Editoriale

Per salvare Firenze dai suoi amministratori chiacchieroni nasce Dinamo

Una nuova associazione fiorentina ha denunciato, domenica 24 novembre, la decadenza e l’incuria nel capoluogo toscano con una mostra fotografica sul degrado

Domenico Del Nero

di Domenico Del Nero

odi Fiorenza, perché se’ sì … sudicia. Il capoluogo toscano  sarà anche il trampolino di lancio politico per messer Matteo da Rignano, ma certo affonda in un mare di sporcizia, a vari livelli: piazza Santa Croce, quando non è teatro di scenette pornografiche all’aria aperta come accaduto alcuni mesi fa, è addirittura un pubblico orinatoio ; gruppi di rom si accampano in piazze storiche o usano alcune fontane monumentali come fossero i loro lavacri domestici. Ma non solo: che dire della “movida selvaggia”, che quasi ogni notte squassa alcune tra le più belle piazze del centro storico come un urgano, lasciando una risacca di detriti maleodoranti di varie natura, da deiezioni di ubriachi a cassonetti stracolmi, tappeti di cocci di bottiglia e simili amenità?

Firenze è ridotta ormai a un paio di piazze e di strade, come via Tornabuoni, che fanno da specchietto per le allodole; per il resto, sempre citando Dante “ e lascia pur grattar dov’è la rogna”. Una rogna  che dal cuore del giglio sino alle sue zone più periferiche rischia di trasformarsi in lebbra.

Da questo punto di vista, Firenze può essere benissimo una sorta di metafora dell’Italia di oggi. La politica latita, è altrove, occupata per lo più a farsi gli affari propri. Chi governa pensa, nella migliore delle ipotesi, a gestire quel poco che ancora esiste e resiste, a spennare i soliti noti e a pensare che i problemi principali, evidentemente, si risolveranno da soli. L’opposizione, quando non fa da reggicoda, si limita a latrare nelle sedi istituzionali, nel cui calduccio prospera a sua volta: quando mai un consigliere di opposizione si è preso la briga di farsi un giro per Firenze, documentare lo sfacelo, mobilitare il suo partito o la propria organizzazione di riferimento per smuovere un po’ le acque ormai imputridite d’Arno e dintorni?

Eppure, qualcosa sembra muoversi anche nell’ormai sonnolenta e inebetita ex capitale del felicissimo Granducato di Toscana. Un gruppo di persone – soprattutto giovani studenti, lavoratori, insieme a qualcuno dai capelli un po’ più candidi o che li ha persi proprio del tutto tra arrabbiature e delusioni – ha deciso di provare a raccogliere il giglio ormai calpestato e bruttato. 

Persone che vengono, nella stragrande maggioranza da una storia di militanza di “destra” (con tutto quel che di vago e indefinito c’è in questo termine) ma che hanno deciso di chiudere una volta per sempre con sigle e partitucoli con percentuale da prefisso telefonico, ma anche (e soprattutto) con i revenants  dell’ultima ora e con chi spera di resuscitare fantasmi tra l’altro ben poco gradevoli.  

Il progetto  Firenze Dinamo si rivolge ai Fiorentini senza distinzione di colore o appartenenza politica: quello che conta è ripartire dal fare politica nel territorio, senza fumisterie, prese di bavero o frenesie elettorali di nessuna sorta; e  il sentirsi parte di una tradizione secolare, non vergognarsi della propria identità storica, civile e culturale e essere decisi a difenderla, in primis contro quei politici che dovrebbero tutelarla e sono i primi a svilirla. E così, proprio nel primo pomeriggio di domenica 24 novembre, appena terminata la maratona cittadina che aveva invaso ancora una volta il centro di migliaia di corridori più o meno improvvisati ma soprattutto di nuove tonnellate di spazzatura vagante, in piazza Santa Croce è spuntato un Gazebo con bandiere mai viste prima e una scritta “dantesca”: Godi Fiorenza, inizio del XXVI canto dell’Inferno. Solo che dentro il gazebo non c’erano le terzine del sommo  poeta magari illustrate dal Dorè: ma foto di un altro “inferno”, quello della cloaca che Firenze rischia di diventare irreversibilmente ogni giorno di più: una mostra fotografica sul degrado, pannelli riempiti di immagini scioccanti provenienti soprattutto dai quartieri storici fiorentini, dal Duomo a Sant’Ambrogio alla stessa Santa Croce: una mostra dunque non delle glorie antiche  ma del degrado attuale.

E i cittadini che si fermavano e guardavano, non potevano che convenire, e specchiarsi nel naufragio della loro stessa città. Reazioni? E’ presto per dirlo e una mostra non fa certo una rivoluzione. Ma …. Poca favilla gran fiamma seconda, diceva sempre il sommo poeta. E chi sa che da questa Dinamo non possa scoccare la scintilla che infiammi una buona volte le coscienze assopite dei fiorentini, e non solo. 

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    5 commenti per questo articolo

  • Inserito da piccolo da Chioggia il 26/11/2013 16:17:35

    dalla torre del Dondi non riesco a veder fino al Cupolone. dovrei aver degli specchi nella stratosfera. ma allora dovete suonare le campane di Pier Capponi e chiamare da Radda un Ferruccio redivivo. d'altra parte un Guénon andrebbe in schiuma e champagne di giuggiole a saper che in questo kali-yuga proprio l'avello dei grandi italiani è oltraggiato. ne trarrebbe simbologie da "crepuscolo degli dei" e oltre... che non abbiano sbagliato qualcosa i fiorentini? che non si siano cullati un po' troppo sulle dolci onde dell'Arno a far cassa mentre frotte di cenciosi americani visitano la città e mangiano in quella peste di bettole colle pizze al taglio? e i Cardinali dove avevano le sottane? dietro una bella tavola imbandita di ribollita e costata alla fiorentina? se qualcosa è successo qualcuno glielo ha permesso... Renzi forse è solo il tenero germoglio di questo giardino di Boboli. le radici son più ramificate. ma parlo da lagunare. non so nulla. avete tutto il diritto di dirmi di guardare a casa mia. e io lo fo volentieri..

  • Inserito da domenico del nero il 26/11/2013 15:31:32

    C'è un piccolo particolare: a essere degradati e usati come pubblici orinatoi non sono i quartieri periferici e "popolari" (che comunque non meritano certo cose del genere);sono proprio i quartieri del centro storico e gli stessi monumenti. Proprio Santa Croce, dove sono sepolti tantigrandi italiani,è uno dei monumenti più oltraggiati.

  • Inserito da domenico del nero il 26/11/2013 15:30:52

    C'è un piccolo particolare: a essere degradati e usati come pubblici orinatoi non sono i quartieri periferici e "popolari" (che comunque non meritano certo cose del genere);sono proprio i quartieri del centro storico e gli stessi monumenti. Proprio Santa Croce, dove sono sepolti tantigrandi italiani,è uno dei monumenti più oltraggiati.

  • Inserito da piccolo da Chioggia il 26/11/2013 14:38:08

    ho appena terminato il mio desinare. Chioggia. soffitta con in vista la torre del Dondi. voltandomi un po' a Est vedo il mare. oggi divinamente blu per il freddo sotto un cielo terso. la "Stimmung" (=atmosfera, traduzione assai maccheronica...) è di luce. ho scritto sotto la mia consueta smargiasseria dell'antipasto. mi piace dire la mia per aver un quindici secondi di attenzione. ma poi mi ritiro. non è che sia bello leggere che nella Capitale di Giangastone traligno, della Maria Luisa previdente e del mite Canapone v'è degrado. i Giotti e i Pontorni e i Botticelli dormono i loro sonni gloriosi al sicuro delle pareti secolari ma immagino me stesso se abitassi a Firenze colle mie finanze secche come acciughe. e la mia abilità di guadagnare prensile e mobile come solo può esserlo un povero baccalà (=stoccafisso). sicuramente mi toccherebbe abitare in quartieri degradati. nelle città piccoline e nobili come la mia ciò non può avvenire per semplici condizioni al contorno. ma nelle città divenute metropoli questa è purtroppo quasi una necessità filosofica. d'altronde questa necessità che radici ha? di pura idea o molto più tangibilmente di volgare speculazione economica? come è possibile che due tre vie o piazze siano specchio e quartieri interi abbrutiscano? vi è di certo una ragione di sviluppo economico presunto al quale più o meno tacitamente in moltissimi acconsentono e non mettono in discussione... io non me ne intendo e non saprei che fare in quelle condizioni. sono indifeso e isolato come tutti. ma, come il solito osservo che dove un regime economico è strettamente controllato anche per la sua entità modesta (ad esempio piccola città con precise e tradizionali attività economiche sempre rinnovate) da un corpo collettivo attento, meno accadono piovre di degrado....

  • Inserito da piccolo da Chioggia il 26/11/2013 12:58:57

    oh fiorentini che non state alle vele né al vento né al timone ma tanto parlate e ingollate aria che avete il culo chiaccherone. ora però sorge una domanda: è una dinamo Pacinotti o una dinamo Siemens di quelle a doppio T? in autoeccitazione o a eccitazione separata? e quanti Kw di uscita? con quelle correnti che si fanno potrete bruciare tutti i culi chiaccheroni che volete...vento pulito farete sul Cupolone. auguri...

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