Editoriale

David cyberpunk e le polemiche inutili e pretestuose

In un fotomontaggio la statua di Michelangelo imbraccia un fucile è la rappresentazione moderna dell’eroe antico che usava l’arma di precisione del suo tempo contro Golia: la frombola

Dalmazio Frau

di Dalmazio Frau

a pubblicità realizzata dall’ArmaLite, utilizzante un fotomontaggio raffigurante il David di Michelangelo che imbraccia uno “sniper” cal. 50 è semplicemente straordinaria, anzi un piccolo capolavoro “futurista”, al confine con la fantascienza, di quella insolita forma d’arte “contemporanea” che è, a volte, la comunicazione d’immagine.

Ovviamente i benpensanti, moralisti, hanno subito gridato allo scandalo, al vilipendio dell’opera d’arte! Lo dico non da vecchio “oplofilo”, ma da studioso dell’Arte: la polemica è sterile e anche frutto di una certa supponenza.

In primis nessuno ha snaturato né vilipeso o mistificato la scultura michelangiolesca.

Il giovane David è innanzitutto un guerriero, un combattente che uccide – sì uccide, come fanno tutti coloro che si battono in guerra – il suo nemico, il gigantesco Golia. E lo uccide, si badi bene, da lontano. Non lo affronta all’arma bianca. Non potrebbe; lui è un ragazzino imberbe e Golia un filisteo di quattro o più metri d’altezza. Quindi David utilizza il “fucile di precisione” più potente della sua epoca: la frombola. Il resto è biblicamente noto.

Ecco dove nasce la “genialità” dell’idea dell’immagine dell’ArmaLite: oggi, David, un “David Cyberpunk” oseremmo dire, utilizzerebbe ancora la fionda? No, se l’eroe giovane e bello camminasse ai nostri giorni per le strade di Galilea imbraccerebbe un “Calibro 50” in grado di perforare le corazze leggere, ovvero gli attuali Golia.

Sinceramente applaudo al creativo che ha pensato a tutto ciò, e senza pelose ipocrisie. Tanto più che vorrei ricordare agli stessi che si sono stracciati le vesti che l’Italia ha uno dei suoi pochi punti di forza proprio nell’industria armiera da oltre cinquecento anni.

Quanto poi al fatto che subito il direttore dell'Accademia Angelo Tartuferi, tutt’altro che sciocco od ignorante, abbia detto che “L'immagine della violenza e delle armi non è accostabile a quella della bellezza” non mi trova punto d’accordo. Le armi, si vada allo Stibbert o al Bargello, o in altri musei, sono da sempre “opere d’arte” e dunque di vera – quella sì – “grande bellezza”.

Si pensi a una spada da trionfo, realizzata a cavallo tra il XV ed il XVI secolo che è alla Fondazione Caetani di Roma, definita per la pregevolezza delle sue incisioni forse del Pinturicchio, e che è la spada di Cesare Borgia, chiamata “La Regina delle Spade”. Essa è opera di un artista-artigiano ferrarese: Ercole de’ Fedeli. È un’arma concepita per uccidere ed è, nel medesimo tempo, una superba ed unica Opera d’Arte.

L’Arte, da sempre ha raffigurato armi, guerre, battaglie, uccisioni, violenze. L’arte è intrisa, a volte, di armi. Pensate a Benvenuto Cellini, a Caravaggio, a Salvator Rosa.

Interviene poi la Sovrintendente ai Musei fiorentini, Cristina Acidini: “Oltre che ad un atto illecito, siamo di fronte a un atto di cattivo gusto. La valenza estetica non può essere snaturata”.

Non vi è nessuna violazione all’estetica dell’opera d’arte, altrimenti vi sarebbe in Salvador Dalì o in Marcel Duchamp o in tutti quegli altri artisti che hanno “giocato” a modificare un’”icona” che appartiene di diritto all’immaginario di dominio universale.

Infine si sveglia Franceschini, reduce dal suo exploit al “Museo della Resistenza”, dove forse qualcuno di armato allora c’era, che dice di voler agire contro l’azienda americana.

Ma non sarebbe meglio, caro Ministro, occuparsi di cose ben più importanti relative all’arte e alla cultura del nostro paese, piuttosto che sperperare tempo e denaro in una risibile causa contro uno dei colossi mondiali di produttori d’armi da fuoco? Ci pensi, su.

L’immagine dell’ArmaLite del David “futurista” diventerà ben presto, ne sono certo, un nuovo “meme” della rete, una nuova icona pop dove l’antico ed il moderno si fondono in un’unica sintesi paradossale e divertente perché ironica oltre che bella.

E oggi, nel mare magnum di oscenità visive che il mondo ci ammannisce, è sempre un momento di sollievo per gli occhi. 

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da ines il 10/03/2014 11:24:31

    Se io fossi al posto della Soprintendente Acidini o del Ministro Franceschini chiederei semplicemente di aggiungere alla pubblicità il luogo dove è possibile vedere il David.

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