Editoriale

Vincono i privilegi degli editori scolastici, la Carrozza rimanda il passaggio agli e-book nella scuola

Altra mazzata sulle famiglie che avrebbero potuto veder alleggerito e molto il peso economico dei libri dei figli

Simonetta  Bartolini

di Simonetta  Bartolini

desso protestano i librai! I libri scolastici nei supermercati accanto ai biscotti, orrore! e poi i grandi magazzini fanno sconti pirati!

 Qual è l'ultima frontiera della protezione dei privilegi a scapito del consumatore? I libri scolastici.

Siamo a luglio e già si pensa a settembre imminente con la sua lauta vendemmia nelle tasche delle famiglie che hanno figli in età scolare, i libri di testo scolastici sono l'affare autunnale più ricco e goloso per librai ed editori.

Lontani, lontanissimi i tempi in cui alle elementari sussidiario e libro di lettura, si chiamavano così ai nostri tempi –ve lo ricordate voi che avete passato i 50? – li passava lo stato ad ogni alunno indipendentemente dal reddito dichiarato. 

Poi i conti progressivamente più in rosso hanno ripartito le spese più equamente fra Stato e famiglie, per giungere al giorno d' oggi che vede le famiglie uniche responsabili economiche dell'educazione dei figli. 

È sostanzialmente giusto, come è giusto che il ministero nel tempo sia intervenuto a mettere un freno al turn over annuale nelle adozioni dei libri scolastici che, anche solo rendendo obsoleta un'edizione nel giro di 365 giorni, costringeva le famiglie a non poter ricorrere all'usato, vera salvezza, soprattutto per chi frequenti le scuole superiori.

Negli ultimi anni il ministero ha imposto che il tetto di spesa per i testi scolastici non superasse una certa cifra. 

E già furono mugugni, l'affare d'oro praticamente illimitato di case editrici e librai si riduceva un po' a favore delle tasche delle famiglie.

Poi, in osservanza alle normative Europee, l'ex ministro del l'istruzione Profumo (che non ne ha azzeccata una tranne questa che però non è farina del suo sacco)  ha stabilito che dall'anno scolastico 2014-15 le prime classi di ogni segmento scolare, ovvero III elementare, I media I superiore e III superiore passassero ai cosiddetti libri digitali, gli e-book, tanto per intendersi.

Certo per chi ama i libri, la carta, l'abitudine a sottolineare, o a prendere appunti sui margini, è un colpo al cuore: passa irrimediabilmente in soffitta, fra ciò che i nativi digitali non comprenderanno neppure, il verso malinconico di quella canzone che diceva : «in un mio vecchio libro di latino... Ho trovato, indovina, una pansé».

Però obbiettivamente quanti di quei libri meritano di essere conservati? Ormai quasi nessuno, magari un buon manuale di filosofia, forse, quello di storia o di italiano, ma il resto, siamo onesti! 

Chi più conserva un fiore secco in un libro di scuola? Anzi chi più conserva un libro di scuola? La loro fine è sulle bancarelle dell'usato o nella spazzatura.

È allora eccoli gli e-book. In classe basterà un tablet che conterrà tutti i libri di cui c'è bisogno, via le vecchie lavagne polverose di gesso o quelle con i sempre sfiniti pennarelli, arriva la Lim la lavagna interattiva multimediale. E se uno studente è a casa malato, le lezioni potrà seguirle a distanza!

Oltre agli irrimediabili tradizionalisti come noi (che però non ci opponiamo ci limitiamo a scuotere il capo malinconicamente) chi si oppone a questa rivoluzione che dimezzerà il costo dei libri? 

Ovviamente librai e editori, che dovranno riconvertire la loro produzione cartacea in digitale e non ne vogliono sapere, e chi se ne frega se le famiglie non sanno come pagare i libri scolastici visto che non sanno neppure come fare ad arrivare alla fine del mese con il pane e il companatico?

Le famiglie sono una variabile indipendente e fastidiosa in questo paese, soprattutto se non hanno più soldi per mantenere le varie mangiatoie che la politica protegge. 

E infatti sapete che ha fatto la ministra Carrozza sollecitata da editori e librai? Ha rimandato il passaggio al digitale al 2015-16 dicendo che l'Italia non è ancora pronta!

Già ma per obbligare i pensionati a usare il computer per le loro pratiche nessuno si è fatto scrupoli!   Ora che si poteva far risparmiare le famiglie, ci si accorge che non siamo pronti! Già non siamo pronti a togliere i privilegi a chi li vuole conservare a spese nostre!

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da Libraio il 23/07/2013 18:07:41

    Gentile Simonetta Bartolini, ho letto con attenzione il suo articolo e mi sono reso conto di quanto poco informata Lei possa essere sulle cose di cui scrive. Faccio il libraio da 35 anni, ritengo di conoscere abbastanza bene questo mondo e le voglio spiegare alcune cose. I "lontanissimi tempi in cui alle elementari sussidiario e libro di lettura" come lei scrive sono ancora attualissimi, esistono ancora sussidiari e libri di lettura e, rivelazione per lei sconvolgente, sono ancora passati gratuitamente da tutti i comuni italiani. Per quanto riguarda il dimezzamento del costo degli ebook Lei fa i conti senza l'oste, chi decide che i libri costeranno la metà? Ha idea di cosa significhi digitalizzare un testo, proteggerlo, dare un protocollo di lettura, ha idea di quanta tecnologia ci sia dietro? Oppure Lei pensa che il digitale e la tecnologia non abbiano costi? Parliamo adesso delle scuole: ha idea, Lei, dello stato strutturale in cui versano le scuole italiane? Da una statistica risulta che oltre il 60% degli edifici scolastici non è agibile. Il corpo insegnante a cui viene delegato il mondo digitale della scuola non ha nemmeno idea di quello di cui stiamo parlando; wi-fi, wireless, collegamenti veloci, resettare, multimediale, internet sono spesso parole oscure. A proposito della mazzata alle famiglie, ha idea di quanto costa un tablet 10 pollici? Ha idea di quanto dura una batteria di un tablet? Ha idea che ogni banco dalla prima elementare (studenti di 6 anni in poi) dovrebbe avere due prese di corrente? A proposito del "l'affare d'oro praticamente illimitato di case editrici e librai", non conosco i conti degli editori, conosco molto bene i miei, di lauto abbiamo soltanto la fatica e il rischio. Un'ultima informazione voglio darLe, probabilmente Lei non lo sa, e credo nemmeno gli ex Ministri Passera e Profumo, non esiste nessuno studio scientifico che affermi che l'apprendimento attraverso le nuove tecnologie sia qualitativamente e quantitativamente migliore rispetto alle vecchie tecnologie (i libri di carta! che ancora funzionano anche se manca la corrente!). Rimango a sua completa disposizione qualora volesse veramente conoscere il mondo di cui scrive. Saluti Angelo Sisani

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