Tradizione, Tempo ed Eternità

Le riflessioni di Ananda Coomaraswamy

La recente pubblicazione curata da Grazia Marchianò, presenta in appendice un'interessante raccolta di aforismi...

di Giovanni Sessa

Le riflessioni di Ananda Coomaraswamy

La copertina del libro

Chiunque si avvicini con serietà al pensiero filosofico del Novecento, non può non rendersi immediatamente conto che uno degli snodi teoretici che lo connotano in profondità, riguarda l’esegesi del concetto di tempo. Paradossalmente, ma non troppo, come si cercherà di dimostrare, uno dei massimi interpreti del pensiero di tradizione, Ananada  K. Coomaraswamy, per tutta la vita fu intellettualmente ed esistenzialmente coinvolto nel tentativo di dipanare il “mistero” della temporalità, in particolare nelle sue relazioni con l’eternità. Risulta davvero benemerita, in proposito, una recente pubblicazione curata da Grazia Marchianò per le edizioni Mediterranee. Si tratta di A. K. Coomaraswamy, Tempo ed Eternità (per ordini: ordinipv@edizionimediterranee.net; 06/3236277, euro 17,50). Il volume presenta in Appendice un’interessante raccolta di aforismi del pensatore cingalese, tratti dalle sue numerose opere.

    Sotto il profilo stilistico il lettore sappia che il testo è caratterizzato dal primato concesso all’arte del convincere. Per l’autore, in piena sintonia con la tradizione upanisadica su questo punto, l’espressione linguistica non convince perché è efficace, ma al contrario è efficace perché convince, perché ci consente di approssimarci al Vero. Il libro, peraltro, nasce dagli appunti che il tradizionalista raccolse per un’intera vita, ed è la sintesi teoretica del suo incessante interrogarsi sulle relazioni intercorrenti tra tempo ed eternità. Quando, nel 1947, programmò il viaggio di ritorno in India da Boston dove aveva diretto il Museo di Belle Arti, per verificare di persona in quale direzione la sua Patria si muovesse dopo la riconquistata indipendenza, quasi avesse ricevuto una sollecitazione interiore, comprese che avrebbe dovuto, prima della partenza, dare ordine a quelle riflessioni rapsodiche, sulle quali si intratteneva da anni. Si mise al lavoro e ben presto dette alle stampe quella che sarebbe stata la sua ultima opera. Infatti, per il repentino sopraggiungere della morte non riuscì a rientrare in India. E’possibile, così, leggere il libro quale lascito spirituale e    paradigma del metodo comparativista di cui il pensatore si era servito anche in altre opere.

    Conveniamo con la curatrice quando asserisce che vero e proprio sigillo al testo di Coomaraswamy è da considerarsi l’invocazione rituale a Śiva: “Onore all’Interminabile Distruttore del Tempo”. L’assunto attorno al quale ruotano i pensieri del tradizionalista, è lo  smascheramento del tempo edipico, della temporalità che scorre e dura, presentata quale illusione prodotta dalla nostra mente. Allo scopo i cinque capitoli sono dedicati alla modalità, in fondo comune, con cui il tempo e l’eternità sono stati esperiti nelle diverse tradizioni. In particolare nell’Induismo, nel Buddhismo, nella cultura Ellenica, nell’Islam, nel Cristianesimo. In esse il tempo, da un lato: “…si afferma come durata, che si misura sul prima e il dopo”  mentre dall’altro può essere vissuto come tempo interstiziale: “…frantumato in un attimo di istante, incuneato nella saldatura tra due respiri, subitaneo più di un battito di ciglia, e tuttavia avvertito immobile…”( Prefazione, p. 7). Questo secondo aspetto della temporalità è ben allegorizzato dall’immagine di Visnu addormentato, il cui polpaccio è massaggiato dalla devota Laksmi, perché in Lui prenda consistenza il sogno del mondo.

Nell’analizzare i momenti più significativi dell’esperienza del tempo nelle diverse tradizioni, Coomaraswamy, sulla scorta dell’insegnamento guénoniano, mostra che, anche in questo ambito, si manifesta la loro unità trascendentale.

     Nell’Islam, il Sufi a buon diritto si definisce Figlio dell’Istante, in quanto appartiene al “Fiume”, non al tempo. Nel Fiume (l’Assoluto) non vi è presenza di alba e tramonto, qui le cose coesistono in un Ora eterno: “Il tempo è un’imitazione dell’eternità, come il divenire lo è dell’essere, e il pensare del conoscere” (p. 83). Risulta consonate a questa posizione l’affermazione di Severino Boezio in merito all’eternità, definita il: “…possesso perfetto, totale, simultaneo d’una vita senza termine”, essendovi nell’anima una potestas che si sottrae al pervasivo vortice temporale. D’altra parte, in Grecia, Plutarco aveva sostenuto che: “…morto è l’uomo di ieri poiché è morto nell’uomo di oggi e l’uomo di oggi è morto nell’uomo di domani”. In India il “momento” del Risvegliato alla Buddhità vede la “coesistenza di mille anni passati moltiplicati con mille anni futuri”. Chiunque, esplorando la natura del tempo, ci dice lo studioso tradizionalista, si scopra “figlio dell’istante”, non ha bisogno di negare la temporalità, semplicemente libererà il tempo dalla dimensione edipica, dalla maschera con la quale dissimula e allontana dal qui e ora l’eternità.

    Grazia Marchianò ritiene che lo scritto di Coomaraswamy presenti un solo limite: l’aver trascurato la tradizione ebraica. In essa, ai primi del Quattrocento, Hasdai Crescas, nel trattato Or Adonai, presentò il tempo quale durata del flusso di coscienza di una mente pensante, misura della stasi tra due istanti. Tale definizione implica il poter attribuire il tempo anche a un’entità incorporea come Dio. La temporalità, pertanto, non può essere pensata come manifestatasi con la creazione dell’universo. Lo stesso teologo dell’ebraismo elaborò l’idea dello spazio come infinito e vuoto, ad eccezione di quando sia “occupato” dalla materia. Il luogo di una cosa è pensato come il vuoto che la circonda. Posizione che ha avuto notevoli sviluppi nella fisica contemporanea.

    Dalla lettura del testo di Coomaraswamy si evince come nell’arte tradizionale si affermi un’ulteriore idea di tempo, il tempo plastico: “…che coinvolge il contemplante non meno delle immagini da lui contemplate” (Prefazione, p. 8). Esempio tipico di tale temporalità è dato dai mandala, esempio eminente di iconografia sacra in cui lo spazio è “fissato” da una serie di linee verticali e orizzontali, dinamizzate dalle linee diagonali della temporalità.

    Conclusivamente, va rilevato che il libro è impreziosito in Appendice dall’ antologia di aforismi dell’autore raccolti dalla curatrice. Rispetto al tema centrale qui presentato il più significativo a nostro parere è il seguente: “Eterno significa fuori dal tempo, quindi “sempre presente”. In poche battute è condensata una Sapienza millenaria. Ma ancor più rilevanti teoreticamente ci paiono gli aforismi nei quali, ne riportiamo solo alcuni, Coomaraswamy coglie il carattere negativo del Principio e del cominciamento. Ad esempio: “Nella misura in cui la Divinità entra nel mondo, è essa stessa un “Dio che muore” e ancora: “La morte della vittima è anche la sua nascita, in conformità alla regola per cui ogni nascita è preceduta da una morte”. La cosa assume ai nostri occhi particolare valore, in quanto nella prefazione al recente Hegel e la tradizione ermetica di G. A. Magee (Mediterranee, 2013), Massimo Donà ha sostenuto, con persuasività d’accenti e cognizione di causa, come la prossimità dell’hegelismo all’ermetismo debba essere riconosciuta nella negatività principiale esperita da entrambe le correnti speculative. Ragione ulteriore per leggere le pagine di Coomaraswamy con gli occhi del cuore. 

Piaciuto questo Articolo? Condividilo...

    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da maurolaspi il 15/02/2014 06:36:49

    Notevole lo sguardo sulle eredità millenarie circa la temporalità con l'eccezione dell'accenno all'Hegel.Qui la concomitanza nascita-morte assorbe e dilegua l'emergere del fatto di esistere come chiusura determinata del flusso temporale che,se accettata,in pratica può significare il vivere PER morire,dare vita o morte sarebbe la stessa cosa...

Inserisci un Commento

Nickname (richiesto)
Email (non pubblicata, richiesta) *
Website (non pubblicato, facoltativo)
Capc

inserisci il codice

Inserendo il commento dichiaro di aver letto l'informativa privacy di questo sito ed averne accettate le condizioni.