L’ultimo LP del menestrello

Branduardi dipinge in musica straordinarie armonie di malinconiche storie

E’ uscito l’ album -Il Rovo e la Rosa. Ballate d’amore e di morte-, sempre più bello e affascinante, dell’unico, vero, cantante italiano

di Dalmazio Frau

Branduardi dipinge in musica straordinarie armonie di malinconiche storie

La copertina dell'ultimo album di Angelo Branduardi

IL ROVO E LA ROSA

di

Dalmazio Frau

L’ultimo album del menestrello

Branduardi che dipinge in musica straordinarie armonie di malinconische storie

E’ uscito l’ultimo album Il Rovo e la Rosa. Ballate d’amore e di morte sempre più bello e affascinante dell’unico vero cantante italiano

Purtroppo Dio nella sua infinita saggezza non mi ha fatto il dono del saper fare musica, mi ha reso a dir poco stonato e privo di orecchio, non soltanto quello assoluto ma anche di quello relativo.

Ciò tuttavia non mi ha impedito, né allora né oggi, di amare la musica, anzi la Musica, quella che per me è armonia e va dal Medioevo ai giorni nostri, quella colta e quella profana, quella popolare e quella sacra.

In realtà come si sa mi occupo d’Arte visiva, che apparentemente si potrebbe ritenere estranea alla musica. Questo lo pensa uno sciocco o uno in malafede, non voi che leggete perché sapete bene che l’arte delle forme così come quella dei suoni è basata sull’armonia oltreché sulla bellezza.

Perciò voglio affermare, più che provocatoriamente, che tutta l’arte pittorica, ma anche quella scultorea e persino – ma questo alcuni tra voi lo sanno meglio di me – l’architettura è Musica. E viceversa. Sì, la Musica è immagine.

Quella vera s’intende, non Jovanotti o Vasco o Britney Spears.

Voglio perciò spendere immodestamente il mio miglior elogio all’unico musicista italiano che abbia creato la “colonna sonora” della mia vita e dunque dei miei interessi, cioè Angelo Branduardi.

Non ho mai, fin’ora almeno, avuto la fortuna di poterlo incontrare e conoscere. È l’unico mio “mito” contemporaneo di cui non ho potuto fare conoscenza personale e poterci collaborare in qualche modo, quindi tutto ciò che scrivo di lui in queste righe è frutto delle mie letture, ascolti, visioni e sensazioni.

Dico soltanto che ciò che vorrei dipingere lui lo suona, ciò che Angelo suona io vedo.

Ora è uscito da qualche settimana il suo ultimo lavoro, un disco dalla bellissima copertina e dal suggestivo titolo di “Il Rovo e la Rosa. Ballate d’amore e di morte”.

Un LP rarefatto e raffinato che si pone tra le operazioni più d’élite di Branduardi come “Futuro Antico” e la discografia più popolare e conosciuta dal vasto pubblico. Non molto da quello italiano in verità, che preferisce le strazianti note di chi esce da “Amici” o da “X Factor”. Il disco – meglio di quanto fece Sting con le canzoni di John Dowland qualche anno or sono – ripropone alcune “ballads” dell’età elisabettiana in forma filologicamente corretta dove “meno c’è e più c’è”. Si possono così ascoltare le versioni originali  di “Mary Hamilton” in modo diverso, ma non poi così tanto, da come era stata “semplificata” in “Cogli la prima mela” dove si chiamava “Ninna nanna” oppure “Rosa di Galilea”, qui ricondotta al suo testo apocrifo evangelico rispetto a “Il Ciliegio” de “La pulce d’acqua”. Un LP ancora una volta in “stato di Grazia” per Angelo, sempre più “esoterico”, melanconico a volte, ed allegro al medesimo istante nel suo voler essere Antico e “contro-tempo”. Contro “questo tempo”, felice di essere orgogliosamente “antimoderno”.

Branduardi stesso ci dice che i personaggi delle sue canzoni, in questo caso, sono “Uomini e donne autentici (…) perché reali sono i loro sentimenti, primordiali, senza sfumature…sono marinai che si perdono inseguendo il miraggio del passaggio al Polo, o donne fragili e forti, come la ragazza turca che attraversa il mare per reclamare il suo amore. Sono peccatori come Mary Hamilton, che abbandona il suo bambino e salirà al patibolo, o la moglie del falegname, che cedendo alla vanità dell’oro troverà la via dell’Inferno. Sono “diversi” come Silkie, che sulla terra è uomo, ma in mare torna ad essere una creatura misteriosa e remota, o come la sorridente ragazza del ciliegio, la Rosa di Galilea che porta in sé il mistero più grande. Sono amanti disperati ed impossibili come Barbrie Allen ed il suo lord, amanti che solo la morte potrà unire, avvinti in un nodo d’amore, come il rovo e la rosa”.

La Grazia felice e l’eleganza raffinata delle immagini, dei dipinti, dei paesaggi e dei ritratti che Angelo canta è la stessa di capolavori assoluti suoi come “Branduardi canta Yeats” e “Altro e Altrove” o ancora “L’Infinitamente Piccolo”.

Purtroppo non so né cantare né suonare, ma mi consolo sapendo che esiste un musicista, un pittore del suono come Angelo Branduardi che lo sa fare al posto mio, mille volte meglio di me.

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