Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Marco Baliani e Stefano Accorsi
Ancora una volta, Orlando. Dopo il notevole successo di Furioso Orlando, l’attore – regista – drammaturgo Marco Baliani prova a presentare il paladino per eccellenza in una nuova prospettiva: Giocando con Orlando è il titolo dello spettacolo che sta andando in scena da martedì 19 novembre (ore 20,45) in prima nazionale al teatro fiorentino della Pergola: si tratta di un’inedita ballata in ariostesche rime e una singolar tenzone per il palcoscenico da condursi corpo a corpo, rima dopo rima con Stefano Accorsi, noto attore del cinema e della televisione, oltre che del palcoscenico per eccellenza.
Non si tratta di volersi … auto clonare, ma di trarre profitto da un curioso incidente di spettacolo, uno di quelli che probabilmente farebbero la delizia dei fan della … iettatura da palcoscenico:
““Lo scorso luglio ero ad Asti – racconta Baliani – per la regia della stagione estiva del Furioso Orlando, ma quel giorno l'attrice – Nina Savary – non è riuscita a prendere l'aereo, le scenografie non sono partite da Napoli e c'erano più di ottocento prenotazioni … Il produttore Marco Balsamo e gli organizzatori erano disperati, con Stefano Accorsi ci siamo messi a tavolino: siamo andati in scena così, senza costumi e luci, improvvisando. Io, che non conoscevo a memoria il testo, ho recitato le parti femminili e ho riprodotto con il suono della voce tutti i rumori di scena. Lì è nata l’idea di creare una nuova messinscena, con soltanto noi due attori in scena (…) È un nuovo esperimento, una nuova tappa di lavoro.”
Dunque un “duetto”, o meglio una tenzone. Una scommessa senza dubbio azzardata e impegnativa, anche per chi, come Baliani, con spettacoli quali Kohlhaas (1989) e Corpo di stato, (1998) è uno degli inventori del “teatro di narrazione, dove l’attore si presenta in scena senza lo “schermo” del personaggio, alla ricerca di un nuovo rapporto tra palcoscenico e spettatori. Nel primo in particolare Baliani si presentava sulla scena, vestito di nero, raccontando per circa 90 minuti la sfortunata vicenda di un allevatore di cavalli del 1500, vittima dell’abuso del potere e soprattutto della corruzione della giustizia.
Per la verità, in questo Orlando “personaggi” ci sono: Stefano Accorsi sarà infatti il paladino , ma contemporaneamente il cantore che aggancia i vari episodi nel flusso della storia; Marco Baliani sarà invece un fool, un regista in scena, pronto ad essere spalla e comprimario, a tendere trappole e inventare strofe: in questo caso dunque si può ben dire che impersonerà se stesso!
Nel mare magno del poema ariostesco, in cui grazie alla tecnica perfettamente orchestrata dell’entrelacement vari fili narrativi si intrecciano con apparente casualità, in una dialettica ordine/caos che è ancora oggi uno dei lati più affascinanti dell’opera, Baliani parte delle due storie d’amore principali: : il paladino Orlando che insegue la bella e capricciosa Angelica e la guerriera cristiana Bradamante innamorata di Ruggiero, cavaliere saraceno destinato alla conversione, per poi moltiplicare i personaggi, creandone altri intorno, mostri compresi, per condurli a giocare sulla corrispondenza delle rime infilate in un ritmo galoppante, con molta improvvisazione verbale, con rime difficili da trovare, con gesti difficili da compiere.
Le scene di Mimmo Paladino realizzano la giostra, con gli immancabili cavalli per i duelli, gli amori, gli scontri e gli incontri dei cavalieri che appaiono e scompaiono nel girotondo imposto. L’ impianto scenico è di Daniele Spisa, i costumi di Alessandro Lai, il disegno luci di Luca Barbati. Spettacoli dal 19 al 24 novembre ore 20,45 (domenica 15,45); dopo Firenze, lo spettacolo avrà repliche a a Roma, Milano, Genova e Bologna prima di concludersi a marzo al Teatro Nuovo di Napoli.
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