Editoriale

Lo stipendio di Moretti, le Frecce e i pendolari, ovvero ricchi e poveri

Aver risanato il bilancio è un dovere per un manager, offrire servizi adeguati anche, ma di quelli l'Ad delle Ferrovie non parla

Simonetta  Bartolini

di Simonetta  Bartolini

iorni ormai non si fa che parlare del "caso Moretti". A leggere i giornali e a sentire il "talk" radio-televisivi, l'Italia sembra si sia divisa fra sostenitori del Moretti-pensiero e detrattori del suo attaccamento allo stipendio.

Per i primi, cioè per coloro ai quali sembra giusto che un manager bravo sia pagato per quel che vale, è una questione di meritocrazia, ovvero quel valore che in ogni sistema dovrebbe essere riconosciuto, che tutti invocano come necessario, ma che in Italia stenta ad affermarsi.

Per i secondi, ovvero per coloro che giudicano scandaloso uno stipendio stratosferico ad un manager di Stato in tempi di crisi e vera povertà dei cittadini che gli pagano lo stipendio, è una questione di giustizia e di etica pubblica.

Non si può non ammettere che entrambi le posizioni sono sostanzialmente condivisibili.

Chi infatti può negare la necessità che il merito, la capacità, la responsabilità, i risultati vengano premiati?

Il problema si pone alla prova dei fatti: ovvero Moretti è veramente il super manager che ritiene di essere al punto da minacciare di andarsene se gli riducono il super stipendio che ciascuno di noi, anche quelli che non arrivano alla fine del mese(e sono tanti) contribuisce a pagargli?

Dicono che Moretti abbia risanato il bilancio delle ferrovie. Lo dicono e non mentono, ovviamente. Ma a che prezzo? e soprattutto siamo sicuri che in un'impresa dello Stato il risanamento di bilancio sia l'unica finalità da raggiungere tale da meritare onori e emolumenti stratosferici? Il bilancio in pari e meglio se in attivo non dovrebbe essere semplicemente il "dovere" di ogni amministratore?

Nelle famiglie, alle mogli che fanno quadrare i conti, non fanno debiti, risparmiano ecc il marito gli regala una pelliccia? Non ci risulta anche perché nelle famiglie dove è fondamentale per la sopravvivenza che i conti siano in pari i soldi per la pelliccia non ci sono.

Ma andiamo avanti.

Moretti si è inventato le "frecce" treni mediamente confortevoli, che corrono sulla linea dell'alta velocità, che peraltro non ha inventato lui, riducono i tempi di percorrenza sulla linea Milano-Napoli e in parte Milano- Torino e poco su quella Bologna-Venezia, e soprattutto costano un botto al punto che facendo due conti (e chi scrive li fa ogni settimana) sulla tratta Firenze-Roma il viaggio in seconda classe è meno conveniente dell'utilizzo dell'automobile privata.

Infatti ai costi del treno si devono aggiungere quelli per raggiungere la stazione ovvero un taxi,e poiché nelle nostre città, come tutti sanno, il servizio pubblico fa schifo, se non si vuole muoversi da casa al mattino da Firenze per raggiungere Roma per l'ora di cena alla "modica" cifra di 90 euro più costo del taxi, conviene prendere la macchina ovviamente andando piano per risparmiare benzina.

Le Frecce sono care, ma confortevoli.  Neanche per sogno. In quei treni sigillati dove non si può far passare un filo d'aria esterno, in estate una volta su tre l'aria condizionata fa cilecca con conseguenti malori, e simili. In inverno il riscaldamento una volta su tre è fuori controllo e si muore di freddo o di caldo.

È vero che passa regolarmente un tizio con la tuta bianca con su scritto servizio pulizie, ma è altrettanto vero che si limita a passare, cioè a fare una passeggiata su e giù per il treno, mai visto chinarsi a raccogliere una cartaccia o simili lasciate cadere da qualche maleducato.

Lasciamo perdere la questione ritardi perché si aprirebbe un file doloroso e snervante.

Con le salassate inflitte ai passeggeri delle medio-lunghe percorrenze (hanno risparmiato solo quelli abituati a prendere l'aereo) Moretti ha "risanato" il bilancio.

Peccato che in tutto questo i veri numerosi utenti dei treni, ovvero i pendolari, non abbiano avuto benefici, anzi.

I treni dei pendolari che in parte dipendono dalle Regioni, continuano ad essere carri bestiame per un popolino senza diritti, perché "povero" .

E già, non si può mica far pagare ad un poveretto che usa il treno per andare tutti i giorni al lavoro una cifra che renderebbe inutile percepire uno stipendio! Però ormai la logica è che se non paghi non hai servizi quindi ringrazia che ti venga dato un convoglio sporco, dall'orario flessibile al punto da non sapere se e quando partirà e arriverà a destinazione. I pendolari sanno che arrivati in stazione per prendere il treno potrebbero sentirsi annunciare che quel giorno il treno è stato soppresso. Che prendano quello successivo e si arrangino.

A questo punto Moretti dovrebbe spiegarci in forza di quale risultato si merita lo stipendio che gli diamo.

Ultimo, ma non ultimo la questione azienda di Stato.

Un'azienda di Stato, pagata cioè con i soldi delle nostre tasse, oltre al pareggio di bilancio deve fornire servizi. Appunto servizi, e che servizi fornisce Moretti all'utenza? Quelli che possono pagare le frecce più o meno se la cavano gli altri ....le ferrovie di Moretti hanno diviso la popolazione treno-trasportata in cittadini di serie A (i benestanti) e di serie B i poveretti. Però tutti pagano con le tasse lo stipendio di Moretti e dei suoi.

Allora ci devono spiegare perché chi evade il fisco è un delinquente che fa un torto alla società dei contribuenti onesti e chi invece percepisce cifre da capogiro senza fornire i servizi adeguati per tutti è uno meritevole per capacità.

Ci devono spiegare perché nello Stato gli impiegati hanno stipendi bloccati da oltre 4anni e i manager fanno le sceneggiate isteriche come ha fatto Moretti quando si è ventilata l'ipotesi di ridurgli lo stipendio in segno anche di solidarietà con chi non arriva alla fine del mese. Se Moretti guadagnasse la metà di quel che prende adesso sarebbe comunque un signore strabenestante.

Già, ma Moretti è un ex-sindacalista della CGIL!

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 26/03/2014 12:36:05

    Sottoscrivo l'editoriale di Simonetta Bartolini. Sono tra quelli che giudicano scandaloso il compenso di Moretti e dei tanti cosiddetti manager di Stato, compresi quelli delle società quotate in borsa, come Eni, Enel, etc. Di conseguenza per Moretti c'è l'invito di andare a lavorare in Germania. Nella vicenda poi la meritocrazia conta poco e ad ogni modo bisognerebbe fissare dei parametri delle differenze retributive tra lavoratori e dirigenti. Mi ha fatto specie poi di trovare tra i difensori di Moretti giornalisti alla moda e famosi che si dicono liberali ma si guardano bene dal chiedere le liberalizzazioni , riferimento agli ordini professionali, da abolire tutti. Quanto al risanamento delle Ferrovie , la direttrice ha scritto tutti i dettagli ma mi piace ricordare anche i provvedimenti di abolizione quasi totale di quei treni tra Nord e Sud, ripristinati, in numero esiguo, solo nel giugno del 2012: naturalmente a prezzi elevati. Del resto l'amministratore delegato Moretti si è sempre lamentato dei costi esigui dei biglietti, rispetto all'estero, inteso altre nazioni, dimenticando, però, di aggiungere che gli stipendi in quelle nazioni sono il doppio e anche più di quelli vigenti in Italia. Non parliamo poi delle stazioni ferroviarie, oramai prive di personale, anche quando si tratta di cittadine, dove l'attività principale è il turismo.

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