Editoriale

Un nuovo messia per Sanremo

«La maledizione degli uomini è che essi dimenticano»

Dalmazio Frau

di Dalmazio Frau

a prendo un po’ alla larga, spero vogliate perdonarmi.

Ho, da anni, l’orgoglio e la fortuna di essere amico di uno dei più grandi scrittori di Fantasy ancora viventi. Di quelli “veri”, quelli che sanno scrivere, non gli “scriventi” costruiti a tavolino di adesso. Qualcuno di voi l’avrà sentito nominare, si chiama Michael Moorcock. Mike, come lo chiamano gli amici, ha scritto – come tutti – cose meravigliose e cose decisamente meno riuscite, ma resta uno straordinario professionista della narrativa. 

Negli anni Settanta, durante i quali ci si “sconvolgeva” per cose che oggi farebbero sorridere, Moorcock scrisse – vincendo pure uno dei più prestigiosi premi mondiali di narrativa fantastica – un romanzo dal titolo “I.N.R.I.”, con successivo grande scandalo, non tanto da parte dei cattolici – ricordo che Moorcock è un inglese incline all’agnosticismo ma non all’ateismo e per sua stessa confessione a me e ad altri amici, non estraneo a simpatie cattoliche ma invece antislamico – quanto invece da parte dei protestanti americani. Nel romanzo, in verità secondo me non certo annoverabile tra le sue opere migliori in quanto superficiale e scontato, s’immagina di un viaggiatore del tempo che ritrovatosi nell’anno “zero” vada a scoprire il Cristo storico. 

Costui purtroppo si rivelerà essere una creatura affetta da una grave disfunzione organica, un “diversamente abile” si direbbe oggi, quindi il viaggiatore proveniente dal futuro decide di assumere su di sé il “carico” dell’essere il Messia e accetta di diventare Gesù Cristo morendo in croce per tutta l’umanità. Ripeto, il libro è tutt’altro che un capolavoro, ma risultò dirompente all’epoca perché era il momento di Jesus Christ Superstar e altre frichettonate, tanto che oggi è passato completamente nel dimenticatoio, o quasi. In compenso gente, molto, ma molto, più mediocre, meno capace, innovativa e sanamente innovativa di un Michael Moorcock, oggi continua a proporre emerite “boiate” mediatiche con la scusa francamente trita, triste ed obsoleta, della modernità e della “libertà”.

Ecco che prima arriva Luisa detta Madonna, si fa crocifiggere tra strass e lustrini e tutti giù a gridare “scandalo, scandalo”, ma poi ci si abitua. Perché, come diceva Merlino in “Excalibur” di Boorman “La maledizione degli uomini è che essi dimenticano”. Poi arriva un altro genio della musica pop – o popò fate voi – a nome Mariolina Manson. Stessa scena con patate. Ma anche quel furbastro dalle lenti a contatto asimmetriche scompare. Eccoti lì Lady Gaga – che effettivamente a me fa gagare ma c’è a chi piace – e pure lei mi pare si crocifigga da qualche parte in qualche modo.

Infine, mentre il nostro paese si becca l’ennesima fregatura politica, mentre instaurano una “dittatura morbidissima del nulla”, mentre un “nuovo, più nuovo avanza” eccoci finalmente all’appuntamente televisivo ottundente per eccellenza: Sanremo.

Sì, che credevate fossero Porta a Porta, Virus o La Gabbia? No, è Sanremo, il grande Cavallo di Troia. Ed evitiamo facili battute da trivio.

A Sanremo, quei due capisaldi della comicità unita alla cultura sinistrorsa rappresentati da Fazio e dalla Littizzetto – che a me divertiva molto a “Mai Dire Gol”, prima che anche lei si riscoprisse commentatrice politica… - decidono ancora una volta che il pubblico italiota debba essere “sollecitato” e dunque portano un altro straordinario talento artistico di nome Rufus Wainright, che certamente tutti voi conoscerete. Il Rufus che fa? S’inventa una cosa originalissima che nessuno, ma proprio nessuno prima di lui aveva mai osato, canta – oddio, canta – una canzone dal titolo “Messiah Gay”, facendosi riprendere anche lui – originale – crocifisso e imbellettato come il peggior travestito delle Cascine. 

Ah ma è l’arte, mi si dirà, la provocazione, e io probabilmente passerò per un bigotto baciapile che non capisce il messaggio mediatico.

Forse sì. Forse, ma ritengo altrettanto inefficaci le rivendicazioni delle associazioni cattoliche, papaboys ed altre, che non si rendono conto di fare il “gioco del nemico” con le loro inutili e anche poco incisive manifestazioni di protesta. Invece di andare sotto Viale Mazzini, cominciamo a non comprare più i prodotti che supportano Sanremo, a cambiare canale e non soltanto adesso ma sempre, a leggere, sentire musica – quella buona – fare passeggiate, cominciamo una buona volta a non farci “sconvolgere” da queste operazioni di marketing – o marchétting – preparate a freddo, ridendone, dileggiandole o, forse, più semplicemente – così come avrei dovuto fare anche io – ignorandole. La qustione non si limita solatnto all’aspetto della religione ma riguarda anche quello dell’Estetica, Infatti ciò avviene anche perchè siamo giunti ad un’imperante predominio del brutto sulla Bellezza, della volgarità su ciò che dovrebbe essere alto e nobile.

Domani comunque dopo che anche Waincoso sarò finito nel cestino mediatico, chiunque sarà al posto dei Fazio-Littizzetto ideerà qualcosa di “nuovo” e di “più sconvolgente”. Un nuovo imbecille che si farà “crocifiggere” rigorosamente per finta, inventandosene un’altra.

Ancora una cosa, un’ultima giuro, ma mi chiedo:

E se avessero fatto lo stesso con il Profeta Muhammad? Ah già, ma nei paesi islamici non hanno Sanremo.

Salàam Aleikùm.

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