Caso Marò

Il ruggito di Salvatore Girone e il belato del Governo

Tutti dicono, Renzi compreso, li riporteremo a casa, ma Massimiliano e Salvatore sono ancora la eroicamente sottoposti alle rigidi leggi del paese degli stupri

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Il ruggito di Salvatore Girone e il belato del Governo

Tutta l’Italia si sta chiedendo chi abbia potuto tradire i due marò, insieme a tutti i cittadini.

Ieri, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, da più di due anni prigionieri nelle carceri indiane, via skype hanno sprigionato parole di fuoco, affermando che senza una ben precisa accusa sono lì segregati per avere obbedito a un ordine e avere protetto una nave italiana in acque internazionali.

Girone, lasciando da parte la sua riconosciuta freddeza, e con un tono di voce deciso, ha quasi gridato verso i parlamentari delle commissioni Esteri e Difesa, collegati in videoconferenza, di avere obbedito solo a un ordine, niente più! 

Le sue crude parole sono state limpide, ed hanno immediatamente aperto varie interpretazioni.

A quale specifico ordine si riferiva?

Forse a quello di ritornare in India nel marzo 2013 voluto ossessivamente dall’allora capo di Governo Monti insieme al ministro della Difesa, o quello di scendere dalla nave Enrica Lexie il 19 febbraio 2012, aut aut partito sempre dal Governo per motivi di diplomazia internazionale .

Tutto questo nel bel mezzo della Festa della Repubblica.

I due fucilieri, prigionieri come i peggiori mafiosi sottoposti alla 41bis, sono da tempo immemore che stanno aspettando una mossa decisiva da parte dello Stato Italiano, ma -per ora- lo sottointendono loro stessi, solo nebulosissimo fumo, nient’altro.

Tutti dicono, Renzi compreso, li riporteremo a casa, ma Massimiliano e Salvatore sono ancora la eroicamente sottoposti alle rigidi leggi del paese degli stupri.

Frattanto la politica tutta si è data apputamento al gran galà delle Forze dell’ordine, insieme al pubblico che si è scatenato in una vera standing ovation al passaggio, sui Fori Imperiali, del Battaglione San Marco. Un vero tripudio, al quale immancabilmente si sono uniti tutti i pezzi da novanta del Governo, tutti commossi o quasi, tutti ad applaudire i due marò.

Uno dei quali, Girone, ha apertamente invitato tutti quelli che contano, a darsi una beata mossa perché lui e Massimiliano proprio non ce la fanno più.
Dallo sfogo liberatorio sono emersi fatti molto allarmanti e cioè, che i due soldati hanno fatto tutto ciò che è stato chiesto loro, ma cosa realmente?; hanno assecondato dei precisi e diretti ordini, quali?; hanno, da persone oneste, mantenuto la parola data, richiesta da chi?; ma soprattutto per quale motivo? E, in primis, in cambio di cosa?

Poi, dopo aver seguito queste disposizioni, sono rimasti bellamente raggirati.

Dopo tali dichiarazioni aspettiamo immediata la presa di posizione di Renzi che ha imboccato la strada dell'arbitrato internazionale, una strada non certo breve, ma se il Paese a nome del suo leader finalmente mostrerà quello di cui Monti & C. sono privi dalla nascita, potrà mettere a frutto, a pieno titolo, la presidenza del semestre europeo.

Renzi usa benissimo i congiuntivi, le metafore e le preposizioni: guardiamo come saprà usare gli attributi.

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 03/06/2014 14:22:37

    La vicenda dei due Maro', tornata di attualità ieri, festa della Repubblica, con il "ruggito" di Girone dimostra come l'Italia, a livello internazionale, conti davvero poco. Ma la regola vale per la Nato, l'Onu e tutti gli organismi internazionali. La ministra Federica Mogherini dovrebbe far sentire la "voce" dell'Italia, visto che sinora le vie diplomatiche sono servite a poco.

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