Sempre la stessa storia

Perseguitati dalla parabola del Pierferdy prodigo

Da buon cattolico Casini utilizza al meglio l’insegnamento evangelico meno amato

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Perseguitati dalla parabola del Pierferdy prodigo

Il figliol prodigo Pierferdy Casini è tornato alla vecchia dimora dopo aver vagato nel nulla per un paio d’anni.

Una delle tante parabole che vede il politico bolognese fuggire dalla casa che stava per essere inghiottita da un rosso maremoto, per poi farvi ritorno mestamente e col capo cosparso di cenere.

Ormai tutti abbiamo capito che l’hobby di Casini non è tanto il calcio o la pallavolo, ma quello del facile smarrimento che, furbescamente, si attua dileguandosi silenziosamente dal gruppo di agnelli pascolanti, rimpiattandosi tra rocce scoscese e rovi secchi, fino a quando non te lo ritrovi davanti a casa perché venuto a conoscenza che detta abitazione si è salvata dal maremoto rosso.

Però, come avviene in certe allegorie evangeliche, il resto dei bovidi che, in momenti di magra, erano rimasti col padrone, al sol pensiero di rivederselo davanti digrignano i denti e sputano schiuma verde di bile.

Ma, con furbizia andreottiana e abilità scudocrociata il Clooney della politica italiana riesce a far breccia nel cuore del Cavaliere che, anzi, rimbrotta gli agnelli pascolanti al fin di far buon viso a cattiva compagnia

Ora il belante Pierferdy, pur di ritornare in auge accanto al padrone, sembra aver accettato la proposta di quest’ultimo: dividere la dimora dello stimato Dudù, con la promessa di non scodinzolare così tanto come il barboncino…

 

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    3 commenti per questo articolo

  • Inserito da LoneGator il 05/02/2014 18:45:49

    Lasciamo perdere l'odio, stimato Direttore, sentimento troppo importante e troppo virile per sprecarlo con quaqqueraqqquá e rottinculo tipo Pierbiscio e 'Ncilino. Siamo cinici, come politica vuole, e diciamo che senza di loro FI il 37% (sempre che tale resti la soglia) non lo raggiunge. E poi? Vale la pena vincere quando giá si sa' che non si potrá governare, come avvenuto nel 2001, nel 2008 e nel 2013? Che dopo pochi mesi di un nuovo ipotetico governo di c-dx Pierbiscio e 'Ncilino ricomincerano la menata della collegialitá, la pari dignitá, la discontinuitá, la cabina di regia e tutto quanto il Presidente bolla sacrosantemente come "teatrino della politica"? A mettere a mucchio "ruffian, baratti e simile lordura" si puó anche vincere ma poi non si governa. I tre governi Berlusconi sono lí a dimostrarlo, per non parlare dei due Prodi. Io sono elettore storico di Forza Italia ma per quell'uno che vale il mio voto non voteró una FI alleata con Casini. Libero il Presidente di farsi fregare una quarta volta, ma non con il mio voto. Siccome conosco, essendo orgogliosamente uno di loro, i forzaitalioti direi che l'uscita del Presidente é il vero Salva-Lega. Saranno molto piú del 2% di Pierbiscio i voti di FI che si riverseranno sulla Lega pur di non votare Casini. Se dovesse ricevere altre lettere come questa (e sono certo saranno migliaia) magari le consegni al Presidente. Forse ammorbidiranno il suo tafazzismo. Lo disse un democristiano, ma per una volta che un democristiano ne azzecca una ricordiamola: "Meglio perdere che perdersi". Con molta cordialitá e simpatia Paolo Luchessa - Milano

  • Inserito da LoneGator il 05/02/2014 18:45:48

    Lasciamo perdere l'odio, stimato Direttore, sentimento troppo importante e troppo virile per sprecarlo con quaqqueraqqquá e rottinculo tipo Pierbiscio e 'Ncilino. Siamo cinici, come politica vuole, e diciamo che senza di loro FI il 37% (sempre che tale resti la soglia) non lo raggiunge. E poi? Vale la pena vincere quando giá si sa' che non si potrá governare, come avvenuto nel 2001, nel 2008 e nel 2013? Che dopo pochi mesi di un nuovo ipotetico governo di c-dx Pierbiscio e 'Ncilino ricomincerano la menata della collegialitá, la pari dignitá, la discontinuitá, la cabina di regia e tutto quanto il Presidente bolla sacrosantemente come "teatrino della politica"? A mettere a mucchio "ruffian, baratti e simile lordura" si puó anche vincere ma poi non si governa. I tre governi Berlusconi sono lí a dimostrarlo, per non parlare dei due Prodi. Io sono elettore storico di Forza Italia ma per quell'uno che vale il mio voto non voteró una FI alleata con Casini. Libero il Presidente di farsi fregare una quarta volta, ma non con il mio voto. Siccome conosco, essendo orgogliosamente uno di loro, i forzaitalioti direi che l'uscita del Presidente é il vero Salva-Lega. Saranno molto piú del 2% di Pierbiscio i voti di FI che si riverseranno sulla Lega pur di non votare Casini. Se dovesse ricevere altre lettere come questa (e sono certo saranno migliaia) magari le consegni al Presidente. Forse ammorbidiranno il suo tafazzismo. Lo disse un democristiano, ma per una volta che un democristiano ne azzecca una ricordiamola: "Meglio perdere che perdersi". Con molta cordialitá e simpatia Paolo Luchessa - Milano

  • Inserito da ghorio il 05/02/2014 14:41:22

    Casini è di formazione moderata di conseguenza con il maggioritario si pone la questione di schierarsi, visto che in Italia impera il sistema bipolare. Per il vero con i suoi ondeggiamenti si presenta conne una persona non coerente e soggetta a critiche in un'Italia dove , giustamente, i politici sono criticati per pensare al proprio orticello. Certo ci sarebbe da dire sul sistema elettorale che si prospetta ma è quasi proibito, nonostante le critiche di politologi e costituzionalisti. L'accorso Renzi -Berlusconi, collegato alle riforme, è sponsorizzato dai giornaloni. Certo le riforme bisogna farle ma sono trent'anni che si annunciano e poi tutto rimane come prima. Fosse dipeso da me per il sistema elettorale avrei copiato il sistema tedesco, sbarramento al 5 per cento e senza alleanze, quello inglese o quello, a doppio turno francese. Quanto alle riforme, abolizione delle province, non solo come ente intermedio ma anche nel linguaggio italico della cronaca nera e rosa, dimezzamento dei parlamentari, abolizione del Senato e ridimensionamento delle regioni, con dimezzamento dei consiglieri, ma questo è un sogno destinato, purtroppo, a rimanere tale, anche se la speranza è sempre "ultima dea".

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