Mondiali 2014

Il Belgio sconfitto dall'Argentina: l'audacia battuta dalla classe

Dopo Francia - Germania ecco l'altro flashback dei mondiali 1982, quando Maradona addormentò con una doppietta i belgi, dopo la storica rete contro l'Inghilterra ai quarti

di Tommaso Nuti

Il Belgio sconfitto dall'Argentina: l'audacia battuta dalla classe

Messi continua a trascinare la sua Argentina avanti in questo mondiale e Higuain si fa trovare pronto a pungere. Aveva sì e no centrato la porta tre volte nel mondiale e senza dubbio ha scelto un momento perfetto per svegliarsi, nei quarti con la squadra più giovane del Mondiale.
L'Argentina di Sabella incontra ai quarti il Belgio di mister Wilmots.
Dopo Francia - Germania ecco l'altro flashback dei mondiali 1982, quando Maradona addormentò con una doppietta i belgi, dopo la storica rete contro l'Inghilterra ai quarti. 
Di fronte ecco un Belgio ritrovato dopo quei fantastici anni '80, guidato da Hazard e Courtois. 
Il più stretto erede del Pibe de Oro si carica la squadra sulle spalle forte del passaggio del turno contro la Svizzera. 
La Selecion di Sabella torna in semifinale dopo 24 anni, da Italia '90 capitanata da Maradona e ad oggi da Leo Messi. 
Si parte nello stadio Nacional de Brasilia e subito l'Argentina passa sui diavoli rossi all'8; Di Maria tenta un passaggio filtrante in area, ma deviato dalla difesa belga il pallone arriva a Higuain, che da attaccante puro in una frazione di secondo si gira incrociando sul secondo palo di esterno destro, battendo il 22enne Courtois. È tornato il numero 9 albiceleste, fino a quel momento a secco di gol nel "mondiale dei mondiali".
Il gol taglia le gambe ai ragazzi di Wilmots, irriconoscibili rispetto alle 4 gare precedenti; gli undici in maglia rossa infatti non riescono a passare la metà campo per tutto il primo tempo, oscurati dal giro palla finalmente finalizzato al gol argentino.
Wilmots schiera a sorpresa Mirallas e Origi, che però non risultano incisivi. Il possesso palla
Belga è lento e indeciso, senza spunti in attacco e con poca determinazione tra le fila difensive. 
Dopo 30 minuti è totale dominio argentino, fino al primo momento di paura. Messi salta prima Fellaini e poi Witsel a centrocampo, si gira e incanta Kompany con un passaggio alle due spalle che pesca Di Maria. L'esterno del Real Madrid però appena sbagliato il tiro si ferma accasciandosi e accusa un dolore alla coscia destra. Lo stadio Nacional de Brasilia improvvisamente si ammutolisce, in un abbraccio silenzioso e pieno di paura che accompagna l'uscita del miglior giocatore in maglia albiceleste dopo Leo Messi. 
A centrocampo Fellaini e Witsel dominano la via aerea, ma patiscono molto la velocità di gioco di Mascherano e i movimenti sulle fasce di Di Maria e Lavezzi.
"El dies" e compagni con un gioco ordinato e organizzato riescono ad arginare i piani di un Belgio confuso e fiacco. Poco da segnalare nella seconda frazione di gioco, solo una traversa centrata da Higuain al 20' del secondo tempo dopo un'azione personale. Nemmeno l'entrata del napoletano Mertens e di Lukaku e lo spostamento in attacco di Fellaini e Van Buyten per spiccare sulle palle alte riescono a scuotere la squadra di Wilmots. Leo Messi non ripete la doppietta dell'icona Maradona, ma anzi si divora un gol davanti  Courtois, a cui non ha ancora mai segnato. Però "La Pulce" incanta e ispira, corre e danza col pallone, mandando totalmente fuori partita (e forse anche di testa) il centrocampo e la difesa belga; crea gioco e riesce a motivare i compagni, da vero e proprio capitano. L'azione del gol parte infatti dai suoi piedi, da una sua magia a centrocampo. 
L'audacia del Belgio cade sotto la classe e la tecnica argentina.
La partita si conclude con il vantaggio di 1-0 firmato Higuain e l'Argentina si ritroverà di fronte alla vincente fra Olanda e Costa Rica. 
Ritorno della Seleccion in semifinale da Italia '90 mentre Courtois perde la prima delle ultime 21 partite col Belgio. 
Se da una parte troviamo la Germania schiacciasassi e il Brasile in continua crescita, dall'altra una squadra mentalmente nuova e fresca, che soffre solamente un po' nella ripresa, ma meno di altre volte. E per continuare a  cercare analogie Argentina/Brasile vediamo Di Maria e Neymar, entrambi k.o. 
A due passi (per quanto difficili possano essere sempre due rimangono) dalla finale prende forma il sogno di una rivincita con i cugini brasiliani, in quella frase che riecheggia nella testa di ogni tifoso albiceleste:
«Brasile, piangi da Italia '90. Torneremo a casa con la Coppa, Maradona è più grande di Pelè»
Perché l'Argentina intera ci crede, se hai Messi in squadra tutto sembra risolversi e se insieme a lui i compagni ci credono, come si fa a non immaginarsi la terza coppa?

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 06/07/2014 15:38:24

    L'Argentina avrà classe in alcuni suoi uomini, come Messi e Higuain, ma non è che abbia brillato. Il Belgio non è stato per niente audace: delusione completa, rispetto alla partita con gli Usa. Quanto a Rizzoli, visto che ci consoliamo con l'arbitro italiano, insufficiente, soprattutto per non aver ammonito Messi.

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