illogico, Berlusconi punta a conservare gelosamente i passaggi deteriori ed oligarchici, sui quali si sono appuntate le riserve sostanziali del geniale politico agrigentino ed anche, finalmente, della Meloni e di Storace, autentiche comparse della scena politica.

A proposito della destra, una frase di Marcello Veneziani in un recentissimo articolo sulla guerra esplosa nel 1914, adattata, può essere il termometro dello stato delle cose . Veneziani ha osservato che "la guerra lacerò l’Europa, ma i suo degrado non si spiega con quel massacro. Una civiltà non si spegne quando perde sangue ma quando perde l’anima". La nostra area politica, pur avendo perduto sangue, pur avendo patito persecuzioni, pur avendo subito discriminazioni, si è avviata su un viale del tramonto, speriamo non irreversibile,  solo nel momento, in cui, accettando la sottomissione nel PDL, ha perduto l’anima. Ben conosciamo le 2 persone da ringraziare. 

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 30/07/2014 14:47:03

    D'accordo con la mota politica del prof. Pacifici ma ognuno dei politici che siede nei due rami del Parlamento pensa al proprio orticello, non a quello degli italiani, con il centrodestra che ha grandissime responsabilità per non aver fatto le riforme con la schiacciante maggioranza e che soleva discutere i problemi nell'incontro di lunedì ad Arcore tra Berlusconi e Bossi, osannato anche dai cosiddetti intellettuali di area. La verità va scritta e ripetuta.

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