Editoriale

Responsabilità civile dei giudici, tranquilli signori magistrati, ricordate: male non fare paura non avere... o no?

Passato alla Camera l'emendamento della Lega, ma chi amministra la giustizia non ci sta, ovvio, sanno come vanno le cose nei tribunali!

Simonetta  Bartolini

di Simonetta  Bartolini

ale non fare paura non avere. Prima che le procure decidessero che la giustizia era affare loro a prescindere dal vero e dal falso dalle prove o dal giudizio morale o etico (che è altra faccenda da quello penale, non dimentichiamocelo mai), il cittadino poteva seguire il vecchio detto popolare e stare tranquillo.

Male non fare paura non avere si diceva ai bimbi per educarli a comportarsi secondo le regole e non temere le conseguenze che una scelta, poteva comportare. Si insegnava ai bimbi, ma valeva per la vita adulta, quando le scelte diventano più importanti e frequenti.

Poi i magistrati hanno deciso che anche a non fare del male ogni onesto cittadino deve avere paura, lo abbiamo scritto tante volte, non si tratta del cittadino Berlusconi e dei suoi guai giudiziari, si tratta di ciascuno di noi ormai inermi delle mani di un magistrato che vuol fare lo sceriffo o di un giudice che decide di vestire i panni del giustiziere.

Le prove e il buon senso sono variabili fastidiose da mettere in un angolo, basta buttare qualcuno in galera preventiva e soprattutto se il poveretto è innocente confesserà qualunque cosa pur di uscire al più presto, e vai con il patteggiamento, e vai, di fatto, con una condanna, perché anche se giuridicamente il patteggiamento non sancisce la effettiva colpevolezza dell’imputato, diventa per gli stessi giudici (oltre che per l’opinione comune) come una sentenza di provata reità!

Questo lungo preambolo è necessario per parlare del voto alla Camera che ha mandato in minoranza il governo facendo passare un emendamento della Lega sulla responsabilità civile dei giudici.

A leggere quanto diffuso dalle agenzie a proposito del testo, passato alla Camera con 187 voti favorevoli contro i 180 contrari, ci si stupisce che le associazioni dei magistrati se la prendano tanto.

Infatti secondo quanto si apprende si vorrebbe che «chi ha subìto un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzioni ovvero per diniego di giustizia può agire contro lo Stato e contro il soggetto riconosciuto colpevole per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che derivino da privazione della libertà personale».

E dov’è la materia dello scandalo?

Se qualcuno sbaglia con “dolo o colpa grave” deve rispondere del proprio errore, non si tratta di punire una svista, ma la volontà di fare un’ingiustizia, di recare danno a qualcuno in forza dell’impunibilità che il ruolo di magistrato assicura fino ad ora a chi faccia questo mestiere.

Si tratta di punire chi prende alla leggera (per superficialità, incapacità o volontà di nuocere a qualcuno) il potere di giudicare e condannare.

Si tratta di applicare anche ai magistrati quel che vale per qualunque cittadino.

E non vengano a cianciare di indipendenza in pericolo, l’argomentazione è offensiva per tutti gli altri cittadini e per l’intelligenza di ognuno.

Oltretutto, a quanto pare, per essere indipendenti questi signori della giustizia invocano super stipendi (hanno strepitato poco tempo fa che i loro emolumenti non si toccano, pena la perdita dell’indipendenza! Che dal punto di vista logico è quanto dire se guadagnamo poco rischiate che noi ci vendiamo per integrare! Non è una bella cosa detto dai magistrati) e lo status dell’agente segreto 007 di Fleming: licenza di uccidere!

Ecco bisognerebbe rispondere, a coloro che in queste ore protestano perchè si vuole che rispondano degli errori commessi: male non fare paura non avere, già ma sono stati loro i primi a distruggere quella massima antica.

 

Ps A ben vedere ci piacerebbe anche che, sempre quei magistrati che si indignano perché si vuole che rispondano dei loro errori, ricordassero che un loro eventuale errore sarebbe sottoposto evidentemente ad indagine e giudizio, e dunque signori, in caso di denuncia per “dolo o colpa grave” nell’esercizio del vostro lavoro, non preoccupatevi, bisogna avere fiducia nella magistratura e nel collegio giudicante anche nel vostro caso... O no?

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