Editoriale

Senatori a vita di sinistra? La destra non si lamenti, ha sempre disprezzato intellettuali e studiosi

Illegittimo e inutile protestare, bisognava pensarci prima e coltivare la cultura invece di considerarla improduttiva di voti!

Simonetta  Bartolini

di Simonetta  Bartolini

omina dei 4 senatori a vita che Napolitano, dopo aver proceduto a quella sciaguratissima di Mario Monti, aveva delegato al proprio successore, cioè lui stesso, ha sollevato un coro di critiche da parte del centrodestra.

Critiche motivate, ragionevoli, ma illegittime! Tranne una.

Grida vendetta e oltraggio allo status di senatore a vita (con relativo appannaggio stratosferico) la nomina della ricercatrice scientifica Elena Cattaneo di anni 51!

La Cattaneo così viene, di fatto, sottratta alla ricerca in un periodo anagrafico della vita che potrebbe essere dei più fecondi, e le viene concesso uno stipendio aggiuntivo che durerà almeno una trentina d'anni (viste le aspettative di vita ormai documentate al netto di malattie mortali improvvise). Il tutto per portare un voto in più alla sinistra in Senato che abbia l'apparenza del politicamente corretto (donna, ricercatrice, giovane) e estraneo alla politica militante ufficiale o ufficiosa, perciò Scalfari, che già si era fatto fare il vestito per il debutto nella Camera alta, è rimasto a bocca asciutta.

Detto questo veniamo alle polemiche di segno politico.

Ieri sera a 8 e 1/2 –  condotto dallo schierato ma ottimo Luca Telese– Belpietro, Gomez, e Ventura (Sofia, ovviamente, non Simona) hanno analizzato le nomine fatte da Napolitano andando oltre il dato, scontato e indiscutibile, del colpo di mano politico operato da capo dello Stato che ormai si comporta peggio di un monarca (la Regina d'Inghilterra ha meno possibilità di lui di ribaltare la volontà popolare uscita dalle urne).

La destra, ha detto Peter Gomez del «Fatto quotidiano», non ha nomi eccellenti in campo culturale da contrapporre a quelli dei neo Senatori a vita. Berlusconi a suo tempo propose Mike Bongiorno, ha proseguito perfidamente il giornalista!

Già, purtroppo è vero. La destra in 20 anni non solo non ha saputo né voluto (questa è la sua colpa peggiore) erodere quella egemonia culturale che la sinistra aveva costruito, manu militari dal dopoguerra, ma ha stupidamente snobbato e progressivamente fatto fuori gli intellettuali e personaggi della cultura di area che aveva, con l'arroganza cieca dei presuntuosi ignoranti che non sanno vedere oltre il qui e l'ora della conquista del potere rozzo e momentaneo per ottenere profitto immediato e personale.

Inutile che Belpietro abbia cercato di contrapporre il nome di uno studioso del San Raffaele che avrebbe potuto essere nominato al posto della Cattaneo, o quello di Muti al posto di Abbado. Inutile chiamare in campo i nomi dei meritevoli Zeffirelli e Albertazzi, si tratta di personaggi che rappresentano una eccezionalità di cui la destra non ha merito.

Perché il problema vero sta nella politica culturale perseguita dalla destra in questi ultimi 20 anni. Ha ragione Sofia Ventura, la sinistra ha sempre coltivato i propri intellettuali militanti o semplicemente d'area. Li ha fatti lavorare (non dimentichiamo che l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro) cioè ha procurato loro contratti in televisione, nelle case editrici, nelle università, e ovunque ci fosse la possibilità di mettere in pratica la qualità intellettuale.

La destra in Rai ha fatto il pieno di nani e ballerine (per usare un eufemismo), nelle case editrici ha preferito andare sull'usato sicuro dell'ideologia  dominante che, attestatasi come tale in  oltre mezzo secolo di egemonia culturale di sinistra, ovviamente aveva un mercato sicuro. Perché rischiare economicamente su scrittori, saggisti, storici non di sinistra (non diciamo di destra, ma almeno non di sinistra) quando Saviano, che non è un genio ma un mediocrissimo scrittore, per esempio, porta ricchi introiti alla Mondadori?

La destra ha sempre considerato la cultura un fiore all'occhiello di cui fare a meno se fra il fiore e l'abito si deve scegliere uno dei due. Il profitto, immediato, ha sempre avuto la meglio nelle scelte  politiche attuate da chi oggi si indigna e protesta.

Gli intellettuali sono stati considerati variabili fastidiose se non allineate e coperte alle esigenze del partito, e chi se ne frega delle coscienze critiche!

Gli studiosi, peggio!  Gli studiosi sono stati considerati esseri improduttivi, incapaci di portare quel consenso immediato che invece potevano guadagnare i Gerry Scorti, i Mike Bongiorno.

Chi se ne frega di un meraviglioso saggio su Leopardi, di una ricerca storica, di un artista che non si sottometta alla moda imperante del brutto ideologico, di un architetto che costruisca monumenti dove le proporzioni rispettino i canoni dell'estetica funzionale (che poi è quella tradizionale). Quanti voti portano alle prossime elezioni questi signori che oltretutto, lavorando seriamente, sono poco inclini ai balletti della politica militante?

Secondo gli idioti del centrodestra questi signori non portano voti, sono INUTILI.

È una vecchia storia, ma sempre attuale, al punto che viene quasi a noia, lo abbiamo scritto mille volte inutilmente. Inutilmente ci siamo battuti contro i Belpietro di turno che nei giornali considerano la pagina culturale un dispendioso fastidio da ridurre ai minimi termini, da affidare ai giornalisti meno brillanti o meno funzionali alla "battaglia" col coltello fra i denti condotta con la grancassa di titoli urlati e volgari.

Ricordiamo solo una stagione viva e vitale nel giornalismo culturale italiano di centrodestra, quella inaugurata da Feltri sull'«Indipendente», e poi sul «Giornale» del dopo Montanelli, tre anni, forse  quattro, cui è seguito il deserto della rozzezza. 

Cercando di emulare la parte più deteriore della cultura di sinistra (che però non ha mai trascurato di coltivare anche i "noiosi professori", gli "improduttivi" scrittori, ecc ecc) abbiamo visto le pagine culturali dei giornali di centrodestra riempirsi di pseudo-cultura pop dell'insulto di ragazzetti in cerca di facile fama sulle orme dello sgarbismo, ma al netto della intelligenza e della cultura di Sgarbi.

È ora? Ora Napolitano ha fatto quattro senatori a vita tutti di sinistra. Inutile lamentarsi, ve la siete voluta e ben vi sta!

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 31/08/2013 16:14:26

    Grande Simonetta Bartolini! Una lezione ai cosiddetti politici di destra o, meglio, di centrodestra. Non sono militante di destra ma ho simpatie culturali per quest'area nata dalla lettura giovanile de "Il Tempo" di Roma,agli inizi del 60, del "Giornale d'Italia" e altri quotidiani di area, oltre che del grande "Il Borghese", ma questi nuovi politici degli ultimi vent'anni sono stati una completa delusione, non solo sul fronte politico, anche in quello culturale. Poi i risultati si vedono ed è inutile lamentarsi. Ricordo a suo tempo il grande Giuseppe Prezzolini, quasi ignorato a destra, con il Papa Paolo VI che l'aveva menzionato proprio dalla finestra del Vaticano. Lo scorso anno c'è stato il trentennale della morte ed è passato inosservato. Nelle varie Università sparse per l'Italia ci sono docenti che meriterebbero di essere valorizzati, invece non avviene. Con tutto il rispetto per Mike Bongiorno e Gerry Scotti non si tratta certo di intellettuali ma questo tipo di personaggi viene sempre portato avanti dall'attuale centrodestra che magari ignora Franco Cardini, Francesco Perfetti, Emio Gentile, Giordano Bruno Guerri e così via. Nell'editoriale si parla dell'"ottimo" Luca Telese. Ebbene costui, dichiaratamente di Rifondazione, ha scritto per "Il Giornale" per oltre un lustro. La reciprocità non esiste per i giornali di sinistra e quelli di destra snobbano, in genere, gli intellettuali di area, anche se sono "ottimi". A questo punto pertanto o questi nuovi politici si aggiornano, oppure è inutile che si lamentino, quando il Napolitano di turno nomina i senatori a vita, figure per il vero da abolire. Gli stessi intellettuali di area incomincino davvero a battagliare senza fare gli snob e ritirarsi nel silenzio o sotto le tende. Così i problemi non si risolvono. Basterebbe ritornare alle battaglie del 1975, quando si paventava l'avvento della sinistra, a destra erano stati scoperti anche i manifesti firmati, prima prerogativa della sinistra. Solo che , almeno nei giornali di area, sempre meno, le persone di cultura vengano valorizzate e non certo messe da parte, come , purtroppo, avviene.

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