Barbe, parrucche e spettacolo

Zeffirelli e Filistrucchi: le luci della ribalta brillano alla Pergola

Dal 28 marzo al 16 aprile il teatro ospita la mostra Zeffirelli Filistrucchi; memorie di un sodalizio artistico,

di Domenico Del Nero

Zeffirelli  e Filistrucchi: le luci della ribalta brillano alla Pergola

Oggi è forse tutto più facile, con gli “effetti speciali”. Ma la magia dello spettacolo, fosse il melodramma, il teatro di prosa o il grande film, viveva e seduceva ben prima dell’era dei computer. Fino a pochi decenni fa, in fondo, se il cinema era stato sicuramente una grande rivoluzione, l’arte di dare vita alla scena continuava per molti aspetti con ritmi e sapienza antichissimi.

Il teatro alla Pergola di Firenze, che è stato sin dalla sua nascita nel 1656 ed è – soprattutto in questi ultimi anni – palcoscenico  di primissimo ordine ,  dopo la bellissima mostra sulla maschera continua  a svelare il laboratorio dello spettacolo. Ed ecco un altro interessantissimo evento : da oggi 28 marzo fino a mercoledì 16 aprile il teatro ospita nei suoi locali, dal foyer alla Sala Oro, la mostra  Zeffirelli Filistrucchi; memorie di un sodalizio artistico, a cura di Monica Gallai , con la collaborazione di Gabriele e Gherardo Filistrucchi. Promossa e organizzata da Associazione Osservatorio dei Mestieri d’Arte con la collaborazione dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e della Fondazione Teatro della Pergola, il patrocinio di Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comune di Firenze e Toscana verso Expo, la mostra porta alla luce oltre 100 reperti tratti dall’archivio Filistrucchi recentemente ordinato e inventariato da Monica Gallai.


Se Franco Zeffirelli è uno dei grandi maestri del cinema – o meglio dello spettacolo – del nostro tempo, la casa Filistrucchi, insieme alla Cerratelli, ha contribuito a fare la storia del palcoscenico prima e del set poi. Le sue origini risalgono al remoto 1720, epoca di crepuscolo della gloriosa dinastia dei Medici: erano gli ultimi anni di regno del vecchio e stanco Cosimo III, a cui sarebbe succeduto tre anni dopo il più estroso Gian Gastone,  uomo coltissimo e appassionato di teatro.  

Si tratta forse della più antica attività fiorentina tramandatasi sino ad oggi nella stessa famiglia. In principio furono …. rasoi e pettini;  il primo Filistrucchi era infatti un valente barbiere. Ma come ricorda per l’appunto il Figaro di Rossini, essere barbieri all’epoca voleva dire anche all’occorrenza parruccaio, speziale, "cava-denti", flebotomo, profumiere, acconciatore e truccatore sia per donna che per uomo. E la parrucca in quel tempo non era un semplice accessorio ma un obbligo sociale.

Ben presto Filistrucchi pose la sua competenza al servizio della scena: acconciature, parrucche e parrucchini, baffi e barbe di tutti i gusti.  E molti teatri, fiorentini nazionali e esteri, vi hanno cercato e trovato … barba e capelli per i più celebri divi e dive:  dalla Scala al Metropolitan e naturalmente il Maggio Musicale, con cui collaborò sin dalla prima stagione,  Non ultima certo la Pergola, con artisti quali Ermete Zacconi, Eduardo de Filippo, Giorgio Albertazzi, Anna Proclemer, Romolo Valli, Alberto Lionello, Rossella Falk, Giorgio De Lullo, solo per fare qualche nome.


E poi, naturalmente, Franco Zeffirelli.  L’incontro fra il regista e Pietro Filistrucchi risale agli anni ’40. La seconda sezione della mostra ricostruisce le tappe di un sodalizio artistico e di una vera e propria amicizia, grazie anche al carteggio privato tra Zeffirelli e Filistrucchi: si passa presto dal lei al tu, anche se il rapporto non è sempre facile:  se la qualità richiesta dal’esigente regista non può essere garantita si preferisce non accettare la commissione e se la si accetta si deve lavorare con tutte le energie.

E così nel 1960 Zeffirelli incaricò Pietro Filistrucchi di realizzare ben 93 parrucche per “Alcina” in scena alla Fenice di Venezia. Una fornitura eccezionale per cui Zeffirelli fu riconoscente a Pietro tanto da scrivere: “il lavoro è superiore ad ogni commento. Una fornitura come quella mi concilia con Firenze, con i fiorentini e con le nostre saltuarie ma superiori qualità. Grazie, veramente di cuore”. Insieme alle lettere  di grande interesse i  figurini e le fotografie,  testimonianze di come il Maestro si affidasse alla bottega fiorentina ed alle abili mani di Pietro per la creazione di parrucche e trucco di scena. E’ proprio da quei figurini - disegnati dallo stesso Zeffirelli ed anche da celebri costumisti amici e collaboratori prenderanno poi  forma quelle parrucche che hanno aiutato artisti come Maria Callas ad impersonare celebri personaggi sulla scena.

E proprio alla Callas, che grazie a Zeffirelli apprezzò l’opera di Filistrucchi, è dedicata la terza sezione della mostra.  Tra i reperti più interessanti  anche una parrucca originale indossata dalla grande soprano per un’ “Armida” di Rossini , oltre a quella della celebre  Medea; oltre ad alcune ciocche-campione dei suoi capelli che l’artista inviò, con tanto di corrispondenza autografa, per commissionare le sue parrucche da giorno. Non mancano infine fotografie inedite della cantante al Teatro Comunale di Firenze.

A dare un’ulteriore tocco di raffinatezza  e di grande interesse scenografico una serie abiti originali della Fondazione Cerratelli, la famosissima sartoria teatrale che ha vestito decenni di capolavori del palcoscenico e del set; se l’abito non fa il monaco, per la Cerratelli però contribuiva a fare l’interprete: dalla Callas, alla Tebaldi, da Liz Taylor a Sofia Loren, per limitarci a quale “talento”; per non parlare poi dei costumi disegnati da De Chirico o Dalì.

 Dopo  una bacheca che racconta momenti della bottega e delle persone che collaborarono con Pietro, la mostra si conclude con la sezione ‘Grandi Opere’; Dal “Don Giovanni” a “La Lupa” (con Anna Magnani) fino alla magnifica “Traviata” del 1984 al Teatro Comunale di Firenze.

Un evento eccezionale da non perdere, con cui il teatro della Pergola si conferma protagonista assoluto della vita culturale fiorentina.

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